L'austerity di Clinton spazza le Voci della guerra fredda
Annunciata la chiusura di Radio Free Europe e Radio Liberty. Scontro tra i democratici sulla stangata Annunciata la chiusura di Radio Free Europe e Radio Liberty. Scontro tra i democratici sulla stangata L'austerity di Clinton spazza le Voci della guerra fredda NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Quel cbe non ha potuto la fine della guerra fredda lo potranno le esigenze di bilancio: fra i 150 programmi che Bill Clinton ha annunciato di voler sopprimere, mella sua corsa disperata al risparmio, ci sono anche «Radio Free Europe» e «Radio Liberty». La loro morte non sarà istantanea, l'agonia durerà due anni, ma entro il 1995 questi due monumenti alla - o fantasmi della? guerra fredda saranno assorbiti dall'Usia (United States Information Agency) e i loro 1600 dipendenti dovranno trovarsi un altro lavoro. Il loro gran capo, Malcom Forbes, ha già annunciato battaglia. «Il comunismo ha perso, ma la democrazia non ha ancora vinto», dice; ma le sue possibilità di mettere in piedi una «lobby» tanto forte da convincere il Presidente a fare marcia indietro appaiono scarse. Il risparmio che verrà realizzato non sarà strepitoso: 60 milioni di dollari nel prossimo anno e 644 milioni quando l'operazione di inglobamento nell'Usia si sarà conclusa; ma in una situazione in cui ogni centesimo che l'amministrazione spende viene passato al microscopio, le speranze di sopravvivenza delle due emittenti vengono indicate vicine allo zero. «Per il momento - insiste Forbes - tutto quello che si sa è che vogliono risparmiare. Ma io sono sicuro che questa voce non è stata esaminata con cura dal Presidente, dai suoi consiglieri di politica estera e dal Congresso. Quando si renderanno conto che questo è il modo più a buon mercato e più efficace di influenzare gli eventi in altri Paesi, cambieranno idea». Mister Forbes non poteva dire altro, probabilmente, ma tutti dicono Forbes non poteva dire altro, probabilmente, ma tutti dicono che si illude. Quella che si sta preparando attorno al piano economico annunciato da Clinton è una battaglia durissima in cui gli interessi localistici avranno la preminenza; e che i 1600 impiegati di queste due radio, per lo più concentrati a Monaco di Baviera, riescano a trovare uno «sponsor» disposto a combattere una battaglia «di principio», sembra decisamente al di fuori della realtà. Quella battaglia è già cominciata, e si svolge pressoché interamente fra i democratici, visto che l'opposizione repubblicana è data per compatta. L'oggetto riguarda i «tempi di attuazione» del piano di Clinton. L'idea del Presidente è di «scorporare» dal piano la proposta dei 31 miliardi di «stimoli», che dovrebbero servire a costruire strade e ponti, in modo che possa essere votata già entro aprile. Questo perché la stagione propizia per costruire strade e ponti è l'estate, e se i soldi ci saranno già sarà possibile vedere subito, in termini di posti di lavoro, la parte «buona» del suo piano, in modo che poi la parte «dolorosa», quella relativa ai tagli della spesa pubblica e all'inasprimento fiscale, risulti più accettabile. Il favore che il pubblico ha espresso nei sondaggi, infatti, è visto dalla Casa Bianca come una cosa molto incoraggiante ma anche come una cosa fragile. Ma molti democratici conservatori dicono che una tale procedura è pericolosa. I «liberal», sostengono, sono certamente favorevoli agli stimoli e certamente contrari ai tagli, come vuole la loro tradizione di «spendaccioni». Per ottenere il loro assenso è necessario che le due cose siano votate insieme. [f. p.] Il presidente Clinton, la figlia Chetsea e il gatto Socks durante l'incontro in diretta tv con i bambini [FOTOAP]
Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Forbes, Malcom Forbes, Radio Liberty
Luoghi citati: Monaco Di Baviera, New York
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