Satti vince Mezzano (pds)

Tra aspre polemiche la nomina del nuovo presidente Tra aspre polemiche la nomina del nuovo presidente Sotti, vince Mezzano (pds) Ma subito si dimettono Pappacoda (pri) e Tzouchiàs, indipendente pds Angeleri (de): «Adesso andiamo avanti con il risanamento dell'azienda» Tempesta di polemiche e dimissioni alla Satti, la società che gestisce le linee ferroviarie Torino-Ceres e Canavesana, oltre ad alcune decine di linee di pullman che uniscono Torino con la cintura e con numerosi centri del Canavese, della Valle di Susa e del Pinerolese. Ieri il consiglio di amministrazione si è riunito per eleggere il nuovo presidente, dopo le dimissioni che il repubblicano Pasquale Pappacoda aveva rassegnato quattro mesi fa, il 24 ottobre. In lizza il professor Alberto Russo Frattasi (di nomina liberale), docente di Economia dei Trasporti al Politecnico, e l'ex amministratore delegato dell'Atm, Giovanni Mezzano, rappresentante del pds. Il primo proposto dal socialista Enrico Buemi, ex amministratore delegato della società, e dal repubblicano Pappacoda; il secondo dalla de e dal pds. Ha vinto Mezzano con i voti di Alexandros Tzouchiàs (indipendente indicato dal pds), dello stesso Mezzano e dai de Agostino Angeleri (attuale vicepresi- dente) e Bigone e dal socialdemocratico Caponnetto. Tutto a posto? Neanche per idea. Adesso c'è presidente e vice presidente, ma mancano due consiglieri, poiché subito dopo il voto Pappacoda e Tzouchiàs si sono dimessi. Probabilmente tra oggi e domani saranno seguiti da Buemi, il quale non accetta questo nuovo vertice, a suo giudizio, «incompetente e delegittimato». Ribatte il vice presidente Agostino Angeleri, democristiano: «In quattro mesi abbiamo fatto ciò che Pappacoda e Buemi non erano riusciti a realizzare in più di due anni: il ripianamelo del deficit 1991 e il saldo dei debiti contratti con il ministero dei Trasporti. Altro che delegittimati. E adesso andremo avanti con il risanamento dell'azienda, ma senza scontrarci con i lavoratori come accadde a Pappacoda». E' su questo punto che il socialista Buemi va all'attacco: «Nello scorso ottobre avevo lasciato l'incarico di amministratore delegato proprio per i contrasti con la democrazia cristiana, che si era opposta alla politica di contenimento della spesa chiesto da me e dal presidente Pappacoda». Tzouchiàs, docente del Politecnico, indicato dal pds, ha votato per Mezzano, poi ha scritto la lettera di dimissioni. Perché? Visto che il suo candidato ha vinto con cinque voti su nove? Risponde: «Ho scelto Mezzano per garantire la governabilità dell'azienda. Ma nella consapevolezza che un'impresa non può essere gestita da una maggioranza e una minoranza. Per portare avanti una politica seria alla Satti sarebbe necessaria unità di intenti e di obiettivi. Non siamo in un Consiglio comunale, ma in un consiglio di amministrazione dove senza un'impostazione unitaria del programma si gestisce ben poco. Ho quindi deciso di andarmene». La bufera nella Satti, società per azioni, con il Comune azionista unico, si era iniziata subito dopo le ferie estive: il presidente e l'amministratore delegato spingevano per rivedere i contratti integrativi di lavoro, a loro giudizio, troppo «permissivi». I sindacati fecero muro e trovarono la «solidarietà» del pds e della de. A fine ottobre si dimise il presidente Pappacoda che giustificò il gesto con un nuovo incarico operativo ottenuto all'Enel in Valle d'Aosta. Pochi giorni dopo lasciò anche l'amministratore delegato, il socialista Buemi. Entrambi rimasero nel Consiglio di amministrazione con l'intenzione di dare battaglia al rinnovo del vertice aziendale. Ieri lo show dawn e la loro sconfitta con un rimescolamento politico che vede contrapposti i democristiani (in questa occasione alleati con il pds) il psi, i repubblicani e i liberali, [g. san.] Enrico Buemi, socialista

Luoghi citati: Mezzano, Torino, Valle D'aosta