Sono suffragetta comperami la marmellata di Fabio Galvano

Sono suffragetta, comperami la marmellata Mostra a Londra per i 75 anni del voto alle donne: marketing, eccessi e bandiere tricolori Sono suffragetta, comperami la marmellata Per sostenere il movimento inventarono persino un Trivial Pursuit LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Anche le suffragette avevano un tricolore e, attorno alla bandiera viola, bianca e rossa - rivela una mostra per i 75 anni del voto alle donne - seppero costruire un'intensa operazione di propaganda degna delle più moderne tecniche di mercato. Soltanto in seguito gli americani, con le loro chiassose campagne presidenziali, avrebbero sfornato con lo stesso successo di EmmeUne Pankhurst e delle sue seguaci distintivi e cappelli, etichette e oggetti capaci di penetrare nella vita d'ogni giorno come podio per una causa. Le suffragette - si scopre alla mostra che rimarrà aperta fino a giugno al Museum of London - seppero «vendersi» come il migliore dei candidati; e soprattutto nel periodo «innocente», quando la loro azione non si macchiava ancora di violenza, riuscirono a creare una moda applicando ovunque logo e colori. I negozi delle suffragette vendevano ogni genere di articolo: purché fosse viola, bianco e rosso. Si trovavano spille, carta da lettera, confezioni di cioccolatini, servizi da tè, sciarpe («I colori - diceva la pubblicità - sono come i nostri principi: non sbiadi¬ scono»). C'erano «pacchetti promozionali» che i sostenitori potevano portare con sé in vacanza, per fare proseliti, cartoline d'auguri e persino un dolce che si chiamava «governo tritato». E poi la «marmellata della militante», giochi di società - antesignani del Trivial Pursuit - come quello che dal nome della Pankhurst era stato battezzato Panico, oppure un gioco dell'oca che invitava a «trovare il modo per uscire dal carcere». Erano i tempi - attorno al 1908 - in cui le suffragette si limitavano a nascondersi fra le siepi dei campi da golf per tendere imboscate ai ministri. Cercavano ancora di esprimere innocenza e femminilità, con fluenti vestiti bianchi e accessori trico¬ lori, piuttosto che con il cappello a visiera e le spalline su cui avrebbe insistito qualche anno dopo il «generale» Flora Drummond. E per questo il marketing del movimento, visto al più con un sorriso di condiscendenza, fiorì. Gli oggetti, affermò Emmeline Pethick-Lawrence, si identificano con «colore, suoni allegri movimenti e bellezza». Quella seconda Emmeline fu in realtà, con il marito Frederick, il vero motore delle suffragette. Oggi si direbbe il general manager. Fu lei la maggiore sostenitrice del tricolore, del marketing e di un movimento delicato e pacifico (ne fu espulsa perché «troppo moderata»). Ma l'intera famiglia Pankhurst, che a turno finì in carcere, contribuì alla propaganda del movimento. Delle tre fighe, solo Adela, protagonista di scioperi della fame che ne minarono la salute, si astenne. Ma Christabel, avvocato che, in quanto donna, non poteva praticare, scrisse dal suo esilio parigino articoli di fuoco per il giornale del movimento. La terza, Sylvia, abbandonò gli studi d'arte e divenne designer del movimento ed inventò U logo. Mappin & Webb, gioiellieri di Casa reale, non esitarono a produrre collane tricolori (ametista, smeraldi e perle). Liberty's vendeva accessori d'abbigliamento e faceva pubblicità nel giornaletto delle femministe. Derry and Tom's offriva scarpe per bambini e biancheria intima nel colore delle suffragette. Selfridges addirittura fece sventolare il tricolore quando la Pankhurst uscì di prigione, nel 1909. Gli affari sono affari; e anche quando le femministe d'allora diventarono più violente, frantumando nel 1911 una vetrina di Selfridges, il grande magazzino continuò a fare pubblicità, come altre 35 celebri ditte, fra cui Dunhill, Jaeger, Harvey Nichols. Erano gli ultimi lampi di una grande operazione di public relations. La lotta dura, poi la Grande Guerra, uccisero l'immagine sorridente così faticosamente conquistata. E quando venne il voto, nel 1918, di tricolore non rimase che la bandiera. Fabio Galvano I Nei loro negozi tutti gli articoli sempre viola bianchi e rossi Wii/ionprem'iixi u: e Mvm Ars In una stampa inglese, un esercito di suffragette

Persone citate: Dunhill, Flora Drummond, Harvey Nichols, Jaeger, London, Panico, Webb

Luoghi citati: Londra