Anche Conso chiede una soluzione politica

Anche Conso chiede una soluzione politica Oggi il ministro esamina il caso Verde: il nome del magistrato nella lista di una società vicina a Celli Anche Conso chiede una soluzione politica «Occorre individuare e punire i colpevoli per uscire ripuliti tutti» ROMA DALLA REDAZIONE Urgente ma difficile la soluzione politica per Tangentopoli, secondo il neo ministro della Giustizia Giovanni Conso. «Il progetto - ha detto ieri lasciando San Macuto al termine di una seduta della commissione antimafia - è in corso di elaborazione, occorre approfondirlo ed occorre raccogliere il più largo consenso». Anche per Conso soluzione politica non può essere sinonimo di colpo di spugna. «In Italia abbiamo vissuto malamente in questi anni, occorre individuare e punire i colpevoli per uscire ripuliti tutti, colpevoli ed innocenti, e perchè gli errori non si ripetano». Ma trovare la via d'uscita a Tangentopoli non sarà facile. Difficile trovare un progetto che metta d'accordo tutti. «E' inutile - ha sottolineato il ministro della Giusti¬ zia - far partire una macchina che poi si ferma al primo giro». Importante per Conso trovare il modo di rinnovare il sistema senza bloccare l'economia del Paese per «non mettere in mezzo a una strada i lavoratori». Il blocco degli appalti ha già creato seri problemi occupazionali nel campo dell'edilizia dove se le cose continueranno così secondo le stime dell'Ance l'anno prossimo ci saranno 250 mila posti a rischio. Un esempio illustrato da Conso è quello dell'ospedale di Asti, la cui realizzazione è stata bloccata dalla magistratura in quanto al centro di un inchiesta. «E adesso - ha commentato il ministro - non c'è l'ospedale e non c'è lavoro per gli operai che lo stavano costruendo. Occorre continuare i processi ma anche trovare il modo di continuare i lavori iniziati con un vizio d'origine». Parole di critica del guardasigilli per i giornalisti. «Il progetto in elaborazione sulla soluzione politica alla vicenda delle tangenti è stato rovinato due o tre volte dalla pubblicazione di notizie inesatte sul contenuto del provvedimento cui sono seguiti commenti che partivano da presupposti sbagliati». Oggi nell'agenda del ministro c'è un altro appuntamento importante. Dovrà occuparsi del magistrato Filippo Verde, direttore generale degli affari civili del ministero di Grazia e giustizia. Il giudice dovrà spiegare come mai il suo nome compare in un elenco di perso naggi che risultano avere avuto in regalo telefoni cellulari e relative bollette Sip dalla società Cgf guidata da Sergio e Giorgio Cerniti «esperta» nel gestire le bancarotte di diverse società Un gioco che fruttava miliardi I Cerniti, padre e figlio, sono ritenuti persone vicine a Gelli. Nell'elenco anche un altro ma gistrato, Giovanni. Palaia, iscritto nelle liste della P2. Nello studio di Giorgio Cerniti sono state trovate anche molte carte, una specie di archivio di raccomandazioni, li ste di nomi, lettere, che fanno pensare all'esistenza di una organizzazione simile alla P2. Conso dopo aver ascoltato Verde deciderà quali provvedimenti prendere. Per il ministro della Giustizia Giovanni Conso la soluzione politica della vicenda tangenti non può essere sinonimo di colpo di spugna

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