Scatta l'operazione Clinton senza l'appoggio dei caccia di Franco Pantarelli

Viveri dal cielo sulla Bosnia assediata, anche Major d'accordo Viveri dal cielo sulla Bosnia assediata, anche Major d'accordo 'operazione senza l'appoggio dei caccia NEW YORK NOSTRO SFRVI7IO NOSTRO SERVIZIO Anche ieri nessun annuncio ufficiale sul via ai voli americani destinati a rifornire le popolazioni affamate della Bosnia, ma solo indicazioni della «imminenza» dell'annuncio. In una conferenza stampa tenuta congiuntamente alla Casa Bianca con il primo ministro britannico John Major, a Washington per la sua prima presa di contatto con il successore di Bush. Clinton ha detto di non essere ancora pronto a dare il via all'operazione: «Ci stiamo ancora consultando con gli alleati - ha detto il Presidente -; vogliamo che tutti sappiano che si tratta di una missione puramente umanitaria». Sarebbe un grande errore interpretare questa operazione come un preludio ad un più ampio ruolo militare», ha tenuto a precisare il capo della Casa Bianca. Clinton ha sottolineato che gli Usa stanno cercando ampi consensi da altri Paesi per la missione e non ha escluso una loro partecipazione, senza però specificare quali tipo di coinvolgimento ci potrà essere. Secondo quanto dicevano quelli del seguito di Major, non è prevista una partecipazione di aerei inglesi all'operazione, ma il sostegno di Londra ora è garantito. Clinton dunque, dopo il «sì» del segretario generale dell'Onu Boutros Ghali, ha conti- nuato a «costruire il consenso» attorno alla sua idea di paracadutare gli aiuti. Il lavoro è costato qualche marcia indietro rispetto a ciò che veniva detto nei giorni scorsi. Ieri per esempio non si parlava più di aiuti «alle popolazioni musulmane isolate nelle zone di montagna a causa degli sbarramenti serbi», ma di «tutte» le popolazioni bosniache (serbe, musulmane e croate) ridotte alla fame dalla guerra civile generalmente intesa. Questo per sottolineare ancora una volta che «si tratta di un'iniziativa umanitaria e nient'altro», ha detto la portavoce di Clinton, Dee Dee Myers, ma anche, probabilmente, per rispondere alle accuse che vengono sia dai serbi di Bosnia sia dalla vicina repubblica di Serbia, e cioè che attraverso questa azione Washington sta cercando un pretesto (per esempio l'abbattimento di uno degli aerei «C-130» con i viveri) per intervenire massicciamente. E quasi a chiarire ancora di più che lo scopo americano non è quello, ma anzi c'è la volontà di evitare incidenti a tutti i costi, la Casa Bianca ne ha fatta un'altra di marcia indietro: quella riguardante la quota cui dovranno volare i «C-130». La scelta da compiere, come si sa, era fra la bassa quota (poco più di 300 metri) che garantiva di lanciare i viveri proprio nel punto stabilito, ma rendeva i«C-130» vulnerai i; „: „„i„: Holl'antiaprpa cnrh, ma rendeva i «C-130» vulnerabili ai colpi dell'antiaerea serba e quindi bisognosi di «protezione», che doveva essere assicurata dagli aerei da combattimento provenienti dalla «John Kennedy», già nel Mediterraneo; e l'alta quota (al di sopra dei 3000 metri), che poneva i «C-130» fuori della portata dell'antiaerea serba, ma non poteva impedire che il materiale paracadutato cadesse fuori bersaglio e finisse nelle mani dei serbi, o addirittura che le balle di oltre 1000 chili l'una centrassero qualche casa di coloro che si voleva aiutare. L'altro ieri sembrava che l'orientamento fosse per la bassaquota-con-protezione, con tutto ciò che di minaccioso implicava, mentre ieri si è ripiegato sull'alta-quota-senza-protezione, visto che tanto gli aiuti devono andare indifferentemente a tutti. Secondo i ragionamenti che si sentono fare, questa soluzione calza a pennello con le «reali» intenzioni di Clinton, che in qualche modo ha l'obbligo di mostrarsi più deciso di Bush sul problema Bosnia, visto che durante la campagna elettorale aveva duramente attaccato l'ex Presidente per la sua «passività», ma che certo non ha alcuna intenzione di imbarcare gli Usa in un'avventura che potrebbe rapidamente somigliare a quella vietnamita. Franco Pantarelli

Luoghi citati: Bosnia, Londra, New York, Serbia, Usa, Washington