Filosofìa in pericolo, la scuola la uccide

Filosofìa in pericolo, la scuola la uccide Un appello internazionale ai capi di governo: tra i firmatari Gadamer, Prigogine e Cacciari Filosofìa in pericolo, la scuola la uccide «Troppa specializzazione, si perde il senso globale del pensiero» JOVERA e nuda vai filosofia... Dal poetico lamento di Petrarca sono passati più di sei secoli, e la situazione è peggiorata. Tanto che adesso si rende necessario un appeUo. Lo firmano diverse personahtà deUa cultura italiana e intemazionale, fra cui Hans Georg Gadamer e Ilya Prigogine. Il documento verrà Ulustrato lunedì a NapoU aU'Istituto italiano per gh studi filosofici. «L'atteggiamento deUa società contemporanea verso la filosofia non appare adeguato ai problemi del presente - si legge nel testo -. Nelle scuole di molti Paesi l'insegnamento deUa filosofia e deUa storia del pensiero scientifico è da sempre ignorato o si riduce sempre più: milioni di studenti ignorano finanche U significato del termine filosofia». La causa? «Noi educhiamo talenti tecnicopratici e atrofizziamo il genio dell'invenzione filosofica». Conseguenza: «Vi sono sempre meno persone che comprendono la connessione dei fattori che costituiscono la realtà storica». L'appello è rivolto «a tutti i parla¬ menti e governi del mondo perché venga confermato e rafforzato lo studio deUa filosofia nel suo corso storico e neUa sua connessione con la storia deUe indagini scientifiche». FUosofia in pericolo, chi (che cosa) la minaccia? Massimo Cacciari, professore di estetica, è tra i firmatari deU'appeUo: «Assistiamo ovunque a una riduzione, aUa dispersione in una serie infinita di sottospecie, di indagini settoriali. La filosofìa diventa analisi del linguaggio, storiografia, logica, epistemologia. Che non si insegni per ciò che è in sé rivela un problema di fondo deUa nostra cultura: la perdita di ogni pensiero, di ciò che Spinoza chiamava la libertas philosophandi. Non so quanto possa interessare ai governi, ma è un fatto che riguarda la sorte deUo spirito europeo. Quale Dio crudele e vendicatore ha detto che non possiamo più ragionare deUa vita, deUa morte, dell'anima come facevano Platone, Proclo, Tommaso d'Aquino o Hegel?». Grande imputata la speciaUzzazione, che fa scordare la dimensione originaria del filosofare. L'appeUo-denuncia è sottoscritto anche dal filosofo teoretico Carlo Sini: «In tutta Europa è in atto un progressivo imbarbarimento degli studi secondari, spacciato come ammodernamento. Da noi c'è il progetto di estendere la filosofia anche agli istituti tecnici, ma in forma così frammentata che equivale a ehminarla. A che cosa serve studiare una filosofia specifica se non si ha una preparazione generale? Si rischia di cadere nella chiacchiera. E a che serve studiare un antropologo americano se non si conosce Aristotele?». Ma non tutti sono d'accordo. «Tra i firmatari dell'appello ci sono persone che vengono da situazioni molto diverse - fa osservare il filosofo del linguaggio Diego Marconi -. Reclamare "lo studio deUa filosofia nel suo corso storico" può avere senso nei Paesi anglosassoni: capirei se lo dicesse Popper, ma Gadamer... In Germania non si è mai fatto altro che storia della filosofia. E da noi U problema degli studi filosofici non è certo quello della consapevolezza storica, ma queUo dell'impegno teorico. La parceUizzazione del sapere è caratteristica deUa cultura contemporanea. Stracciarsi le vesti per questo mi sembra un relitto umanistico». «Sono polemiche sterili - concorda il filosofo della scienza Giulio GioreUo -. Non si è filosofi se non si sa entrare e uscire di continuo dai confini della filosofia. Chi sta a guardare le cose dall'alto resta sul generico: molti pensieri suUa libertà, sulla necessità, sull'esistenza di Dio sono venuti proprio dal confronto con le ricerche dagli scienziati». GioreUo condivide l'allarme per la sorte deUa filosofìa, ma aggiunge che anche i filosofi dovrebbero badare a non cadere nel riduzio nismo: «La filosofia non è solo una disciplina storiografica, una consolazione in piUole da somministrare ai giovani di fron te aUe difficoltà dell'esistenza. Si dice sempre che Dio è morto e la filosofia sta male, ma chissà se Dio e la filosofìa lo sanno... Forse sono i filosofi che stanno male» Maurizio Assalto «Così l'Europa si imbarbarisce» Massimo Cacciari e alla destra Carlo Sini: due firmatari dell'appello

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