Italia, «avviso di garanzia»

Italia, «avviso di garanzia» Italia, «avviso di garanzia» I censori Usa incalzano Roma E subito i Btp perdono quota ROMA. Anche l'Italia ha ricevuto il suo avviso di garanzia, a notificarlo è stato uno dei più severi giudici dell'economia mondiale, l'agenzia statunitense di valutazione dei crediti Moody's, che ha annunciato di aver messo sotto esame, per un possibile declassamento, il voto del debito italiano in valuta, già abbassato nell'agosto scorso dal livello AA1 a quello AA3, come dire la serie D. Ma perché Moody's infierisce sul nostro disastrato Paese? La decisione è dettata essenzialmente da due preoccupazioni: la mancanza di progressi nella riduzione del deficit statale e l'accentuarsi della crisi politica. A questi elementi però se ne aggiunge un altro, di devastante potenza, l'«effetto Tangentopoli». Il dilagare «a macchia d'olio dello scandalo tangenti» è infatti considerato dagli analisti americani un serio ostacolo ad ogni riforma economica. Moody's ha dunque riaperto il dossier Italia ed indaga. Il punto cardine che deciderà la condanna ad un girone ancora più basso o la permanenza nell'attuale posizione sarà il giudizio sulla capacità delle istituzioni politiche «di far fronte adeguatamente ai grandi squilibri fiscali, alla recessione economica, alla disoccupazione in crescita e ad una struttura di governo in transizione, che sia in grado di proteggere gli investitori, domestici e stranieri». Aspettando di giudicare Roma Moody's ha comunque già colpito alcuni bersagli italiani, la vittima più recente è l'Enel, le cui obbligazioni sono Carlo Azeglio C ampi state declassate da AA1 a AA3. Dopo l'annuncio di Moody's, sul circuito telematico del Liffe di Londra le quotazioni dei Btp italiani sono crollate. Se intanto, in attesa del verdetto complessivo, si consulta la classifica internazionale dell'agenzia Usa ci si rende conto, con amarezza, che l'Italia rischia, in caso di pollice verso, di vedersi piazzare al livello Al, con Corea e Portogallo. Ma questo solo nella migliore delle ipotesi, perché, se le cose andassero peggio, potremmo finire addirittura a quota A2, in compagnia di Islanda e Thailandia. Insieme con gli strali di Moody's un forte richiamo all'Italia viene dalla Bundesbank, che preannuncia il suo «no» a nuovi ribassi dei tassi d'interesse. «Non possiamo essere considerati seminatori di disordine quando i nostri partner in Europa devono ancora mettere ordine nella propria casa - ha detto il vice presidente dell'istituto centrale tedesco, Hans Tietmeyer - questo riguarda principalmente i Paesi a valuta fluttuante, Italia e Gran Bretagna. Questi due Paesi non sono più soggetti alla disciplina dello Sme ha continuato Tietmeyer - e perciò mettere ordine è nel loro interesse, a meno che non vogliano farsi tentare da un disinteresse sui tassi di cambio. Un atteggiamento del genere metterebbe a repentaglio i loro tentativi di stabilizzazione, perché la svalutazione comporta inflazione importata». Vanni Cornerò Carlo Azeglio Ciampi

Persone citate: Carlo Azeglio, Carlo Azeglio Ciampi, Hans Tietmeyer, Tietmeyer, Vanni Cornerò