«Ne fanno un santo svergogniamolo»
«Abbiamo le prove: denunciò alla Nkvd 38 emigrati politici ungheresi e 150 suoi conoscenti russi, tedeschi, italiani» Ecco la lettera che il capo del Kgb Kriuchkov inviò al Comitato Centrale del pcus nel 1989 «Ne fanno un santo, svergogniamolo» Carte scottanti: un'arma per salvare il comunismo 116 giugno 1989 E informazioni che ci giungono mostrano che la campagna scatenata dalle forze di opposizione in Ungheria, in relazione all'ex capo del governo ungherese nel periodo degli avvenimenti del 1956, Imre Nagy, è diretta a screditare l'intero percorso del posu, a minare l'autorità del partito e della sua attuale direzione, a eccitare sentimenti ostili verso l'Unione Sovietica tra la popolazione. Le organizzazioni dell'opposizione esigono una piena riabilitazione politica e giuridica di Imre Nagy. Gli viene creata un'aureola di vittima e di persona irreprensibile, di uomo assolutamente onesto e di saldi principi. In tutto questo chiasso attorno al nome di Nagy particolare accento viene posto sul suo essere stato un «conseguente combattente contro lo stalinismo», «sostenitore della democrazia e di un radicale rinnovamento del socialismo». C'è un'intera serie di articoli sulla stampa ungherese dove si allude al fatto che Nagy fu accusato di attività controrivoluzionaria, condannato a morte e giustiziato, per effetto delle pressioni dell'Unione Sovietica. Usando il nome di Nagy come uno scudo, l'opposizione cerca di farne un simbolo della «lotta per la democrazia e il progresso, per una effettiva indipendenza dell'Ungheria». Nella direzione del posu non c'è unità di vedute su come procedere alla riabilitazione di Nagy. I. Pozsgai, M. Sùeròs, I. Horvat, mentre perseguono prima di tutto i loro scopi volti a rafforzare la propria influenza nel partito e nella società, a tratti scavalcano l'opposizione nell'esaltazione dei meriti e delle qualità di Nagy. K. Grosz, R. Nyers, M. Jasszo e altri, mentre si pronunciano per la sua riabilitazione giuridica, nello stesso tempo ritengono che la campagna di esasperata esaltazione di Nagy colpisce prima di tutto il posu e le relazioni sovietico-ungheresi. Molti comunisti ungheresi della generazione di mezzo e soprattutto i più anziani mostrano verso una tale campagna un atteggiamento decisamente critico. Tra essi è diffusa l'opinione - basata sui racconti di alcuni veterani del partito - che il comportamento di Nagy negli Anni 20 e 30, in Ungheria e in Urss, non fu poi così irreprensibile come cerca di far credere la stampa controllata dall'opposizione. Nel corso dei lavori di ricerca del Kgb dell'Urss sui materiali d'archivio relativi alle repressioni in Urss dalla seconda metà degli Anni 30, fino all'inizio degli Anni 50, sono stati trovati documenti che gettano luce su aspetti finora sconosciuti dell'attività di Imre Nagy nel nostro Paese. Secondo quanto emerge dai citati documenti, Nagy, dopo essere emigrato in Urss nel 1929, cercò subito contatto con gli organi della sicurezza e nel 1933 divenne volontariamente agente (informatore segreto) della Direzione principale della sicurezza statale presso l'Nkvd (Commissariato del popolo per gli Affari interni, ndr). Lavorò con lo pseudonimo «Volodia». Fu usato intensamente per la raccolta di prove contro coloro che, per un motivo o per l'altro, erano finiti nel campo di osservazione dell'Nkvd: emigrati politici ungheresi e di altri Paesi, ma anche cittadini dell'Urss. Esistono documenti che dimostrano che nel 1939 Nagy propose all'Nkvd di «trattare» 38 emigrati politici ungheresi, tra cui F. Munnich. In un altro elènco egli fa il nome di 150 suoi conoscenti ungheresi, bulgari, russi, tedeschi, italiani, con cui, in caso di necessità, egli avrebbe potuto «lavorare». Sulla base delle delazioni di Nagy-«Volodia» furono proces¬ sati diversi gruppi di emigrati politici, comprendenti membri dei partiti ungherese, tedesco, e di altri partiti. Tutti vennero accusati di attività «antisovietica», «terroristica», «controrivoluzionaria» (i casi degli «Agrari», degli «Incorreggibili», di «Agonia dei Predestinati» e altri). In uno dei documenti (del giugno 1940) viene indicato che Nagy «fornì materiali» riguardo 15 «nemici del popolo» arrestati, che lavoravano nell'Istituto internazionale agrario, nel Co? mintern, nel Comitato pansovietico per le radiodiffusioni. L'attività di «Volodia» portò all'arresto del noto scienziato E. Varga e di un'intera serie di esponenti del partito comunista ungherese (B. Varga-Vago, G. Farkas, E. Neiman, F. Gabor etc). Parte di costoro fu fucila- ta, parte fu condannata a diverse pene detentive e al confino. Molti vennero riabilitati tra il 1954 e il 1963. Dai documenti d'archivio disponibili non risulta che Nagy fu costretto a collaborare con l'Nkvd. Inoltre nei documenti si fa riferimento diretto al fatto che «Volodia» mostra una grande dedizione e iniziativa nel lavoro ed è una agente qualificato». Tenendo conto della campagna propagandistica scatenata in Ungheria, del suo carattere e dei suoi fini, riterremmo utile informare il segretario generale del posu, K. Grosz, dei-documenti in nostro possesso, e consigliarci con lui circa la loro possibile utilizzazione. Il Presidente del Comitato V. Kriuchkov «Nelle ricerche sulle repressioni in Urss sono stati trovati documenti che gettano luce su aspetti finora sconosciuti dell'attività di Nàgy nel nostro Paese» «Abbiamo le prove: denunciò alla Nkvd 38 emigrati politici ungheresi e 150 suoi conoscenti russi, tedeschi, italiani» Pubblichiamo la lettera che Vladimir Kriuchkov, all'epoca presidente del Kgb, inviò al CC del pcus nel giugno '89. Il documento, conservato in un «fascicolo speciale» qualificato «di particolare importanza», è scritto su carta intestata del Comitato per la sicurezza nazionale dell'Urss (il Kgb) e intitolato dallo stesso Kriuchkov «Materiali d'archivio a proposito dell'attività in Urss di Imre Nagy». Vladimir Kriuchkov. Nell'immagine grande i solenni funerali di Imre Nagy svoltisi a Budapest nel giugno 1989: vi parteciparono anche Achille Occhietto e Bettino Craxi (foto sotto)
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