«Sussurri e grida» nel Palazzo

«Sussurri e grida» nel Palano «Sussurri e grida» nel Palano Tam-tam di notizie avvelenate da Tangentopoli «PUGNALATE» ALLA CAMERA SROMA AI cosa dice Severino Galante, quel deputato di Rifondazione? Che i giudici di Milano hanno trovato un conto corrente del pds in Svizzera, altroché cavoli». Raffaele Mastrantuono, deputato socialista, sussura queste parole all'orecchio di tutte le persone che incontra nel Transatlantico di Montecitorio. Poco più in là, seduto su un divano, Vittorio Sbardella, capo della de romana, commenta quel «sussurro»: «Vedo che Occhetto si aggira con la faccia smunta mentre Cervetti è tornato a sorridere dopo l'avviso di garanzia. Vai a vedere che questa storia è fondata». Ancora qualche passo nel Transatlantico e le «voci» cambiano. Adriano Biasutti, un deputato de, irrompe trafelato in un crocchio di parlamentari democristiani. «E' vera la notizia che è arrivato un avviso di garanzia a Gianni Fontana? - chiede -, dicono che stia per dimettersi dal governo». Il capo della segreteria di Martinazzoli, Pierluigi Castagnetti, con il viso terreo, corre subito nell'aula di Montecitorio per telefonare all'interessato e, dopo qualche minuto, torna con la certezza che il pericolo è scampato. All'altro capo del Transatlantico, invece, le «voci» sul pds continuano a montare. Alcuni deputati socialisti dicono che Radio Popolare ha trasmesso la notizia di un avviso di garanzia ad Achille Occhetto. Qualche minuto e arriva la smentita. «No, non è vero - dice un deputato repubblicano - lo ha avuto Renato Altissimo». «Io non ho ricevuto niente - se la prende alla buvette lo stesso segretario liberale non facciamno scherzi». Qualche ora dopo Radio Popolare annuncia di aver sporto querela contro i «propalatori» della falsa notizia: nessun notiziario dell'emittente ha parlato di inchiesta sul pds o di avviso di garanzia ad Occhetto. Le chiamano «voci», in gergo «boatos», e in questi giorni drammatici la fanno da padrone nei Palazzi della politica. Sono tam-tam che trasmettono i «bollettini» degli arresti, veri presunti o falsi. Quasi un telefono senza fili che rilancia i segnali raccolti da Milano. Dentro ci finisce un po' di tutto: notizie vere arrivate in anticipo di giorni per canali riservati; minacce gettate là per impaurire o intimidire; speranze di chi già colpito, preferirebbe trovarsi in compagnia. Ed è difficile, se non impossibile, destreggiarsi in questa giungla di nomi di Procure, di giudici, di imputati, di accusatori, di episodi veri o inventanti. Ma malgrado siano «intangibili» e «indecifrabili» le voci sono davvero divenute un capitolo importante di Tangentopoli. Tantoché ieri, quando la notizia del presunto conto in Svizzera si è diffusa oltremodo, il gruppo dirigente del pds ha dovuto correre precipitosamente ai ripari. Occhetto l'ha buttata in scherzo: «Magari fosse vero - ha detto - noi siamo con l'acqua alla gola». D'Alema, invece, l'ha presa più sul serio: «Sono voci che cir¬ colano da giorni e più passa il tempo e più mi convinco che fanno parte di un disegno più ampio, di una vera strategia della tensione». E alla fine il numero due del pds deve aver convinto anche il numero uno, se in serata è uscito addirittura un comunicato ufficiale di Botteghe Oscure: «In merito a voci e mor¬ morii - si legge - tanto insistenti quanto infondati giova ribadire che non corrispondono a nulla di reale; si tratta di capire chi alimenta tali voci e con quali scopi. Si tratta, infatti, di calunniatori malintenzionati». Ma in questi giorni particolari non solo il pds è stato vittima di tutto questo «vociare». «Voglio proprio vedere - ha detto ad esempio ieri nel Transatlantico di Montecitorio, Michele Zolla, intimo consigliere di Scalfaro quando la faranno finita col tirare in ballo in modo sporco tanta gente...». Sì, perché le solite «voci» ignote, nei giorni scorsi, hanno chiamato in causa un po' tutti, anche i santuari della politica. E mentre queste continuano a galleggiare nella palude del palazzo altre, non anonime, hanno fatto le loro vittime. Come quella portata la settimana scorsa in Parlamento dal deputato della Rete, Diego Novelli. «Per delle inchieste piemontesi il ministro Goria - disse in quell'occasione l'ex sindaco di Torino - rischia l'arresto visto che non ha più l'immunità par¬ lamentare». Dopo 24 ore l'allora ministro delle Finanze diede le dimissioni «perché è impossibile - spiegò - difendersi da certe voci». E anche adesso, a mente fresca dopo sette giorni, Goria è contento di aver fatto quel passo. «Certo che ho fatto bene, ma scherziamo! - si è sfogato l'altro giorno l'ex ministro -. Figuratevi che appena ieri mi ha chiamato un amico per chiedermi se davvero mi avevano ritirato il passaporto. E uno che fa? Dice di no, lo ripete 15 volte ma non basta. Pensate che adesso stanno cercando di mettere in mezzo anche il mio successore, il povero Reviglio, su questa storia dell'Enimont. Ma lui non c'entra niente, basta andare a controllare le date. Ma non fa nulla, il vociare permane. E proprio per far fronte a questo, per vivere tranquillo, io ho preferito mandarli tutti a quel paese». Goria parla delle «voci» malevole, quelle che vengono diffuse per far male. Ma ci sono quelle che vengono messe in giro per difendere qualcuno o per smontare un'accusa. «Mi hanno det¬ to, ma non posso dirvi chi - ha confidato ad esempio Clemente Mastella ieri, alla buvette di Montecitorio -, che chi ha parlato con Graziano Moro, il grande accusatore di Enzo Carra, si è sentito dire: "Io il provero Enzo ho dovuto chiamarlo in ballo perché era l'unico modo per uscire dalla galera"». Infine, ci sono anche le voci riportate con un soggetto ben preciso, magari istituzionale, ma difficilmente riscontrabile. Come quella contenuta ieri in una delle «veline» che circolano a Montecitorio. Come se niente fosse, infatti, era riportata una richiesta di non meglio identificati giudici che, se fosse vera, potrebbe esser paragonata ad «un colpo di Stato»: «I magistrati - questa è la formula usata, chiamando in causa tutti i giudici italiani - ritengono che attendere un altro anno per cambiare deputati e senatori sia troppo lungo». Anche questa, anche se scritta su un foglio, è una «voce» come le altre. Augusto M (ruolini «Avvisi a Fontana ed Altissimo. Conto pds in Svizzera» Tutte invenzioni In alto a sinistra Giovanni Goria Qui accanto a sinistra Massimo D'Alema A sinistra il ministro dell'Agricoltura Gianni Fontana Sotto, Vittorio Sbardella '

Luoghi citati: Milano, Svizzera, Torino