Eliminata a sorpresa Milva Passa il brano antiaborto

Il Festival della Mosciaggine ieri ha premiato i mediocri e stasera punta su Diana Ross Il Festival della Mosciaggine ieri ha premiato i mediocri e stasera punta su Diana Ross Eliminata a sorpresa Milva Passa il brano antiaborto SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Certo che quella delle eliminazioni è proprio una bella pensata. Gongoleranno Baudo e la Rai per il colpo di scena dell'esclusione di Milva, ma se il Festival nel 94 avrà la stessa formula di quest'anno, ci sarà fra i big una bella sfilata di brocchi, gli unici disposti ad immolarsi. Con Milva lasciano Jo Squillo e.Toni Esposito. «E' pentito di aver inventato il Festival?». «Sì» ha risposto Amilcare Rambaldi ad un telegiornalista alla ricerca di un commosso «come eravamo». Spiazzato, l'uomo ha abbandonato il tavolo del ristorante dove aveva abbordato il baldo ottantatreenne, e Amilcare è rimasto solo a meditare sulla propria responsabilità storica. Oggi Rambaldi è il patron del Club Tenco che promuove la canzone d'autore: la sua annuale rassegna lo scorso ottobre è saltata per mancanza di fondi. Invece la Rai ha catturato, per stasera e domani, Diana Ross, dandole tanti soldi (nostri) quanti basterebbero a organizzare mezzo Tenco. Siamo abituati, siamo rassegnati. Dev'esser parso giusto agli organizzatori rimpolpare il Festival della Mosciaggine con l'appassita star americana. Assodato che il vero vincitore di questo Sanremo del Tardo Impero è già Pippo Baudo con la sua mostruosa padronanza del palcoscenico a tutte le ore, a prova di nervi di sindacati di stanchezza di femmine e di talk show, ci pare che la vera protagonista della serata di ieri sia stata proprio l'esclusa Milva. Alla sola lettura fa sobbalzare, il testo della canzone «Uomini addosso», con quelle «braghe che scoppiano»: ma in scena la Pantera ha offerto del bolerone una interpretazione teatrale, elegante e ironica; il brano spiritoso non è un capola¬ voro, però la porta fuori dalle abituali corde drammatiche, le restituisce grazia e allegria. Doti non gradite, evidentemente, dalle giurie che hanno anche premiato il brano antiabortista di Nek. Un'altra donna va segnalata, la ragazza Angela Baraldi, più che debuttante: il suo brano «A piedi nudi» è stato fra i meno scontati in passerella. Cacciata anche lei. Il brano del probabile vincitore Minghi ha aperto la serata: «Notte bella magnifica» porta dentro mille conosciutissimi echi classici; piacerà alle masse quanto il Trottolino amoroso, nonostante i versi edificanti «notte bella bella notte magnifica» che di cantautorale hanno ben poco. Lunga la serie di mediocrità. I Matia Bazar hanno abbandonato la ricerca che aveva partorito «Vacanze romane» per uno stile danzereccio né bello né brutto; Nino Buonocore, eterno candidato a un successo che non arriva, in «Una canzone d'amore» sembra riecheggiare De Crescenzo piuttosto che se stesso; Jo Squillo almeno balla, è imbarazzante ma spumeggiante: perfino Rambaldi, che stava in un angolo della sala pensoso, ha confessato: «Era ora, ha svegliato anche me». Si ri- cade nello sconforto con «Cambiamo musica», un bratto pasticcio a cura di Tony Esposito e Ladri di Biciclette divorziati da Paolo Belli; è una canzone senza una cifra precisa che ha richiesto la presenza sul palco di ben dieci persone. Pensate che conto d'albergo verrà fuori. Quando ha cantato l'ottantunenne Roberto Murolo, non sembrava neanche di stare a Sanremo; la sua nobiltà sommessa, la sua dignità vengono scoperte dal Festival con soli quarant'anni di ritardo. «L'Italia è bbella», dedicata agli extracomunitari che arrivano in Italia cercando il paradiso, resta uno degli episodi più dignitosi del Festival. Ha fatto un discreto sforzo anche Cristiano De André, con un brano intenso e poco sanremese, «Dietro la porta», dove a tratti sfodera (purtroppo? per fortuna?) l'identico timbro del celebre padre. Come dice Rambaldi, che ne è rimasto entusiasta, la canzone ha un'atmosfera cantautorale, genovese e parigina insieme. A parte la Baraldi, nelle proposte giovani la serata è stata sconfortante. Sono passati i tre peggiori: Toni Blescia che sembra la replica del replicante Vallesi, ancor più pallido del già sbiadito originale; i Fandango con una canzone imbarazzante e una leader, la signorina Fiori figlia di Publio, più stonata di Tacconi; lo sfrontato e bullette Nek. Il suo brano antiaborto «In te (il figlio che non vuoi)» è una cialtronata messa cinicamente su per far parlare di sé che ha suscitato un uragano di fischi in sala stampa. Nell'annuncio il titolo è stato prudentemente censurato della parentesi, ma c'è da scommettere che la canzone provocherà molte prese di posizione. Eliminata Niné (cantava «Penimene* con i gesti la voce e fors'anche la musica di Teresa De Sio). Stasera, se resisterete fino alle 21,30 davanti alla tv, tenete d'occhio una ragazza di 21 anni che si chiama Antonella Bucci. E' una delle voci più belle che siano mai passate sul palcoscenico di questa simpatica località della Riviera ligure. Sabato pomeriggio alle 17, arriva l'ultima star della settimana, Alessandra Mussolini, per un corteo e un comizio del suo partito. Hanno detto i suoi, nell'annunciarla: «Viene sfidando la camorra». E già. Marinella Venegoni E domani arriva Alessandra Mussolini EliminaPassa iscontati in passerella. Cacciata anche lei. Il brano del probabile vincitore Minghi ha aperto la serata: «Notte bella magnifica» porta dentro mille conosciutissimi echi classici; piacerà alle masse quanto il Trottolino amoroso, nonostante i versi edificanti «notte bella bella notte magnifica» che di cantautorale hanno ben poco. Lunga la serie di mediocrità. I Matia Bazar hanno abbandonato la ricerca che aveva partorito Pippo Baudo e Lorella Cuccarmi Foto piccola, Antonella Bucci

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