«Scappo da papà e dai riflettori»

Perugia, il ragazzo rapito era stanco di essere esibito. «Rinuncio volentieri a una vita agiata» Perugia, il ragazzo rapito era stanco di essere esibito. «Rinuncio volentieri a una vita agiata» «Scappo da papà e dai riflettori» Augusto De Megni sceglie la madre PERUGIA NOSTRO SERVIZIO «Tra le luci della notorietà e una vita normale, serena, come tutti i ragazzi della sua età, il mio Augusto ha scelto la vita normale. Staremo insieme, io, lui e sua sorella Vittoria. Ricominceremo da capo, anche se posso dire che non ho mai sentito di aver perduto mio figlio, neppure quando, tre mesi prima che i banditi lo rapissero, decise di andare a vivere con il padre». E' la prima volta che Paola Rossetti, la madre di Augusto De Megni, il bambino rapito nell'ottobre del 1990 e liberato dai Nocs 110 giorni dopo sulle colline di Volterra, ha deciso di parlare. Parlare le costa tantissima fatica, ma adesso è felice. Ieri mattina, dinanzi al giudice del tribunale di Perugia, Augusto ha fatto la sua scelta. Ha spiegato che, pur non avendo nessun motivo di attrito con il padre Dino, preferiva ricominciare la sua vita con la madre e la sorella. «Per me - dice la madre Paola - è stato come toccare il cielo con un dito. E pensare che durante i lunghi mesi della prigionia dicevano che ero una madre insensibile perché mi rifiutavo di andare davanti alle telecamere a mostrare il mio dolore. Ho voluto soffrire in silenzio, come una madre qualsiasi, ma adesso la scelta di mio figlio mi ha ripagata di tante amarezze, di tante dolorose ferite. Ecco, da questa storia adesso vorrei rimanere fuori: da oggi voglio dare ad Augusto una vita normale. Basta parlare, forse ho parlato fin troppo: non voglio che Augusto, che ha una sensibilità straordinaria, mi rimproveri: mamma, ma allora tu fai come gli altri...». E' il primo sfogo di Paola Rossetti dopo malintesi, equivoci, incomprensioni: «Su di me è stato detto tutto e il contrario di tutto, anche che ero malata di nervi, che non potevo accudire a mio figlio. Quando mi sposai sapevo dì entrare a far parte di una famiglia potente, e quando ne sono uscita ne ero altrettanto consapevole. Oggi sono una donna febee: so che anche mio figlio ha fatto la sua scelta. Certamente che era gasato, ma sa perché? Perché io dico che per essere gasati ci vuole qualcuno che ti gasa. Ma quella non era la sua natura. Gli parlavano di macchine, di regali costosi. Ma lui infine ha dato un calcio a quel tipo di vita. Vedevo Augusto una volta la settimana e alle otto di sera, ma ha sempre saputo come intendo io la vita. Ho subito il possibile e l'impossibile e adesso nulla più mi fa paura. No, non temo alcuna ritorsione. Suo padre potrà vedere Augusto quando vorrà». Cosa c'è nel futuro del piccolo Augusto, che oggi frequenta la terza media? «Mio figlio è intelligente, ma forse ha tirato troppo la corda, troppo sport, calcio e tennis sono la sua passione. Tornei dappertutto, ma adesso deve tornare a pensare di più allo studio. Da grande deve diventare un bravo professionista». A rendere più forte il solco tra i genitori di Augusto, separati da più di cinque anni, anche i diversi sistemi di educazione per i figli: eppure il ragazzo era sembrato felice a fianco del padre Dino, dirigente d'azienda di grandi possibilità economiche, del nonno Augusto, personaggio tra i più conosciuti della città, già maestro venerabile del Grande Oriente d'Italia. Con il padre Augusto era stato ospite dei suoi idoli, i giocatori del Milan, nel ritiro dei rossoneri, nei mesi successivi alla li¬ berazione. E poi nel tennis aveva recuperato alla svelta il tempo perduto. Seguito a tempo pieno da un maestro bravissimo, aveva partecipato a tornei importanti in tutte le parti d'Italia. Anche un altro desiderio di Augusto si era realizzato in poco tempo: il Perugia lo aveva convocato tra i suoi giovani. Adesso gioca nel ruolo di portiere nella formazione dei Giovanissimi. Papà Augusto avrà parlato a lungo della decisione presa da suo figlio ed ora ha poco da aggiungere: «Non intendo commentare un desiderio di un minorenne - si limita a dire -. Non ho assolutamente nulla da rimproverarmi e tutti lo sanno. Sono stato vicino a mio figlio, ritengo di aver fatto la mia parte». Il legale di Paola Rossetti, la madre del ragazzo, ha però qualcosa da aggiungere: «Augusto era stufo di essere esibito, non ci si è più ritrovato in quello stile di vita che gli veniva proposto dalla famiglia De Megni. Il ragazzo la scelta l'ha fatta in piena libertà. E pur non avendo il padre fatto opposizione alcuna, mi limito a rilevare che questa è la prima volta che una famiglia potente come quella dei De Megni ha perduto in maniera clamorosa». Le due parti hanno raggiunto un accordo anche per quanto riguarda l'aspetto economico: per il mantenimento del ragazzo, che ha lasciato la splendida villa alla periferia della città per trasferirsi nell'appartamento del centro storico che dividerà con la madre e la sorella, il padre verserà un milione al mese. Il protagonista di una vicenda che commosse tutta l'Italia, e che nei 110 giorni di prigionia fu capace di instaurare un rapporto con i suoi carcerieri, adesso si è tirato in disparte. Dribbla microfoni e taccuini ed odia i flash dei fotografi. Forse proprio quelli lo hanno aiutato a decidere. Mario Mariano Di fianco Augusto De Megni con la madre. Nella foto grande il piccolo assieme al padre e all'allenatore Sacchi

Persone citate: Augusto De Megni, De Megni, Mario Mariano, Paola Rossetti, Sacchi

Luoghi citati: Italia, Perugia, Volterra