Fiducia ad Amato ma con riserva di Alberto Rapisarda

Il Presidente del Consiglio «apprezza» pds e Verdi. Scalfaro: i valori non sono in crisi Il Presidente del Consiglio «apprezza» pds e Verdi. Scalfaro: i valori non sono in crisi Fiducia ad Amato, ma con riserva Occhetto: pronti più che mai per un governo di svolta ROMA. Il primo a parlare è stato Scalfaro: bisogna recuperare fiducia. Poi il presidente del Consiglio, Amato, ha concluso il dibattito sulla fiducia alla Camera (ha avuto i voti di de, psi, psdi, pli, svp, Unione valdostana) con parole di apprezzamento per gli interventi del pds e dei Verdi. E' seguita la Confindustria lanciando l'allarme contro il rischio di «avventurismi o restaurazioni». Da ultimo, Achille Occhetto ha riparlato del governo di transizione con parole più convincenti del solito. Per la prima volta dall'inizio delle indagini su Tangentopoli, pare di cogliere un corale e sincero anelito di tutti a mettersi d'accordo per tentare di arginare l'onda dello scandalo che tutto rischia di travolgere, comprese le istituzioni repubblicane. Con gli avvisi di reato, con gli arresti, con le voci prive di conferme (ieri circolava quella su un conto svizzero del pds) che coinvolgono ormai non solo i partiti ma anche gli industriali. In questi giorni di continui colpi, ha detto ieri il presidente della Repubblica ad un gruppo di giovani, bisogna ricordarci che «i valori non sono mai stati in crisi. I valori stanno benissimo». Scalfaro è preoccupato del dilagare della sfiducia: «Il male degli uomini delle istituzioni non vi impedisca di vedere l'immenso bene che c'è. Attenti al giudizio facile. Non è giusto travolgere un ninnerò indefinito di persone perbene in una valuta- zione negativa» per opera di tanti. Ora è preoccupata anche la Confindustria che avverte «nel Paese un forte pericolo di degrado» e invita a non mettere sul banco degli imputati il sistema industriale italiano. E sono preoccupati i pidiessini. Ieri si è avuta la netta impressione che Occhetto voglia realmente collaborare alla nascita di un nuovo governo. Nell'aula di Montecitorio Petruccioli aveva già detto alla de, ieri mattina, che non ha capito «che cosa siamo pronti a fare». Il segretario Occhetto ha poi spiegato in interviste al «Messaggero» e al «Mattino» che «siamo più che mai pronti per un governo di svolta». Occhetto vede «una accelerazione del mutamento della politica, giudica le elezioni anticipate «un lavacro improbabile» lasciando così intendere che si può ormai formare un governo che miri a durare per tutta la legislatura. «Oggi, a maggior ragione viste le condizioni drammatiche in cui viviamo, ribadisco che quella del governo di svolta è l'unica risposta possibile, l'ultima spiaggia per salvare la Repubblica. E noi siamo pronti. E' chiaro che parlando così intendo realmente impegnarmi». Un messaggio esplicito ed impegnativo al quale il segretario della de, Martinazzoli, ha risposto interessato ricordando che Amato sa che se ci fosse la possibilità di «un aumento di autorevolezza del governo, tutti insieme noi siamo disponibili, anche con i costi che ci vengono imposti». Insomma, c'è voglia di accordarsi per un governo più for¬ te. Quando potrebbe nascere non è prevedibile ma, una volta assodata la reale disponibilità del pds oltre a quella già dichiarata del pri, l'evento potrebbe anche verificarsi addirittura prima dei referendum di aprile. L'avviso di garanzia a Giorgio La Malfa ha dato una scossa elettrica al clima torpido e rassegnato che si coglieva nei palazzi della politica. Al Senato stanno lavorando a pieno ritmo per mandare in aula la riforma del finanziamento dei partiti. Il governo ha anche quasi ultimato un «decretone» che dà sostegno alle piccole e medie imprese del commercio e dell'artigianato e una più estesa cassa integrazione per il settore terziario. Sarà pronto a giorni anche il decreto che dovrà servire a togliere, rilievo penale all'infrazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Provvedimento che ha ben pochi oppositori in Parlamento. La stessa Lega non si oppone in linea di principio alla ricerca di una «soluzione politica» alle vicende di Tangentopoli. Niente colpi di spugna sul passato, dice Bossi, ma sì alla creazione di fondazioni sul tipo in uso in Germania per raccogliere le contribuzioni per i partiti. Ma bisogna anche permettere alla magistratura di controllare beni e contabilità dei partiti. Nella sua replica al dibattito sulla fiducia, Amato si era soprattutto impegnato a dimostrare come il suo non sia il «governo del Presidente» (definizione ripetuta dal suo compagno di partito, La Ganga), annunciando che avrebbe fatto tenere tutti i referendum entro aprile. In questo modo forzando le resistenze della de che avrebbe preferito far votare solo per i referendum elettorali del Senato e dei comuni, rinviando soprattutto quello sul finanziamento pubblico ai partiti. Marco Panneila ha dato atto ad Amato di questa sua scelta e i deputati della sua lista si sono astenuti sulla fiducia. Alberto Rapisarda Martinazzoli «De disponibile ad un esecutivo più autorevole» Giuliano Amato al banco del governo mentre parla con Marco Panneila Marco Panneila non vota contro «Sui referendum è stato corretto»

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