Nella sera del Signore c'è un divorzio annunciato di Stefania Miretti

Nella sera del Signore c'è un divorzio annunciato Nella sera del Signore c'è un divorzio annunciato Bixio-Ravera minacciano di fare le valigie: non si va avanti così SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Programma: stasera messa cantata, con Renato Zero (Ave Maria), Nek (In te, il figlio che non vuoi), il catto-balletto «Viva la gente», il sorriso della Cuccarmi, bella del Signore. Proclamazione del vincitore. Martedì, nuova udienza al processo per le tangenti, graziosamente sospeso nei giorni dei sorrisi e delle canzoni. Anche il Festival di Sanremo è sospeso tra pretura e sacrestia, proprio come l'Italia. C'è un uomo solo al comando della nave che va, ed è Mario Maffucci, grande ipnotizzatore di platee, televisive e non. Missing, scomparsi, gli am¬ ministratori comunali, sindaco in testa (Maffucci: «Non ho ancora avuto il piacere d'incontrarlo ad una riunione sul Festival»); latitanti i rappresentanti delle case discografiche; murato vivo Adriano Aragozzini, che si limita a dichiarare: «Io attacco il carro dove vuole il padrone»; a mezzo servizio, con la voglia di fare le valigie, il duo Bixio - Ravera, passato dalla giusta preoccupazione «che si faccia di tutta l'erba un fascio» all'altrettanto comprensibile tentazione di togliere il disturbo: «Se la Rai pensa di andare avanti così anche per il futuro, non ho nessuna difficoltà a dire che, per quanto mi riguarda, mi tiro fuori, me ne vado», confida Marco Ravera, fi¬ glio dello storico patron del Festival, e aggiunge: «C'è molta confusione di ruoli e di responsabilità». Al contrario, in casa Rai-Maffucci le idee paiono chiarissime: «I produttori hanno una funzione esecutiva. Ci assumiamo noi la responsabilità del loro operato». Il Festival è della Televisione, mai come quest'anno è stato chiaro che la partita, ora, si gioca tra Rai e Berlusconi, terzo incomodo il Comune di Sanremo. E se il sindaco, detentore del marchio, non esclude l'ipotesi di licenziare la Tv di Stato e aprire le porte alla Fininvest, Maffucci, pur non apprezzando lo stile («Non mi piace essere ricattato in corso d'opera»), sta al gioco e manda a dire: «Ri¬ cordiamoci che quest'anno entreranno in vigore le norme Cee, ci saranno meno sponsor, minori spazi pubblicitari nei programmi televisivi». Nel caso che il Comune decidesse davvero di recidere la convenzione e trasferire a Canale 5 baracca e compagnia cantante, la Rai resterebbe comunque titolare del diritto d'antenna per altri 4 anni. Come dire: il Festival lo organizzi pure Berlusconi, saremo noi a mandarlo in onda. La solitudine del potere. Costretto a sostenere ogni mattina una performance doppia (prima al fianco di Lorella, poi al fianco di Alba), e differente, il capostruttura baudeggia, dilaga, intervista personalmente il dirigente dell'Explorer per verificare l'onestà delle giurie: ((Avete avuto pressioni per far passare in finale la figlia del sottosegretario Publio Fiori? (ndr: quella stonata, in gara coi «Fandango»). «No, naturalmente». «Ne avete forse avute dalla Rai?». «No, assolutamente». Questa sera, gran finale, scendono in campo, insieme ai cantanti, le madrine e i padrini. Si va da Fiorirtela Bolkan a Aldo Biscardi, da Debora Caprioglio a tale Todd McKee, da Clarissa Burt a Mara Venier. Ciascuno di loro verrà compensato con un assegno da tre milioni, più vitto e alloggio. Stefania Miretti

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