UNA LEGGE NUOVA PER VOTARE di Gianni Vattimo

Mogadiscio, giorno di sangue UNA LEGGE NUOVA PER VOTARE SE non interverrà in extremis un decreto del ministro dell'Interno, in alcune grandi città come Torino si dovranno tenere le elezioni amministrative il prossimo 28 marzo. Il che significa ancora con la vecchia legge proporzionale, mentre è in corso di avanzata approvazione presso il Parlamento una nuova legge elettorale di tipo maggioritario che, oltre a rendere meno instabili, ricattabili, farraginosi, i governi delle città, dovrebbe anche permettere alle ammiriistrazioni di darsi un impianto meno esposto al gioco della corruzione e delle tangenti. Sarà pur vero che, come ha detto il presidente Amato, la gente non si nutre di riforme elettorali, e che dunque non ci possiamo aspettare che una nuova legge sul modo di eleggere i sindaci sia il toccasana per tutti i mali delle città, ma è anche vero che il presidente del Consiglio, Amato dimentica - non solo su questo specifico problema - che è proprio anzitutto la disfunzione amministrativa, prima ancora della stessa corruzione, quella che soffoca molta imprenditoria italiana a tutti i livelli, e che dunque incide direttamente su ciò che gli italiani possono o non possono prima produrre e poi consumare, non solo a tavola. Sempre per restare sul terreno «alimentare» su cui Amato ha voluto mettere la questione, è anche più clamorosamente e immediatamente vero che una nuova tornata elettorale con la vecchia legge darebbe luogo, molto probabilmente, ad amministrazioni comunali incapaci di durare, e dunque esposte al rischio di altre elezioni anticipate a brevissima Gianni Vattimo CONTINUA A PAG. 2 SETTIMA COLONNA

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