«Ragazze non sposate musulmani» di Foto Erreb.

Un vescovo lancia il grido d'allarme durante l'incontro del Papa in Vaticano con trecento parroci romani Un vescovo lancia il grido d'allarme durante l'incontro del Papa in Vaticano con trecento parroci romani «Ragazze, non sposate musulmani» «Andate incontro a problemi inimmaginabili» CITTA' DEL VATICANO. Ragazze, non sposate i musulmani. L'avvertimento è risuonato tra le mura austere della sala Clementina, in Vaticano, ieri durante l'incontro tradizionale del Papa con gli oltre 320 parroci romani. E' stato monsignor Clemente Riva, vescovo ausiliare per la zona Sud e considerato uomo del dialogo, a lanciare un grido d'allarme. Rivolgendosi ai parroci della Capitale radunati di fronte al Papa, mons. Riva ha parlato all'improvviso quasi senza rendersi conto dell'impatto del suo intervento: «Sconsigliate il matrimonio, specialmente alle ragazze perché non sanno cosa le attende. Nelle nuove famiglie si troveranno a vivere delle situazioni inimmaginabili». Subito dopo monsignor Riva ha aggiunto che anche i parroci devono stare attenti a non mettere a disposizione dei musulmani dei locali di proprietà della parrocchia. Gli islamici - ha spiegato tendono a considerare loro proprietà i luoghi in cui pregano. E naturalmente ciò crea problemi a non finire. L'incontro di Giovanni Paolo II con i parroci di Roma avviene proprio il giorno dopo le Ceneri, all'inizio della Quaresima, ed è un momento dedicato ad un giro di opinioni sulla situazione ecclesiale della città. I parroci però non disdegnano, nei loro interventi, di compiere escursioni anche in politica e nei rapporti con le altre religioni, sette in particolare. Questa volta il ruolo di primo piano l'hanno assunto gli islamici, anche perché è vicina l'inaugurazione della grande moschea della capitale e il contatto con la forte comunità musulmana crea qualche problema. In tutta Italia, secondo i dati dei vescovi, ci sono quasi trecentomila seguaci del Profeta, di cui svariate decine di migliaia soltanto a Roma. L'inaugurazione della moschea, la più grande d'Europa, con annessi giardini e centri culturali e ricreativi, è guardata con forte preoccupazione dal Vaticano. Non a caso la costruzione del complesso di culto iniziò nel lontano 1975 dopo le oppo¬ sizioni vaticane e si è trascinato per quasi venti anni a causa degli ostacoli burocratico-religiosi oltreché ambientali. Del resto anche se il Papa si presenta come il principale promotore del dialogo con l'Islam, non è un mistero che la Chiesa sconsiglia vivamente i matrimoni tra fedeli delle due religioni e presso il tribunale romano della Sacra Rota si stanno moltiplicando le cause di nullità chieste da ragazze cattoliche che hanno sposato uomini di fede musulmana incorrendo in successive situazioni poco piacevoli. Anche per la delicatezza di questo tema e i riflessi che avrà sul dialogo tra le religioni, il Vaticano ha scelto il «black-out» completo sui contenuti degli interventi dei parroci, ma anche cosi dai partecipanti è stato possibile apprendere qualche altro dettaglio. La famiglia, i divorzi, le convivenze di fatto, gli aborti hanno costituito il centro di molti interventi. Un parroco ha plaudito all'iniziativa della de romana di proporre la costituzione di un assessorato per i problemi della famiglia nella prossima giunta. E subito il segretario cittadino democristiano, Romano Forleo, ha commentato che il suo partito «vuole venire incontro ai problemi reali» e chiede la collaborazione di tutte «le forze vive» della città, cattolici in testa. A parte questa eccezione, nell'aula vaticana sono risuonate parole di fuoco contro i politici. L'intreccio «perverso» tra politica e affari è stato duramente stigmatizzato. «I cristiani - è stato detto - devono eccellere nella capacità di far politica» e rispondere così in modo convincente «di fronte all'esplodere della questione morale». Né sono mancate critiche alla gestione della Chiesa. «Noi sacerdoti di Roma siamo lontani dal linguaggio della profezia», ha osservato un parroco. Ed altri hanno sottolineato che è necessario stare più dalla parte dei settori disagiati ed emarginati della popolazione. Giovanni Paolo II ha ascoltato con pazienza per oltre un'ora e mezzo. Poi ha parlato per una ventina di minuti improvvisando. Abilmente ha evitato di esprimersi sui rapporti con l'Islam. Si è invece concesso una divagazione scherzosa, a sottolineare il tono disteso ed amichevole dell'incontro. «Volevo salutarvi con il motto in latino "parrocus supra papam", cioè il parroco sta sopra al Papa». Espressione, ha aggiunto, che intende sottolineare il primato del parroco e quindi l'importanza che ha per la Chiesa la parrocchia in quanto prima cellula e prima pietra dell'edificio ecclesiastico, senza la quale i vescovi e il Papa stesso risultano inutili. Sandro Berrettoni «Nelle nuove famiglie le giovani troveranno situazioni molto difficili» Una giovane Italiana e un arabo: unione a rischio? [FOTO ERREB.]

Persone citate: Clemente Riva, Giovanni Paolo Ii, Profeta, Riva, Romano Forleo, Sandro Berrettoni

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Europa, Italia, Roma