Uccise madre e fidanzala «E' infermo di menle» di A. G.

Uccise madre e fidanzala «E' infermo di menle» Resterà per 10 anni in un manicomio giudiziario Uccise madre e fidanzala «E' infermo di menle» Uccise la madre e la fidanzata. La perizia della neuropsichiatra Maria Bruna Faggiani ha definito infermo di mente Roberto Raviola, 46 anni: quindi, non può essere imputabile del duplice omicidio. Il gip Simonetta Rossotti ieri ne ha preso atto e, in un'udienza preliminare lampo, ha disposto che l'ex funzionario delle Ferrovie venga ricoverato in un ospedale psichiatrico giudiziario per la durata minima di 10 anni. «Potrebbe uscire anche prima - osserva il suo difensore, l'avvocato Nicola Ciafardo -. Una sentenza della Corte Costituzionale stabilisce che si possano compiere verifiche periodiche durante il ricovero. In caso di esito positivo, non vi sarebbe motivo di trattenere Raviola». Il 13 giugno scorso, di primo pomeriggio, il tranquillo capo settore tecnico del compartimento ferroviario di Torino (aveva alle sue dipendenze tre¬ cento persone), pose fine a martellate alle «sofferenze» della madre, Franceschina Forno, di 72 anni. Lo fece nel loro alloggio di piazza San Gabriele di Gorizia dopo un'intera mattinata spesa dalla donna a piangere perché il figlio l'avrebbe lasciata sola per cena. «Soffriva perché mi ero fidanzato con Giuseppina e, per questo, a Pasqua avevo deciso di interrompere la mia relazione», ha raccontato l'uomo. Ma anche Giuseppina Sanna, 41 anni, soffriva, «tanto che tornai sulla mia decisione», ha aggiunto Raviola. L'uomo si vedeva in un vicolo cieco. L'idea delirante che ha armato due volte la sua mano è stata quella di una duplice sorta di eutanasia. «Ha ucciso per amore - ricorda Ciafardo -. Lui ne è convinto. Dopo essersi costituito, disse che aveva soppresso anche Giuseppina perché lei non avrebbe retto con un ex fidanzato matricida». [a. g.]

Persone citate: Ciafardo, Franceschina Forno, Giuseppina Sanna, Maria Bruna Faggiani, Nicola Ciafardo, Raviola, Roberto Raviola, Simonetta Rossotti

Luoghi citati: Gorizia, Torino