«Troppe contraddizioni nel racconto di Marino»
«Troppe contraddizioni nel racconto di Morino» Caso Calabresi, perché il processo si rifarà «Troppe contraddizioni nel racconto di Morino» ROMA. 135 pagine di motivazione per spiegare che il processo ad Adriano Sofri, Ovidio Bompressi, Giorgio Pietrostefani e al «grande accusatore» Leonardo Marino è da rifare davanti ad altra corte d'assise d'appello. I Supremi Giudici della Cassazione a sezioni unite, presidente Lo Coco, si esprimono così sui due processi che intendono fare chiarezza su chi ordinò ed eseguì l'assassinio del commissario Luigi Calabresi, il 17 maggio '72, a Milano. «Sotto i diversi profili - spiegano i supremi giudici nella motivazione, depositata ieri - i passaggi della motivazione della sentenza impugnata nei punti più significativi e di decisivo rilievo, è emersa la fondatezza delle censure difensive, il cui accoglimento implica l'annullamento con rinvio della decisione. Dovrà ovviamente il giudice di rinvio nella pienezza dei suoi poteri discrezionali '- rivalutare compiutamente l'articolato complesso delle risultanze processuali, alla stregua di corretti principi giuridici e metodologici e con motivazione congrua e logica, libero di pervenire alle medesime conclusioni cui è pervenuta la sentenza annullata, ma attraverso un adeguato percorso logico-giuridico». Ai supremi giudici non convince la ricostruzione fornita da Leonardo Marino, il superpentito, ai magistrati di merito. E così scrivono nella motivazione: «Anche nell'indicare il percorso fatto dopo l'incidente il Marino si contraddiceva, parlando prima di "un giro dell'isolato" e poi, in sede di sopralluogo di "un giro del parcheggio". La sentenza impugnata ha risolto il problema affermando che la contraddizione è solo nelle espressioni ma il percorso è identico». «Ma anche questo risulta inesatto - scrivono i giudici di Cassazione - perché del percorso compiuto intorno al parcheggio Marino dava conto solo in sede di sopralluogo, mentre prima aveva dato indicazioni generiche e vaghe. La contraddizione in cui è incorso, malamente coperta con il rilevato travisamento di fatto dalla motivazione dai giudici di merito, è di decisivo rilievo perché essa evidenzia un momento di preoccupante ambiguità del dichiarante a fronte della testimonianza del Musicco, il quale, al di là delle incertezze manifestate in giudizio, ha posto, come si è visto, l'incidente in un luogo e in un momento che rimandano sicuramente alla testimonianza del Pappini, e con questa la collegano offrendo una complessiva versione del fatto decisamente in contrasto con quella di Marino». Un'altra «ricostruzione» fornita da Marino non convince i giudici, ed è quella che riguarda l'incidente nell'area del parcheggio, racconto fornito nell'udienza del 10 gennaio '90 in sede di sopralluogo e «in contrasto con le sue precedenti dichiarazioni». Anche l'orario dell'assassinio del commissario Calabresi non è accettato come attendibile, in quanto «i giudici di merito hanno seguito la versione Marino, la quale collocando l'incidente nell'area di parcheggio dilata coerentemente e funzionalmente alla sua posizione, oltre che nel tempo, anche nello spazio la distanza tra i due accadimenti; invalidando la circostanza acquisita del racconto». Insomma - concludono i giudici i magistrati di merito «non hanno colto, nonostante le reiterate denunzie difensive, le contraddizioni interne alle dichiarazioni di Marino». [Agi] INFORMAZIONE PUBBLICITARIA Ventun anni dopo il defitto Calabresi, la Cassazione ha deciso di ordinare un nuovo processo
Persone citate: Adriano Sofri, Calabresi, Caso Calabresi, Giorgio Pietrostefani, Leonardo Marino, Luigi Calabresi, Musicco, Ovidio Bompressi, Pappini
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