Al vescovo piace l'intesa dc-pds

Monsignor Giachetti: «Oggi esistono i progetti per rilanciare la città» Monsignor Giachetti: «Oggi esistono i progetti per rilanciare la città» Al vescovo piace l'intesa dc-pds «Pinerolo ha finalmente trovato stabilità» Pinerolo è al giro di boa? Contro la sfiducia, male oscuro che nel recente passato ha contribuito a ridurre la città ad «encefalogramma piatto», si leva la voce del vescovo. «Direi che Pinerolo abbia toccato il fondo due o tre anni fa, quando la crisi non aveva progetti» osserva monsignor Pietro Giachetti che intrawede qualche schiarita: «Abbiamo l'impressione che sia già iniziata una certa reazione di resistenza e di superamento. Oggi ci sono dei progetti, il piano regolatore sta per essere varato con aspetti positivi come l'area industriale, con la quale stiamo uscendo dal fatalismo concettuale della deindustrializzazione; il governo della città ha una maggioranza più solida con l'ingresso del pds e c'è anche un modo nuovo di partecipare che sale dalle associazioni e dai gruppi». A Pinerolo, la crisi, ora generale, ha precorso i tempi: quella economica è iniziata ormai da un decennio con l'indebolimento di alcuni «miti incrollabili» dell'industria locale; quella di credibilità delle istituzioni, in questo caso quelle locali, ha radici in faide politiche esplose alla metà degli Anni Ottanta e risolte soltanto con le elezioni amministrative replicate nel novembre 1991. Purtroppo, però, lo stillicidio di cattive notizie non cessa. «Quanto prima, su indicazioni dello Iacp, il Comune di Pinerolo attuerà lo sgombero del primo lotto di inquilini morosi delle case popolari; - dice l'assessore Elvio Itostagno - poi, in primavera, ci aspettiamo un'ondata di sfratti su contratti privati che metterà in difficoltà soprattutto quegli anziani con la pensione al minimo». «La Chiesa - sottolinea il vescovo Giachetti - si sente inserita nelle problematiche del territorio e non si sottrae a questa ansia di riflessione e di dinamismo attivo». In effetti, qualcosa si muove e, fra i diversi stimoli, riprendono fiato discorsi di autonomia amministrativa. «Bisogna creare una cultura della piccola città, di decentramento delle istituzioni e dei servizi, che sottragga a Torino un ruolo che, poi, Torino stessa non è in grado di esercitare» sostiene Grado Merlo, pinerolese, docente di storia all'università statale di Milano. E il ruolo di Pinerolo capofila del suo comprensorio torna alla ribalta. Un ruolo per¬ so, si obietta da più parti. «Tutt'altro - interviene il sindaco Livio Trombotto -, il fatto è che c'è troppo campanile nella testa degli amministratori della zona, mentre l'amministrazione comunale pinerolese si è sempre fatta carico di compiti che vanno nell'interesse dell'intero comprensorio e ha attivato decine di miliardi di investimenti per assolverli. Un ulteriore sforzo lo faremo con l'area industriale, anche nella prospettiva europea». Già, l'Europa, sempre più invocata come ricetta anti-crisi nel quadro di incertezza e ades¬ so che Torino comincia ad apparire un po' più lontana. «Pinerolo e il Pinerolese nella dimensione europea? Bisogna stare attenti - avverte Grado Merlo -. Noi abbiamo un limite storico di collegamento con l'Oltralpe: abbiamo sempre dato, più che ricevuto. Storicamente, è l'Oltralpe che si espande sul Pinerolese». Salvo essere competitivi. «Quello Pinerolese fu l'unico Comprensorio piemontese che seppe dotarsi di un piano territoriale», ricorda Trombotto. Angelo Taverna

Persone citate: Angelo Taverna, Elvio Itostagno, Giachetti, Livio Trombotto, Pietro Giachetti, Trombotto