Gli Usa ignorano Di Pietro «Niente sesso, che scandalo è?»

Gli Usa ignorano Di Pietro «Niente sesso, che scandalo è?» Gli Usa ignorano Di Pietro «Niente sesso, che scandalo è?» AI corrispondenti americani in Roma, i direttori hanno sempre fatto richieste molto prevedibili: il Papa, l'eruzione dell'Etna, la Dolce Vita in via Veneto. Oggi il Papa sembra soltanto ripetersi, l'Etna è tranquillo e via Veneto è diventata un posto noioso. Gli italiani saranno magari sorpresi di apprendere quanto sia limitata l'attenzione che ottengono sulla stampa americana le loro disgrazie economiche e politiche. Questa girandola di scandali provoca soltanto, nei nostri caposervizio, un «vabbé, c'è altro di nuovo?». Cercando nei nostri archivi computerizzati, si scopre che praticamente non esiste copertura di notizie al di fuori delle grandi città. Anche quei giornali che riferiscono seriamente le notizie straniere - e non ce ne sono molti - non ritengono che questa storia italiana valga la prima pagina. Quanto alle televisioni, meglio non pensarci proprio. Questo atteggiamento ha molte ragioni. Eccone alcune. 1) Con un nuovo governo e un cambiamento nei programmi, in questo momento gli Stati Uniti sono concentrati sui loro problemi interni. 2) La corruzione, purtroppo, fa notizia soltanto da voi. Si potrebbe raccontare la stessa storia, con piccole differenze nei dettagli, a proposito di molti altri Paesi. Negli Stati Uniti molti politici sono noti per aver preso bustarelle, ma in genere queste pratiche vanno sotto il nome di «lobbying». 3) Gli scandali italiani sono terribilmente complessi e non sembrano avere retroscena sessuali. In ogni caso, come ha spiegato un gesuita americano che vive a Roma, sembrano essere più un segno di sana reazione anziché di un'Italia che va a pezzi. 4) L'Italia cambia continuamente governo da così tanto tempo che è difficile considerare speciale un normale avvicendamento. 5) La mafia vera è meno eccitante di quella che si vede ogni sera alla tv. Inoltre, gli Stati Uniti sono ben serviti anche da questo punto di vista. 6) Batti e ribatti, la lobby italiana negli Stati Uniti è riuscita a far entrare nella testa dei direttori di giornale che non devono pubblicare nulla che danneggi l'immagine dell'Italia. Così, vengono scartate tutte quelle storie che sembrano un po' stereotipate. 7) A parte Giancarlo Parietti, non ci sono più molti italiani i cui nomi siano immediatamente riconoscibili. Pochi americani saprebbero dire come si chiama il Presidente della Repubblica o il Capo del governo. Nel momento in cui anche la decantatissima relazione speciale con la Gran Bretagna è un po' appannata a Washington, come può l'Italia meravigliarsi che le sue azioni siano in ribasso nella città di Bill Clinton? 8) Subito dopo la Seconda guerra mondiale, l'Italia era ufficialmente un nemico vinto. Fu il pericolo comunista a farla sabre al rango di alleato privilegiato. In Italia c'era quello che veniva sempre chiamato «il più grande partito comunista occidentale», e c'era Pio XU, un formidabile cavallo di battaglia. Inoltre, il Paese contava qualcosa dal punto di vista strategico, in quanto fianco Sud-Est della Nato, o ventre molle, secondo i punti di vista. Privata di tutte queste circostanze, l'Italia non può aspirare all'interesse di un Paese che, comunque, non presta molta attenzione all'«estero». Inoltre, oggi a Washington il rapporto globale con la Comunità Europea conta molto di più di una relazione bilaterale con uno dei suoi membri. Barry James International Herald Tribune

Persone citate: Barry James International, Batti, Bill Clinton, Di Pietro, Dolce Vita, Giancarlo Parietti