E l'appello divide Rama di Flavia Amabile

Ma la comunità degli arabi «E' una caccia alle streghe» E Cappello divide Rama / teologi: è vero, sono coppie a rischio ALL'ALTARE ROMA. «Accidenti! Meno male che mi sono già sposato», Ali Marawi è uno dei tanti musulmani che vivono a Roma e non riesce proprio a fare a meno di sospirare per lo scampato pericolo. Scampato, oltretutto, proprio per un soffio: ha celebrato solo un mese fa il matrimonio e ora può godersi, tranquillo, la sua giovane moglie italiana, Ada, e la sua nuova condizione familiare. Non si può dire lo stesso per le future coppie. Ieri monsignor Clemente Riva ha lanciato un appello ai parroci perché sconsiglino le ragazze cattoliche dall'unirsi in nozze con musulmani «perché andranno incontro a problemi inimmaginabili»: «Si riprende la caccia alle streghe - commenta Samir Al-Qaryouti, corrispondente dall'Italia per il quotidiano arabo Al-Quds - c'è una nuova ondata di razzismo che sta avanzando e questo atteggiamento della Chiesa cattolica ne è la prova». Lui, invece, di prove che monsignor Riva ha torto ne fornisce altre: è sposato da ventun anni con una don- na cattolica, ha tre figli e una vita che definisce «felice». Certo, racconta, c'è stato qualche problema al momento del battesimo, la religione musulmana non lo prevede, ma «quale coppia non incontra delle difficoltà più o meno simili sul suo cammino?». Per i musulmani è scattato il segnale d'allarme, dunque. Ma è un segnale che nessun altro sembra aver sentito finora perché lo schieramento dei fa¬ vorevoli alle parole di monsignor Riva è molto ampio. «Per carità - padre Piero Gheddo, direttore della rivista Mondo e Missione, inorridisce al solo pensiero di tutti i casi di matrimoni misti falliti che ha visto nella sua vita - è una questione di esperienza e l'esperienza dice che, c'è poco da fare, queste unioni non funzionano». E' categorico padre Gheddo e la domanda è spontanea: si rende conto che è una posizione peri- colosa da sostenere questa? «Macché pericolosa - risponde qui non è un problema di razzismo, ma di fatti. Due giovani possono anche volersi bene e essere di due religioni così diverse come quella musulmana e quella cattolica, ma, a parte pochi casi fortunati, dopo un po' incontrano tante di quelle difficoltà che la loro vita di coppia diventa impossibile». La pensa così anche il teologo Carlo Molari. «Non ci sono dubbi, Ma la comunità degli arabi «E' una caccia alle streghe» Monsignor Clemente Riva (a sinistra) e padre Gheddo le difficoltà sono tante. Certo, se con il matrimonio la donna cattolica deve poi anche andare a vivere in un Paese arabo, allora, oltre che difficoltà davanti a lei può esser certa che si ergono dei veri e propri muri. Se, invece, si tratta di sposi che decidono di vivere in un Paese occidentale, è necessaria una forte dose di pazienza e rispetto reciproco. E il cammino lungo questa strada è ancora molto molto lungo». Una posizione molto prudente di fronte alla parola razzismo è anche quella di Dario Coen, consigliere dell'associazione Europa-Israele: «No, non me la sento di parlare di razzismo. Certo, in un momento del genere le parole di monsignor Riva sono però quantomeno infelici». Eh sì, infelici, «quasi sacrileghe», aggiunge Ali Marawi, perché nel Corano c'è scritto: «Nel mondo abbiamo creato popoli e tribù perché vi conosceste, e non per farvi litigare», precisa. Flavia Amabile

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