Queiroz si gioca il futuro

Queiroz si gioca il futuro Queiroz si gioca il futuro E un et da 250 milioni all'anno ma se non va in Usa lo cacciano OPORTO DAL NOSTRO INVIATO Da lunedì sera il Portogallo si è chiuso nel bunker dell'hotel Gaia, nell'omonimo sobborgo di Oportò, una zona industriale dove dominano le aziende vinicole produttrici di quel prezioso nettare, vanto e orgoglio del Paese. Il clima che si respira non è da ultima spiaggia, ma poco ci manca. Il terrore di una sconfitta, che pregiudicherebbe in maniera quasi definitiva il viaggio in America, rende tesissima una vigilia durante la quale il et Queiroz ha economizzato le parole, preferendo rispamiare il fiato per spiegare e rispiegare ai suoi quello che non dovranno fare questa sera contro l'Italia. Domina su tutto la paura di sbagliare. Anche per questo Queiroz si è guardato bene dall'annunciare la formazione. Ha ancora qualche piccolo problema legato alle condizioni dei difensori Helder e Fernando Couto (il mastino per Casiraghi) e, visto che ha spiegato che a decidere saranno le difese, si può capire il suo riserbo. Nell'ultimo breve contatto avuto con la stampa italiana, Queiroz ha ripetuto un ritornello già noto: «E' arrivata la resa dei conti. Alla mia squadra chiedo prima di tutto serietà, impegno e grande attenzione per limitare i rischi. Affrontiamo la Nazionale più forte del nostro girone, che sa fare bene la zona ed il pressing. Dobbiamo essere mentalmente preparati per vincere. Se ci mancherà il carattere, andremo incontro a una sconfitta quasi sicura». Insomma, nel momento in cui cresce l'ottimismo di Sacchi, perde forza la sicurezza di Queiroz, l'uomo che, come l'Arrigo nazionale, non ha un passato da calciatore da vantare e meno certezze del rivale sul futuro. Il suo contratto scade nel '94. Soltanto se avrà in mano il biglietto per gli States avrà ancora la fiducia di una federazione in cui regna il caos. Gratta, gratta si scopre che neppure l'inflessibile Queiroz è sènza peccato. Infatti la metà del suo ingaggio annuo (250 milioni di lire, un quinto rispetto a Sacchi) è stata pagata sotto forma di rimborso spese, quindi non tassabile. Un piccolo esempio di sportopoli alla portoghese, se vogliamo, che conferma come anche da queste parti il calcio non disdegna di andare a cercare i sotterfugi. Oporto, scelta come sede della partita per una tifoseria molto calda, è pronta a stringersi attorno alla Nazionale. Lo stadio «das Antas» ospiterà stasera cinquantamila spettatori, pronti a sorreggere soprattutto Domingos, eroe di casa. Agli azzurri arriva anche il messaggio di Rui Barros, fuori forma, quindi relegato in panchina. L'ex bianconero ha una strana sensazione: «Mi pare che l'Italia si senta troppo sicura e quindi ci snobbi. Errore. Il Portogallo di fronte alla sua gente farà soffrire la squadra di Sacchi. I favoriti siamo noi». [f. Ver.J Roberto Baggio, leader azzurro

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