Sicuri con la nebbia? Sì se c'è il miracolo

Sicuri con la nebbia? Sì se c'è il miracolo LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.B. Sicuri con la nebbia? Sì se c'è il miracolo Emergenza Egr. OdB, scrivo in merito alla ventilata chiusura delle autostrade se c'è troppa nebbia. Assurdo! Sembra che si pensi che chi usa l'auto lo faccia per puro divertimento o svago e che, quindi, possa farne a meno alla prima difficoltà: oggi c'è nebbia o c'è inquinamento, me ne torno a letto a dormire! Molto spesso, invece, l'uso cosi demonizzato dell'auto è una necessità, nel senso che non se ne può fare a meno. Si dice: prendete il treno! Ma la maggior parte degli utenti paganti di un'autostrada magari non va in una città ben servita, magari devono girare in auto per lavoro o hanno campionari da trasportare o appuntamenti in belle ville per manager a 30 km dalla città, o, molto più semplicemente, sono camionisti! Di tutti questi viaggiatori che ne facciamo? Li dirottiamo sulla statale! Rimedio molto peggiore del male! La statale si riempie di traffico, con la nebbia è altrettanto pericolosa dell'autostrada. Ok, invece, per l'illuminazione e i limiti stretti sulle autostrade in caso di nebbia. Ma non chiudetele! Volevo far sentire la mia opinione e la ringrazio per l'eventuale ospitalità, perché, purtroppo, il silenzio viene mal interpretato come assenso. Cario Tretti Torino Gentile signor Tretti, il suo desiderio di pubblicazione è esaudito, ma, detto tra noi, vorrei esser sicuro, avere una conferma di aver capito. Lei preferisce che le cose continuino ad andare come, purtroppo, vanno da un pezzo, si sente di rischiar la carneficina, ormai diventata abituale? Per carità, non voglio minimamente colpevolizzarla e, probabilmente, la proposta di chiudere le autostrade è stata uno sbaglio, ma mi impressiona che si vada avanti, non basandosi su una qualche garanzia di sicurezza, ma puntando direttamente all'usufruimento del miracolo. [o.d.b.l La verità Egr. sig. Del Buono, glielo chiedo per favore, trovi lo spazio per queste poche righe. La gente tutta deve aprire la propria coscienza alla verità. La verità è la radice della vita. Genitori crescete i vostri figli sempre dicendo loro la verità, qualunque essa sia, perché una bugia, anche piccola, nasconde sempre la verità, che da un momento all'altro può saltare fuori e i vostri figli penserebbero: mio padre e mia madre mentono. Anche voi, bambini e ragazzi, formate nelle vostre famiglie, nelle vostre scuole, nelle vostre amicizie un rapporto vero, unico, basato sulla radice della verità e potrete costruirci sopra i vostri ideali, i vostri progetti, le vostre vite. Riflettete tutti su questo piccolo esempio: l'odio genera odio, la violenza chiama violenza, la menzogna genera la fine delle nostre coscienze. Si arriva a non distinguere più cosa è giusto e cosa non lo è. Mi auguro che il morbo della verità contagi tutti gli esseri umani, nessuno escluso. Potrei sembrare un prete, ma sono solo un uomo, un genitore che ha le radici della verità in sé, forti e solide, ma vede purtroppo che l'essere umano non le vuole piantare. Carmelo Aloisio Collegno Gentile signor Aloisio, mi congratulo e, come vede, pubblico la sua lettera a inaugurazione di questa nuova settimana di tempi difficili. Ma, se devo essere sincero e non essere io il primo a mentire qui, le confesso che a lei, pur avendo ragione, converrebbe non pretendere troppo tutto d'un colpo. Viviamo in una nazione, in un sistema in cui è bastato che un mediocre membro della classe dirigente si lasciasse sfuggire con un magistrato una semplice porzione di verità e l'intero Paese per contagio è immediatamente scivolato verso l'abisso. Proporrei di cominciare a esser sinceri con noi stessi. [o.d.b.] Articolo 16 Gentile OdB, «puoi lavorare se ti iscrìvi all'art 16, ma non ti diciamo che puoi lavorare se ti iscrìvi all'art. 16, cos) non puoi lavorare perché non sei iscritto all'art. 16». Questa graziosa variante del Catch 22 è il più recente inghippo metropolitano inflitto al popolo matusa torinese. I fatti: sino allo scorso anno i disoccupati over fifties fruivano dei classici sessanta giorni d'impiego annuale presso il Comune di Torino in base alla normale graduatoria. Se non che nel novembre 1992 l'infausto connubio tra le non sempre lucidissime menti dell'Ufficio di Collocamento e le loro omologhe degli Enti locali genera il mostro: l'art. 16. Di per sé non è grancosa: impegna gli anziani ad iscriversi ad una preesistente graduatoria chiamata appunto art. 16 entro il 31 dicembre "92. Ma ecco il colpo di genio: vuoi per cattiveria, vuoi per stupidità, gli interessati non vengono avvertiti; o meglio pare ne sia stata data comunicazione orale a metà novembre al Teatro Massaua ove ogni martedì viene officiato il triste rito della compravendita degli schiavi. Ora, a metà novembre, chi ha già fruito del periodo lavorativo - cioè quasi tutti - al Massaua non ha il motivo di recarcisi. E non ci si reca. E non si iscrìve all'art. 16. A gennaio, il pasticciaccio brutto: gli anziani che alla chiamata si precipitano bramosi al palco per i sospirati due mesi lavorativi si vedono respinti dallo zombi di turno al grido: no, tu no, non sei iscrìtto all'art. 16. Anziano è triste, anziano è brutto, anziano disoccupato talvolta è orren¬ do. Anziano preso per i fondelli dai Pubblici Ingranaggi è pressoché normale. Ricorsi per la riapertura dei termini e il ripescaggio vengono respinti da una fantomatica «Commissione» che, se pure esiste, si riunisce non si sa dove come quando chi che cosa. Questo è tutto, gentile OdB, a meno che la «Commissione», pubblicamente svergognata, non resipisca (si dice così?) e ripeschi. Lei ci crede? Neanch'io! Giorgio Garelli, Torino Gentile signor Garelli, io, invece, vorrei crederci, vorrei credere che lei possa già avere avuto clamorosamente torto nell'intervallo tra la sua lettera e questa mia risposta. Quanto mi piacerebbe. Però la ringrazio di avermi ricordato Catch 22, ovvero Comma 22 di Joseph Heller, il capolavoro dell'orrore burocratico. E' proprio il libro da rileggere in questa stagione. E' vero che al momento non siamo in divisa come i personaggi di Heller, ma siamo ugualmente in guerra con l'idiozia. [o.d.b.]

Persone citate: Aloisio, Carmelo Aloisio, Del Buono, Garelli, Giorgio Garelli, Joseph Heller, Tretti

Luoghi citati: Comune Di Torino, Massaua, Torino