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Ma non è contrappasso L'Inferno di Dante, la memoria di Craxi e il fustigatore fustigato Ma non è contrappasso DALLA sua memoria dantesca, l'on. Craxi non ha esitato a tirare fuori una rara parola, quando ha saputo che anche Giorgio La Malfa era stato raggiunto da un avviso di garanzia: «Come si vede, è la legge del contrappasso», ha commentato. L'on. Craxi dev'essere un buon frequentatore della Commedia, assai più che di Plinio il Vecchio, da lui confuso, in una polemica di qualche anno fa sul voto segreto, con il Giovane. Lo stesso pseudonimo di Ghino di Tacco lo ha preso a prestito dal sesto canto del Purgatorio (quello dell'Italia «non donna di province, ma bordello!» a lui certo familiare). Il brigante di Radicofani viene citato dall'Alighieri per avere eliminato un importante aretino e questo non può aver lasciato insensibile l'allora segretario del psi, incalzato su opposti fronti da Fanfani e da Lido Gelli. Ma sul contrappasso la me- moria dell'onorevole si deve essere un poco appannata. Dante usa la parola nel ventottesimo canto dell'Inferno, dove sono puniti i «seminator di scandalo e di scisma». La pronuncia Bertram del Bornio, poeta provenzale, condannato a una pena orribile per avere messo uno contro l'altro il re Enrico d'Inghilterra e il suo giovane erede. Poiché ha diviso un padre da un figlio, deve portare, lui, la testa divisa dal corpo; e la regge in mano. «Così s'osserva in me lo contrappasso», conclude, amaro «Contrappasso: piena corrispondenza della pena alla colpa», ricorda il Devoto-Oli. E' un po' difficile applicare questa de finizione al caso di La Malfa, il fustigatore oggi fustigato. A meno che s'intenda come colpa la richiesta di moralità, a lungo sbandierata dal segretario del pri. Ma questo è certo l'ultimo pensiero che può sfiorare l'on, Craxi. Giorgio Calcagno pp Craxi e Dante. Il leader psi aveva detto dopo l'avviso a La Malfa: «E' la legge del contrappasso»