Un reporter di Stanley tra cannibali e stregoni di Fabio Galvano

Scoperti a Londra disegni, lettere, ritagli: gettano nuova luce sul grande esploratore Scoperti a Londra disegni, lettere, ritagli: gettano nuova luce sul grande esploratore Un reporter di Stanley tra cannibali e stregoni «Colazione africana: nel pentolone rimasero due piedi umani» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ""wj L dottor Livingstone, I suppongo?». E' legata a I quelle quattro parole, più I che alla sua avventurosa esistenza nell'Africa nera, la fama di Sir Henry Morton Stanley. Ma da una soffitta di Durham, nel Nord-Est inglese, la ricostruzione delle sue avventure si è casualmente arricchita di un nuovo tassello, che è anche un'importante pagina di storia africana. Il ritrovamento di una vecchia scatola di ferro e di un sacchetto di plastica, pieni di oggetti personali e di lettere di un soldato del secolo scorso, getta nuova luce su una spedizione organizzata da Stanley nel 1887 - 16 armi dopo il suo storico incontro con Livingstone - per portare in salvo Emin Pasha: una spedizione che durò due anni e che lo portò da Zanzibar al Capo e poi al Congo, fino al Lago Alberto. I documenti e i reperti storici, fra i quali si annidano anche quattro lettere indirizzategli da Stanley, sono del capitano Robert Nelson, che di quella spedizione aveva avuto il compito di organizzare l'aspetto logistico e difensivo, quindi tutte quelle incombenze che vanno dalla scelta e dalla reggimentazione di un esercito di 800 portatori al trasporto di mitragliatrici, fucili, cibarie e monili da distribuire fra le «tribù amiche». Quando una casa d'aste di Newcastle - la Anderson and Garland - ha avuto l'incarico di ritirare e vendere i mobili antichi di un'anziana si¬ gnora, ecco spuntare quella pagina di storia. «La famiglia della donna - spiega Nick Stawart, che il 4 marzo batterà all'asta quei reperti capaci di raggiungere quotazioni di 10 o anche 15 milioni di lire - era stata a servizio dal capitano Nelson e aveva ricevuto quel "ricordo" quando il giovane militare, tornato in Africa per conto della Imperiai British East Africa Company con il titolo di governatore distrettuale di una regione nel Congo, morì di dissenteria a 39 anni, nel 1892». E' un piccolo tesoro, che ha già suscitato curiosità e interesse da parte di archivi, musei, collezionisti privati. La ricerca di Emin Pasha - ritrovato e riportato in Congo, ma successi¬ vamente ucciso da una tribù locale - diventa del tutto secondaria al gusto della scoperta di documenti finora sconosciuti. C'è la borsa delle medicine del capitano Nelson, appositamente allestita dalla casa farmaceutica Wellcome-Burroughs con tutte le istruzioni per l'uso dei preparati contro malaria e dissenteria; la medaglia d'argento che ricevette dal Sud Africa, per avere combattuto gli Zulù con la cavalleria del Baker's Horse Regiment; il machete di cui si servì per una vita attraversando foreste quasi impenetrabili; il calamaio e la penna da viaggio; alcuni portafogli di pelle, pieni di annotazioni. Ma la parte più interessante della scoperta di Durham, spiega Nick Stawart, consiste nei disegni e nelle lettere. Sono gli schizzi dei capivillaggio e delle capanne di paglia, che Nelson - ritratto in una fotografia impettito col casco coloniale e il fucile tenuto per la canna - si dilettava a tracciare durante le soste del viaggio. Ci sono le lettere - quasi un diario - che il giovane militare scriveva al padre. E poi ci sono le quattro lettere di Stanley. Erano, essenzialmente, d'affari: per assumere Nelson in vista della spedizione, o per informarlo della nomina a comandante di Fort Bodi, un accampamento fortificato costruito durante la marcia. Erano occasioni per descrivere la vita negli accampamenti: anche questo un tesoro per gli storici. E poi, nel sacchetto di plastica dove qualcuno li aveva messi in anni recenti senza forse sapere di che si trattasse, Nick Stawart ha trovato i premi di alcune società geografiche; i menu delle cene - al Carlton Club e al Savage Club, per esempio - in onore di Stanley dopo il suo ritorno a Londra. Tocco di horror: c'è anche un ritaglio di giornale in cui si parla della vita grama di tale Hoffman, segretario e compagno di viaggio di Stanley. Con una sua tremenda confessione: di essere stato cannibale senza volerlo, di avere visto nel pentolone due piedi umani soltanto dopo avere mangiato quella che credeva essere carne di capra. Fabio Galvano Storia della spedizione da Zanzibar al Congo per salvare Emin Pasha Sir Henry Morton Stanley, celebre esploratore dell'Africa nera