La pipa di Nino i dilemmi di Cefis e i segnali di Abete di Ettore Bernabei

La pipa di Nino, i dilemmi di Cefis e i segnali di Abete NOMI E GLI AFFARI La pipa di Nino, i dilemmi di Cefis e i segnali di Abete Lira e listino possono tirare un sospiro di sollievo. Pipa in bocca, arriva a sostenerli Nino Andreatta. A poche ore dalla nomina, il professore bolognese aveva detto due cose precise: niente consolidamento del debito, la Sme sul mercato al più presto. Ed era stato sempre lui, come consulente economico di Mino Martinazzoli, a pilotare a dicembre lo schieramento scudocrociato nel dibattito in commissione sul Libro Verde del Tesoro. Il rimpasto governativo rafforza dunque la linea delle privatizzazioni, la difesa del mitico Bot. E' una ulteriore vittoria per la politica di Piero Barucci, puntualmente condivisa dal presidente del Consiglio e dal ministro del Bilancio, ora alle Finanze, Franco Reviglio. La carta delle privatiz- Barucci il vincitore zazioni è una Paolo delle poche Baratta bandiere concrete spendibili all'estero. Ecco perché la pipa di Andreatta può far bene al mercato. Se a via XX Settembre oggi si brinda, tira brutta aria nei corridoi di via Veneto. Una bella museruola è stata messa al ministro dell'Industria Giuseppe Guarino che, con tempismo a dir poco stravagante, aveva appena presentato un suo piano per rinviare, sine die, la vendita dei gioielli dello Stato. A sua discolpa, va ricordato che Guarino è alla sua prima esperienza politica. Sia come sia, egli ha salvato la poltrona a scapito del ministero, una mossa che difficilmente i dipendenti gli perdoneranno. La classica frittata mal riuscita che, amaro da ammettere, non conforta i fautori del «go¬ verno dei tecnici». Non riuscendo a rimandarlo a casa, Oscar Luigi Scalfaro ha creato un ministero delle Privatizzazioni, togliendo al ministro dell'Industria la maggior parte dei suoi compiti, e confinandone i poteri al settore assicurativo e tariffario. Cosicché, dove non è riuscito il presidente della Repubblica, potrebbero riuscire i musi lunghi dei sottoposti. Scavalca Guarino in importanza il nuovo ministro delle Privatizzazioni, l'ex presidente del Crediop, il prudente Paolo Baratta, socialista non craxiano, al quale vanno anche le competenze del ministero delle Partecipazioni Statali, di cui viene decretata quella fine da tempo annunciata. Brutte nuove, dunque, per Ferruccio f*! Pelos, segreta- Giancarlo Elia rio nazionale Valori Hayao Nakamura della Fat-Cisl che, in sintonia con il presidente della Sme, Elia Valori, per la vendita dell'alimentare pubblico ha appena messo a punto un contropiano che vuole correggere la linea del Tesoro. E qualche disagio in più anche per il direttore generale dell'Ina Mario Fornari, andreottiano, e pure lui seguace della politica dei piedi di piombo. Scongiurata la crisi di governo, le nuove nomine ai vertici degli enti pubblici si fanno più che mai vicine. E con Andreatta in forze, le sorprese potrebbero moltiplicarsi. Non è stato forse il neoministro del Bilancio a sponsorizzare Hayao Nakamura alla guida dell'Ulva? Non fu sua l'idea, lanciata in autunno, di chiamare manager stranieri? Non basta. Sempre An¬ dreatta si dichiara un fiero nemico della ricetta che punta sui grandi lavori pubblici per rilanciare l'economia. Il Consiglio dei ministri presieduto da Giuliano Amato ha ieri mutato in decreto il disegno di legge che scioglie le Pp.Ss. Ma per gli sgravi fiscali promessi a Piazza Affari si punta sul disegno di legge. Solo se i tempi dovessero slittare, si potrebbe ricorrere al decreto prima della stagione delle assemblee. Il presidente delle Generali, Eugenio Coppola di Canzano, smentisce qualsiasi interesse per Fondiaria. E per la Sai? Questo, della compagnia controllata da Salvatore Ligresti, è un capitolo caldo. Mediobanca se ne sta occupando, e i progetti sono top secret. Tuttavia i soliti dietrologi Eugenio Coppola di Canzano hanno voluto vedere un legame tra l'uscita dalla compagnia triestina di Fabio Fegitz, ora passato all'Uniorias, e i piani sulla Sai. In occasione dell'assemblea a Trieste dello scorso giugno, per la prima volta spuntò, tra i dieci maggiori azionisti del Leone, proprio Premafin con lo 0,5%. Dal gruppo Ligresti vorrebbe andarsene Giorgio Cefis, figlio del più noto Eugenio, che nell'entourage di don Salvatore arrivò tre anni or sono, d'intesa con Mediobanca. Ma tagliare i ponti è difficile. Non solo perché il momento per trovare un nuovo lavoro non è dei migliori, ma anche perché, nelle società di Ligresti, Giorgio ha investito dei quattrini. La debolezza della lira riporta il sorriso sui volti degli imprenditori. Da Peppino Fumagalli, padrone della Candy, a Luigi Abete, presidente di Confindustria, molti cominciano a parlare di «segnali di ripresa». Una speranza che nasce dai vantaggi all'export legati alla svalutazione, e dai segnali che arrivano dagli Usa. Anche a Parigi, il presidente di Rhone Foulenc, Jean René Fourtout, si dice ottimista per via della ripresa americana. Intanto l'antesignano degli ottimisti, Silvio Berlusconi, sta occupando gli spazi liberi. Gianni De Michelis non può più farsi vedere in giro per Venezia? E lui, che del Carnevale è sponsor, dà una festa privata. Crolla la Rai? La Fondazione Mondadori propone un incontro su «Etica e Comunicazione». E chi interviene? Ettore Bernabei. Valeria Luigi Sacchi Abete f*! Barucci il vincitore Paolo Baratta Giancarlo Elia Valori Hayao Nakamura Eugenio Coppola di Canzano Salvatore Ligresti Luigi Abete

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