Un cuore di bambino dimenticato per 2 anni Treviso, fu espiantato per l'autopsia

Treviso, fu espiantato per l'autopsia Treviso, fu espiantato per l'autopsia Un cuore di bambino dimenticato per 2 anni L'esame non è mai stato realizzato Ancora non si sa di cosa sia morto TREVISO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un cuore, un piccolo cuore, dimenticato per 19 mesi nell'archivio anatomico di un ospedale. E due genitori che hanno atteso per quasi due anni una risposta alla morte del loro bambino, Lorenzo, 1 anno, ucciso da un male rimasto ancora sconosciuto. La risposta doveva venire dall'esame autoptico sul cuore, ma l'organo non è mai stato mandato ad esaminare. L'odissea di G.T., 36 anni, artigiano, e della moglie A.G., 28 anni, operaia, di Susegana, è cominciata nel marzo del '91 : il loro unico figlio viene preso da crisi inspiegabili sempre più frequenti ed acute. Gli accertamenti clinici non danno spiegazioni definitive, medici e specialisti non riescono ad approdare ad una diagnosi. Terapie si alternano ad altre terapie ma le condizioni di Lorenzo diventano sempre più critiche, finché nel luglio del '91 una crisi più acuta delle altre ha il sopravvento su un organismo già provato da mesi di sofferenze. Al dolore per la perdita del figlio si aggiunge la disperazione di non sapere quale male si è portato via Lorenzo. Per conoscere le cause della morte non resta che l'autopsia. «Io ero contrario - racconta il padre - avevo visto quel corpicino straziato dal dolore. Poi mi sono convinto». Nel reparto di Patologia neonatale dell'ospedale di Treviso vengono espiantati cuore e cervello per essere analizzati a Padova e Verona. Dopo qualche mese giungono i primi risultati da Verona, dove è stato esaminato il cervello, ma dall'esame necroscopico non emergono dati sufficienti a spiegare il decesso. Bisogna attendere l'autopsia sul cuore. Che intanto è «scomparso». «Sono andato un centinaio di volte a Verona, pensavo che il cuore fosse stato portato lì insieme al cervello - racconta il padre del piccolo - ma i medici mi garantivano che lì non era mai arrivato. Allora andavo a Treviso, mi rispondevano' che il cuore era a Padova. Ma a Padova mi assicuravano che l'organo lì non era mai stato portato. Mi sentivo preso in giro, com'era possibile che nessuno sapesse niente del cuore di mio figlio?». Passano così 19 mesi. Finché all'ospedale di Treviso qualcuno non decide di accertare se per caso quel cuore non fosse effettivamente mai stato spedito a Padova. «Così mi hanno finalmente detto che il cuore non ha mai lasciato Treviso e l'analisi non era stata fatta - dice il padre di Lorenzo - rassicurandomi comunque che l'organo era perfettamente conservato e l'esame poteva essere ancora praticato. Mi chiedo: è possibile?». Il direttore sanitario dell'ospedale di Treviso Domenico Stellini, ha spiegato la «dimenticanza» sostenendo che «il disguido è legato al pensionamento del primario che dopo aver effettuato l'espianto avrebbe dovuto provvedere alle analisi. Capisco il dolore della famiglia, però bisogna anche comprendere che negli archivi anatomici in cui sono conservati migliaia di organi si può incorrere in qualche errore. Non mi sembra il caso di gridare allo scandalo. Se gli episodi di malasanità si limitassero a questo genere di fatti potremmo ritenerci fortunati». Il direttore sanitario ha ricordato che, quando nel luglio '91, il bimbo era stato ricoverato nell'ospedale di Treviso gli era stata assicurata un'assistenza di «altissimo livello» ed ha aggiunto che è stato lo stesso ospedale a spiegare ai genitori che l'organo del figlio si trovava ancora a Treviso. «Abbiamo agito con la massima correttezza, non possiamo rimproverarci nulla» ha ribadito il dottor Stellini, aggiungendo che il cuore del bambino è stato trasportato all'ospedale di Padova dove sarà sottoposto agli esami. Maria Grazia Raffele

Persone citate: Domenico Stellini, Maria Grazia, Stellini