«Castellari non si è ucciso» di Maria Corbi

6 Dietro la fine dell'ex direttore delle Partecipazioni statali una pista legata al traffico di uranio? «Castellari non si è ucciso» Giallo sulla morte del top-manager ROMA. Si apre un giallo sulla fine di Sergio Castellari. Suicidio, la tesi accreditata finora, o invece un omicidio? E in quest'ultimo caso per quale motivo il manager pubblico è stato eliminato? La dinamica della morte di Castellari, ex direttore delle Partecipazioni Statali, è avvolta nel mistero. Ne è convinto Tonino Ugolini, uno dei più quotati periti balistici italiani. Tre gli aspetti insoliti per un caso di suicidio: il cane della pistola alzato, a indicare una pistola pronta a sparare; la stessa arma rimessa nella cintura dei pantaloni, un gesto insolito per chi si è appena scaricato una pallottola in testa; la scelta di un luogo così isolato. «Innanzi tutto - ha spiegato Ugolini - il fatto che sia stato trovato il cane della pistola alzato vuol dire che qualcuno ha cominciato a premere il grilletto. Nella Smith and Wesson, infatti, il cane è abbassato e quando uno preme il grilletto, il cane si riarma, parte il colpo e poi si riabbassa automaticamente. Non è possibile che il cane si sia alzato da solo». «Nemmeno il fatto - aggiunge - di trovare traccia di polvere da sparo sulla mano di Castellari potrà fugare i dubbi su questa vicenda. Avrebbe potuto maneggiare la pistola e non aver premuto lui il grilletto». Di diverso parere Angelo Fiori, docente di medicina legale all'Università Cattolica. «Nel suicidio - avverte - capita di tutto. Un individuo che si spara alla testa può esplodere un secondo colpo e mettersi la pistola nella cintola. E' bene non fantasticare troppo in questi casi anche perché se si trattasse di un omicidio ci dovremmo chiedere perché la pistola dovrebbe essere nella cintola». Del fatto che Castellari non si sia tolto la vita di sua volontà si dice sicuro Sebastiano Montali, ex sottosegretario socialista alle Partecipazioni statali. «Quello di Sergio Castellari - sostiene in una intervista a "Milano Finanza" - mi sembra un omicidio e non un suicidio. Non ho elementi particolari per sostenere questa tesi, ma ho conosciuto e lavorato a lungo con Castellari». Dal ritratto che ne fa Montali Castellari risulta una persona molto pignola e forse un po' emotiva, ma non tanto da compiere un gesto disperato.«Non so - commenta l'ex seottosegretario - se sia stato ucciso o se sia stato spinto al suicidio, ma non mi sembra che fra le due ipotesi ci sia una grande differenza». Ma la differenza c'è perché nel caso sia stato ucciso diventa fondamentale capire chi poteva avere interesse a farlo fuori e perché. C'entra forse il misterioso contratto, di cui gli investigatori ancora non confermano l'esistenza, per la vendita di materiale nucleare all'Iran trovato a casa di Castellari e probabilmente stipulato da un'azienda collegata con le Partecipazioni statali? Sembra certo che nelle carte sequestrate dalle Fiamme Gialle nell'abitazione dell'ex dirigente del dicastero si parli di uranio puro prelevato da una società italiana e destinato, attraverso una triangolazione con una società tedesca, al Paese acquirente. Ma sono molte le tessere mancanti di questo drammatico mosaico. Tra queste il motivo che ha spinto Castellari a non recarsi giovedì scorso all'ora di pranzo all'appuntamento con i suoi legali che dovevano rassicurarlo sull'incontro che avrebbe avuto con i giudici. Mezz'ora prima dell'appuntamento Castellari ha avvertito che non sarebbe andato. La spiegazione potrebbe tro¬ varsi tra le righe delle lettere, una di suo pugno, le altre copie fotostatiche, che proprio quel giorno consegnò a un amico di cui si fidava perché le recapitasse ai suoi familiari e ai giornalisti. Una corrispondenza in cui Castellari fa capire di aver saputo da qualcuno che per lui sarebbe stato chiesto l'arresto. Solo un'ipotesi, perché sulla questione si sarebbe dovuto esprimere il gip il giorno dopo, ma che lo aveva terrorizzato. Tanto da spingerlo al suicidio. Probabile, ma sarebbe importante capire chi gli ha dato la notizia e come. Uno dei suoi avvocati, Luigi Di Majo, dice che la posizione giudiziaria del suo cliente non era drammatica e che all'incontro mancato avrebbe dovuto rassicurarlo sul possibile arresto. Il legale tenta di trovare una ragione: «Forse qualcuno lo ha terrorizzato a tal punto da fargli interrompere i rapporti con noi». E anche Di Majo si interroga sul suicidio. «Non avrei mai pensato - commenta - che di fronte ad una situazione di questo tipo Castellari potesse pensare di togliersi la vita». L'autopsia e la perizia balistica previste per oggi chiariranno molte cose. Previsto anche l'esame odontoiatrico per fugare ogni dubbio sull'identità. Maria Corbi Un perito: «Troppe incongruenze» Forse una chiave nelle carte nascoste in casa i A sinistra Sergio Castellari A destra il ministro della Giustizia Giovanni Conso

Luoghi citati: Iran, Milano, Roma