Una levata di scudi contro Moody's di Gian Carlo Fossi

Da Tesoro, Bankitalia, governo e Confìndustria un unico grido: «Iniziativa avventata» Da Tesoro, Bankitalia, governo e Confìndustria un unico grido: «Iniziativa avventata» Una levata di scudi contro Moody's Barucci e Ciampi: colpo ai mercati ROMA. Tesoro e Banca d'Italia sparano a zero contro l'annuncio dell'agenzia americana Moody's di aver messo sotto osservazione, per un possibile declassamento, il «rating» del debito estero italiano. In perfetta linea con la ferma condanna espressa dal Presidente della Repubblica Scalf aro, il ministro del Tesoro Barucci e il governatore dell'istituto di emissione Ciampi contestano duramente, in una dichiarazione congiunta, il metodo e il merito dell'intervento dell'agenzia americana, considerato inopportuno e dannoso in un momento già così difficile per l'economia italiana. E' una presa di posizione che non ha precedenti nel nostro Paese e segna una secca svolta nel comportamento delle massime autorità monetarie, le quali finora avevano utilizzato e perfino cavalcato i responsi di Moody's per sostenere l'urgenza di drastiche restrizioni e varare stangate e stangatine. Ora, invece, non si esita a levare gli scudi contro l'agenzia americana che da quasi un secolo fa tremare, con i suoi verdetti, governi e aziende. «Sul piano del merito - si legge nella dichiarazione emessa nel tardo pomeriggio di ieri dal Tesoro e dalla Banca d'Italia - la disamina della situazione economica dell'Italia, quando avverrà, non potrà non cogliere i progressi avviatisi negli ultimi mesi nel contenimento di prezzi e salari e dei disavanzi pubblici, oltre che nel miglioramento della bilancia commerciale. Sul piano del metodo, non si può non osservare che il preannuncio del riesame di una economia come quella italiana e la prenotificazione di un possibile declassamento a pochi mesi dal precedente brusco declassamento del giudizio rischiano, come ieri (giovedì, per il lettore) è accaduto, di disorientare i mercati non solo nel segmento dei titoli più immediatamente interessato». E, qui, Tesoro e Banca d'Italia alzano il tiro con una forte critica. «Lungi dall'essere adempiuta - conclude la nota - verrebbe disattesa, pregiudicata la funzione a cui le agenzie di "rating" sono chiamate, in primo luogo per le imprese: quella di supplire le carenze o asimmetrie di informazione nei mercati finanziari e, per tale via, contribuire alla loro stabilità ed efficienza, nell'interesse ultimo dei risparmiatori». Sulla stessa lunghezza d'onda, le reazioni di alcuni ministri al termine della riunione del governo a Palazzo Chigi, di esperti economici e del presidente della Confìndustria Abete. «E' stato un giudizio - ha detto il ministro del commercio estero Vitalone certamente imprudente. Vi sono una serie di riflessioni compiute anche a livello di organi istitu zionali, oltre a segnali che racco gliamo noi stessi dalla Comunità europea, che contrastano con le indicazioni dell'agenzia americana. D'altra parte, anticipare giudizi senza motivazione non è certamente un buon servizio che si compie all'immagine del Pae se. Tanto più che tali iniziative rischiano, al di là di ogni intenzione, di innescare meccanismi pericolosissimi che possono provocare sui mercati dei veri e propri fenomeni di aggiotaggio». La lira, ha sottolineato il ministro della Ricerca scientifica Fontana, «si sta riprendendo bene, per cui il preannuncio dell'agenzia è chiaramente opinabile». Esplicita la condanna del ministro per le Aree urbane Conte: «Questa agenzia si distingue per attività contro il nostro Paese fino a rasentare i limiti della turbativa della Borsa». Fiaccavento, segretario generale per la programmazione, non ha dubbi: «Moody's si sbaglia». Per Abete, l'analisi dell'agenzia è schematica e superficiale. «La situazione di cambiamento - precisa - è così forte e con elementi così contraddittori che chi vive fuori del sistema Paese ha difficoltà a capire». Contrastanti, invece, le reazioni dei politici. Il socialista Spini ne trae spunto per sottolineare la necessità di una larga convergenza di forze in una politica di governo che consenta, in un arco temporale ampio, di vedere i risultati del risanamento economico e finanziario. I repubblicani, al contrario, insistono per un cambiamento dell'esecutivo e i missini esortano a prendersela con chi ha causato il declassamento e non con Moody's che «si limita a prendere atto dello sfascio in cui si trova l'Italia». Gian Carlo Fossi

Persone citate: Abete, Barucci, Ciampi, Fiaccavento, Fontana, Vitalone

Luoghi citati: Italia, Roma