Formica votare la fiducia? Non so Questo governo è un passo indietro di Maria Grazia Bruzzone

Formica: votare la fiducia? Non so Questo governo è un passo indietro Formica: votare la fiducia? Non so Questo governo è un passo indietro DEL GAROFANO LA fiducia al governo dopo il rimpasto? Vedremo. Intanto mi aspetto delle spiegazioni. Il presidente del Consiglio dovrà dire cosa è avvenuto, come è avvenuto e perché». Rino Formica, fino a pochi giorni fa esponente della minoranza socialista, oggi uno dei quattro pilastri su cui si regge la segreteria di Benvenuto, insieme a Craxi, a De Michelis e Signorile, il rimpasto di ieri non lo ha affatto apprezzato. Tanto da definirlo «una pericolosa involuzione». Perché, onorevole Formica? «Perché va nel senso contrario di un allargamento della base parlamentare e del consenso sociale». Lei cosa avrebbe preferito, invece? «Quello che preferivano tutti. Mi pare che non sia stata esplorata con saggezza fino in fondo questa possibilità. E non mi riferisco solo a un'apertura ad altre forze politiche. Parlo anche di interlocutori sociali, al di là delle formule dei partiti». Invece si è andati in senso opposto? «Non mi pare che domani esulteranno le piazze per questa soluzione. Non credo che si farà festa nei posti di lavoro. Non vedo esultare sindacati, professionisti, leghe di lavoratori e quant'altro». Avrebbe voluto trarre occa- sione dal rimpasto per allargare il governo a repubblicani e pidiessini? «E' quello che si era detto. Io sto alla dichiarazione che aveva fatto il presidente del Consiglio al Senato, prima della dimissione dei due ministri. Amato aveva dichiarato che bisognava lavorare per un allargamento del consenso sociale e della base parlamentare». Poi invece non si è fatto. Come mai? «Non lo so. Bisognerebbe chiederlo ad Amato. Non vedo i fatti. Poi, qualsiasi cosa sia avvenuto, ce lo spiegherà. Giustamente ha avuto una posizione di autonomia nei confronti dei partiti, quindi anche i partiti saranno autonomi nel giudicare». Lei come si regolerà? «Da domani siamo tutti più liberi». Liberi di sfiduciare? «Liberi di giudicare. E chi è libero di giudicare, può valutare l'insieme della situazione e dare un voto favorevole o contrario. Ma la libertà di giudizio a questo punto è pari alla libertà di scelta che giustamente il presidente del Consiglio ha compiuto». Lei un po' di tempo fa aveva proposto che i partiti della sinistra votassero uniti. «Non lo avevo proposto io. C'era un documento di 132 parlamenta- ri che si pronunciavano in questo senso. Mi auguro che questi 132 deputati e senatori prenderanno delle comuni decisioni». Non si sbilancia? «Non mi è possibile. Per il momento bisogna che le decisioni assunte, non essendo, giustamente, state contrattate con chicchessia, siano spiegate». Non rimpiangerà le vecchie negoziazioni tra i partiti? «Mi pare però che altre contrattazioni sono state fatte». Allude alla trattativa col ministro Guarino? O non le è piaciuto il nuovo ministero delle privatizzazioni? «Non lo so. Dico solo che cambiando il nome alla contrattazione, o all'interlocutore, la perversione non diventa automaticamente virtù». Amato si è consultato con Scalfaro. C'è chi lo chiama "governo del Presidente". «Io dico solo che bisogna vedere cosa si contratta, e come. Nessuno vuole tornare ai vecchi metodi, ma nessuno vuole che si facciano le stesse cose chiamandole con nomi diversi». Insomma, lei come voterà non lo vuol dire. «Come posso dirlo? Io dico che aspetto le spiegazioni. Fortunatamente, siccome non si tratterà di atti riservati, in pubblico ognuno ascolterà e in pubblico ognuno deciderà». Nelle spiegazioni include dei punti di programma: per esempio quegli impegni a favore della disoccupazione che sembrano stare a cuore a Benvenuto? «I punti di programma non li conosciamo proprio. Il governo aveva già dichiarato che aveva esaurito una prima fase e avrebbe rilanciato il suo programma. Di tutta la parte sociale e occupazionale non conosciamo assolutamente niente». Dunque lei lascerebbe solo Amato? «Mi pare un paradosso. Tutti i giorni l'informazione, la società civile, il mondo pulito chiede che i governi siano indipendenti dai partiti, e poi si pretende che i partiti oblighino i loro parlamentari a una disciplina di voto. Dove è la coerenza?» Maria Grazia Bruzzone A sinistra: Rino Formica In alto: Giorgio Benvenuto

Persone citate: Craxi, De Michelis, Formica, Giorgio Benvenuto, Rino Formica, Scalfaro, Signorile