Bohigas: «Italiani basta con le città di carta»

Bohigas: «Italiani basta con le città di carta» Contro Tangentopoli, la partecipazione: l'architetto di Barcellona lancia una sfida che sa di '68 Bohigas: «Italiani basta con le città di carta» / cittadini e non gli urbanisti devono progettare le metropoli JGENOVA BBIAMO resuscitato la partecipazione di base, eredità del '68 caduta in disuso, e abbiamo dimostrato che la rinascita della città non si determina a tavolino, con i disegni degli urbanisti, ma si realizza coinvolgendo i cittadini in tanti interventi concreti» mi dice Oriol Bohigas, uno degli architetti spagnoli più famosi, oggi a Genova e Roma per presentare il suo libro Ricostruire Barcellona pubblicato dalla Etas con prefazione di Bruno Gabrielli. Bohigas ha progettato lo schema generale della Città Olimpica per i Giochi dello scorso anno. E' considerato il padre della grande operazione di rinascita urbana ed è oggi assessore alla Cultura. Una frecciata ai colleghi architetti-urbanisti che operano in altre città, comprese quelle italiane: «Hanno peccato di astrattezza, inventando i cittadini e i loro bisogni, facendo progetti e piani che sapevano destinati a restare pezzi di carta». Barcellona, più popolosa di Milano e in passato non meno massacrata, ha colto l'occasione delle Olimpiadi con una filosofìa molto diversa da quella che da noi è stata usata per i Mondiali di calcio e per le Colombiane. I finanziamenti, per oltre 800 miliardi di pesetas (quasi diecimila miliardi di lire), non sono venuti soltanto dallo Stato ma anche da privati e da enti locali e sono stati investiti in opere destinate a durare. «A parte lo stadio, l'aeroporto, la grande viabilità, non abbiamo puntato su opere colossali ma su centinaia di piccoli interventi». Cento architetti per cento giardini è stato il motto della riqualificazione dell'arredo urbano, dal Parco collinare della Crueta con la grande piscina pubblica alle file di palme sulle banchine del porto, al restauro della Plaga Reial e alla coloritura delle facciate. «Tutte cose che gli abitanti apprezzano perché migliorano la qualità della vita e abbelliscono il volto della città. Non avrei paura ad usare il ter¬ mine bellezza. La bellezza della città ha un'enorme importanza sulla formazione dei cittadini». Ha avuto grande successo la campagna per l'abbellimento del paesaggio. La gente si è organizzata, volontari hanno piantato alberi, ripulito e ridipinto angoli abbandonati. L'amministrazione comunale ha creato la figura dell'«interlocutore», personaggio che raccoglieva le proposte dei cittadini e forniva informazioni attraverso un telefono pubblico; le aziende private hanno sponsorizzato i lavori. «E' stato un momento di grande entusiasmo collettivo. All'euforia degli anni del dopo-Franco è seguita la rinascita dell'orgo¬ glio catalano e barcellonese. Ha avuto un peso determinante nel promuovere il consenso e impegnare l'amministrazione locale, dopo un lungo periodo di irresponsabilità politica» mi dice Bohigas. Le nuove architetture non sono entusiasmanti: ci sono state critiche? Si sono verificate speculazioni? «Critiche senz'altro, perché dopo le Olimpiadi c'è ancora molto da fare. Ma nessuno scandalo». Le maggiori difficoltà sono ve¬ nute dai quartieri antichi. Barcellona non ha la ricchezza di architetture di centri storici italiani. Però ha nei pressi del porto una città vecchia ricca di memorie entro un tessuto degradato. Dice Bohigas: «Il lavoro più impegnativo, nella città vecchia, è conservarne l'identità rendendo igieniche le abitazioni. Dove il degrado è arrivato a punte estreme alcuni edifici dovranno essere demoliti». L'affermazione scandalizzerà in Italia i sostenitori della conservazione assoluta, indipendentemente dal valore dei singoli edifici. Tanto più se si legge un passo del libro di Bohigas che suona così: «L'infimo livello di abitabilità è incorreggibile senza un intervento radicale. Occorre avere il coraggio di abbattere ma con chiarezza di obiettivi». E per lui l'obiettivo principale è quello di mantenere gli abitanti nei quartieri antichi, offrendo condizioni di vita accettabili. E' un discorso che nei centri storici italiani può diventare pericoloso, ma certamente il confronto con Bohigas è stimolante. Mario Fazio Un'immagine degli impianti sportivi costruiti per le Olimpiadi di Barcellona. Dice l'architetto Bohigas: «Tutti i cittadini, squadre di volontari, aziende e sponsor hanno lavorato insieme per rifare il volto della città»

Persone citate: Bohigas, Bruno Gabrielli, Mario Fazio, Oriol Bohigas

Luoghi citati: Barcellona, Genova, Italia, Milano, Roma