Anas la guerra è finita

Anas, la guerra è finita Anas, la guerra è finita Roma cede l'inchiesta a Milano Enel, Inghilesi (psi) è indagato MILANO. La guerra è finita. Anzi non è mai cominciata, parola dei giudici di Roma e di Milano, adesso in pieno accordo sull'affare Anas. Dice il sostituto Cesare Martellino: «La nostra presenza a Milano vuole essere un elemento di distensione. Siete voi giornalisti che avete esagerato parlando di polemica fra le due procure». Conferma il pm Piercamillo Davigo, di «Mani pulite»: «Forse le incomprensioni sono state causate dal fatto che non c'eravamo consultati su questi problemi». Nessun contrasto, questa la parola d'ordine dopo la «missione» a Milano dei magistrati della capitale che si occupano dello scandalo Anas. A suggellare la «pace» una riunione alla presenza-dei procuratore capo Francesco Saverio Borrelli. Poi l'interrogatorio congiunto di Mariano Del Papa, ex direttore generale Anas, fermato a Milano su ordine di magistrati della capitale, rinchiuso a San Vittore, e ora anche lui «di competenza» dei giudici di Tangentopoli. Collaborazione, è il nuovo stile tra le due procure. E gli atti dell'inchiesta milanese sulle irregolarità degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo sono pronti a partire per la capitale. Carte chieste lunedì dal giudice romano Vittorio Pareggio, che da tempo indaga sulla «cooperazione con l'estero». Polemiche finite, dunque. Anche sull'Anas. «Siamo d'accordo, pienamente d'accordo», ripete il pm romano Giancarlo Armati. All'origine dei contrasti? Solo la fretta, giura l'altro magistrato romano Cesare Martellino: «Ci sono stati punti di contrasto solo per equivoci e mancanza di collegamento. L'importante è non sovrapporre le inchieste». Spiega ancora il giudice Armati: «Su Mariano Del Papa c'è stata una convergenza di interessi tra le due procure. Noi pensavamo che il fatto fosse avvenuto a Roma, invece è avvenuto nel compartimento di Milano e quindi è ai giudici milanesi che spetta la competenza». E Mariano Del Papa, tra i due ex litiganti, rimane a San Vittore. «La sua posizione è tutta da vedere», spiega l'avvocato Fabio Dean. Spara alto l'altro legale, Vittorio Virga: ((L'unica competenza seria è quella del tribunale di ministri. Il ministro dei Lavori pubblici è impossibile che non ne fosse a conoscenza». E l'avvocato Dean fa i nomi: «Il problema riguarda vari ministri, da Nicolazzi, psdi, in poi». Sabato nuovo interrogatorio per l'ex manager Anas, accusato di corruzione. Si tratta di 200 milioni già confessati dall'imprenditore bresciano Giovanni Defendente Marni ga, arrestato lunedì sera e da ieri agli arresti domiciliari. E dalle carte di «Mani pulite» spunta un altro indagato eccellente. Marcello Inghilesi, psi, attuale presidènte dell'Istituto commercio estero, ex amministratore Enel. Con Inghilesi, interrogato lunedì, sono stati risentiti ieri altri due ex amministratori Enel, Valerio Bitetto, psi, e Luigi Benedetti, de. Cercano nuovi particolari sulle tangenti Enel i magistrati milanesi? Sì, e con tutta probabilità vogliono sapere il ruolo delle aziende del gruppo Fiat per gli appalti delle centrali. Non si ferma la macchina degli interrogatori di Tangentopoli. E di nuovo sotto va Giorgio Medri, ex parlamentare pri, sulle spalle un'accusa da 100 milioni piovuta da Pierfranco Faletti, ex amministratore Enel, allora repubblicano. L'avvocato di Medri chiede un confronto, e lancia veleno. Dice l'avvocato Renato Palmieri: «Si tratta di una vendetta siciliana. Faletti è sempre stato un uomo di Giumella». L'avvocato di Enza Tomaselli, infine, ha chiesto la revoca del mandato di cattura. Spiega Enzo Lo Giudice: «Non può essere tenuta in carcere solo perché non funziona come testimone a cari co di Craxi». Fabio Potetti I procuratore aggiunto di Roma, Ettore Torri, sta indagando su Castellari