«Amo questa città Assomiglia a Vienna»
«Amo questa città Assomiglia a Vienna» «Amo questa città Assomiglia a Vienna» «Ciascuno di noi ha degli interessi che tende naturalmente a privilegiare. Per esempio, Jean Esselinck, il direttore che mi ha preceduta, aveva grande passione per il cinema ed ha approfondito questo aspetto culturale che altri, forse, avevano trascurato. Però fra tutti noi c'è una continuità produttiva che non ha mai avuto grossi stravolgimenti. Tutti abbiamo cercato di soddisfare i fini per i quali il Centre è stato creato, e cioè di divulgare la cultura francese, cercando di non estraniarci dalla realtà locale. Ogni qualvolta a Torino accade qualcosa di rilevante dal punto di vista culturale, cerchiamo di organizzare una manifestazione che le faccia da supporto o completamento». La direttrice scorre i programmi proposti dal 1953 : una sfilata di grandi protagonisti come Roland Bart, André Martinet, Madleine Reberiox, Jacques Rivette, Bejart, Boris Vian, Claude Chabrol, molti docenti dell'Ecole de Franco. E ancora le manifestazioni dedicate a Rimbaud, Cernichov, Truffaut, Perec, Tardieu, Rouch, Poirot, Guibert, Rossini. Per il futuro, madame Arrous promette la mostra delle fotografie raccolte dal banchiere Albert Kahn che, verso to al passato? la fine dell'Ottocento inviò fotografi e cineasti in tutto il mondo a caccia di immagini : in via Pomba saranno esposte quelle sull'Italia. E ancora, nel '94, è prevista a Torino l'apertura delle celebrazione del bicentenario del Louvre di cui il Centre dispone una ricca videoteca (i video del Louvre son distribuiti in Italia da Allemandi). Gli stimoli per l'attività del Centre non mancano quindi, ma la città come risponde? E lei, direttrice, come si trova a Torino? «Chi viene a contatto con il Centre difficilmente se ne stacca. Ciò significa che quello che proponiamo interessa. Per quanto mi riguarda, conoscevo il Piemonte: ero stata nelle Langhe quando ho tradotto il «Partigiano Johnny» di Fenoglio. Torino è una bella città, molto mitteleuropea. Purtroppo all'estero è conosciuta soltanto sotto l'aspetto industriale. Secondo me è colpa degli stessi torinesi che non la sanno valorizzare. Dedico molte domeniche alla visita di quartieri e strade sconosciute: ho incominciato ad apprezzarla e credo che con qualche intervento di restauro potrebbe diventare di nuovo stupenda, come è capitato alla stessa città di Parigi- «Time Bone Sarah Beauchesne al 71. rue Bianche Paris, 1992» (Foto Christophe Boutin, Paris)
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