I misteri di Capogrossi e il sax di Larry Rivers

I misteri di Capogrossi e il sax di Larry Rivers SCEGLIENDO IRA I misteri di Capogrossi e il sax di Larry Rivers MILANO / cantieri di Sambuy Da domani al 20 marzo sono esposti alla Galleria Antonia Jannone , Disegni di Architettura di Milano gli oli di Aimone Sambuy. Sono porti, città, cantieri navali, stabilimenti in costruzione totalmente privi di presenze umane. ROMA I segni di Capogrossi Galleria Edicuropa. «Capogrossi - Opere dal 1950 al 1972» (fino al 13 marzo). Questa mostra che presenta circa 20 opere dell'artista (morto nel 1972), oltre a varie carte e litografie, segna il momento in cui egli abbandona la fase figurativa per dedicarsi all'astrattismo. Possiamo quindi vedere i suoi misteriosi segni «a forchetta», a volte affastellati caoticamente, a volte invece di¬ sposti secóndo un ordine rigoroso così da far pensare a costellazioni astrali lontane e magiche, o a particelle scoperte recentemente dalla scienza. Presentazione di Guglielmo Capogrossi. Rivers l'americano Appiani arte Trentadue. «Larry Rivers, dipinti 1989-1992» (fmo al 27 marzo). Rivers (nato a New York nel 1925) è indubbiamente uno dei grandi protagonisti dell'arte americana; ponte tra l'Espressionismo Astratto e la PopArt. Attore, scrittore, suonatore di sassofono e pittore a tempo pieno, va pensato come un «performer» che aspira all'arte totale e usa qualsiasi linguaggio per realizzarla. In questa mostra sono presentati 14 dipinti recenti, anche di grande formato. Testi di Achille Bonito Oliva e Furio Colombo. FIRENZE Anarchico Picabia Galleria Vivita. «Francis Picabia. Opere su carta 1900-1950» (fino al 26 marzo). Dopo la personale del 1988, vengono ora esposti una quarantina di disegni dal 1900 al 1950, un arco di tempo assai vasto che permette di seguire l'attività dell'artista attraverso i vari periodi, dai disegni figurativi, ai disegni meccanici, fino ai lavori degli ultimi anni (1953). Picabia, grande amico di Duchamp, ha partecipato al movimento Dada, ma sempre con spirito anarchico, perché si sentiva spinto sempre verso esperienze «diverse». In breve Piacenza. Rosso Tiziano Arte. «Disegni di C. Carrà 1912-1962» (fino al 17 marzo). Il lungo per¬ corso dell'arte di Carlo Carrà segue fortemente i grandi movimenti del '900: Futurismo, Metafisica, Novecento. Non c'è dubbio che Carrà ha visto il disegno come la genesi dell'atto creativo, quindi lo sente come un'ossatura, formale e concettuale, che sostiene il lavoro pittorico. Testo di G. Cavazzini. Napoli. Studio Trisorio. «Luigi Ghirri» (fino al 30 marzo). Chini, uno dei più significativi fotografi italiani, divide questa mostra in due parti: la prima raggruppa fotografie di paesaggio, la seconda immagini di interni, sequenze che vogliono sottolineare l'equa¬ zione tra paesaggio interno e paesaggio esterno. Milano. Galleria Toselli. «Helgi Thorgils Fridjonsson» (fino al 17 marzo). Questo poetico artista islandese, visto soltanto nel 1990 in un'altra personale, presenta 18 opere tra oli, acquarelli e disegni a china, dove si esprime pienamente la sua vena surreale, vicina alle fiabe nordiche, giocata tra una figurazione ricca di humour e luminoso colore. Italiani all'estero Friedberg. Galleria Hoffman. «Gianni Colombo» (fino al 30 marzo). Il notissimo artista milanese Gianni Colombo ha allestito in questa sede un lavoro di coni di carta fotografica posti in movimento rotatorio. Dopo alcuni giorni (il 3 febbraio) Colombo è morto a soli 56 anni. La sua carriera parte assai presto esponendo con Manzoni e Castellani i suoi rilievi monocromi in ovatta. Il premio della Biennale di Venezia del 1968 lo consacra artista internazionale: i suoi ambienti di luce, le «strutture pulsanti» che perseguivano reazioni ottiche-tattili nello spettatore sono stati richiesti da molti Musei europei (Van Abbemuseum di Eindhoven, le Havard Gallery di Londra, il Kunstmuseum di Berna, la sala alla Biennale di Venezia nel 1984). Una vita dedicata rigorosamente alla ricerca di una coerenza di lavoro, e finita troppo presto. Marisa Vescovo A sinistra, un olio realizzato da Capogrossi nel '49: «Superficie 021 »; qui a fianco, «Trapani» di Aimone Sambuy