L'ITALIA SENZA POLITICA di Ezio Mauro
L'ITALIA SENZA POLITICA LO STATO E LE TANGENTI L'ITALIA SENZA POLITICA UNICO tra i Paesi al mondo, l'Italia vive da mesi senza politica, ipnotizzata dal vortice delle tangenti. E' una anomalia estrema, che non sussiste nemmeno nelle dittature, dove c'è anzi un'offerta fittizia di politica dall'alto. Qui nessuno offre più politica, nessuno si chiede quale politica la gente domandi, come se un Paese potesse vivere senza. Nel vuoto si muovono le categorie, rispuntano le corporazioni, parlano i vescovi. Tornano le classi, con gli operai in piazza a Roma spinti dalla crisi a chiedere «un nuovo inizio». Ma la politica ufficiale non risponde. Non sa e non può concepire nessun nuovo inizio, impegnata com'è a cercare faticosamente una fine. Nelle rivoluzioni, alla politica distrutta e sconfìtta ne subentra un'altra con valori diversi, perché c'è un'opposizione legittimata e vittoriosa che s'insedia, e qualcuno torna dall'esilio. Da noi non c'è stato esilio, è difficile trovare una legittimazione convincente, la corsa al «nuovo» è confusa e ambigua e la spinta al cambiamento che cresce tra la gente non ha ancora individuato un interlocutore credibile. Come cadono gli imperi, la prima Repubblica italiana muore senza rivoluzione, semplicemente per colpa: con un ceto politico onnipotente messo fuori gioco in poche settimane, con tutto un mondo che va al collasso senza aver generato un'alternativa, tanto che l'onorevole Forlani non vede nient'altro che i barbari alle porte di Roma. Tutto ciò accade perché in Italia la politica si è fatta «sistema». E' cioè diventata un meccanismo compatto, bloccato, tendente a inglobare più che a distinguere, preoccupato di perpetuarsi con il trasformismo più che di rinnovarsi con la competizione. Un mondo con regole tutte sue, accettate e praticate anche dall'opposizione, con un grado di coesione da nomenklatura o da «classe eterna», come si chiamava in Urss il ceto dirigente del pois. Questo spiega perché ai vizi propri del sistema non sia sfuggito nemmeno il pri, che pure faceva delle mani pulite il suo manifesto e - secondo le rivelazioni di ieri - nemmeno il padre politico del pds e di Rifondazione, cioè il pei, partito d'opposizione eterna. Ma questa analisi non basta. Ezio Mauro CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA
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