Affitto, libera trattazione di Maria Teresa Martinengo

40 La guida ai lettori si conclude con il contratto-tipo Uppi-Uniat Affitto, liberatrattazione ultima puntata sui patti in deroga Si conclude oggi con la pubblicazione integrale del contratto tipo sottoscritto per Torino e provincia da Uppi (Unione piccoli proprietari immobiliari) e Uniat (Uil inquilini) la «guida» in tre puntate ai «patti in deroga» all'equo canone, introdotti dalla legge 359 dell'8 agosto 1992. La normativa riguarda le nuove locazioni e quelle in scadenza dopo l'entrata in vigore della legge. Non sono toccati dai «patti in deroga» - all'insegna della libera contrattazione del canone tra le parti - i contratti che scadono, ad esempio, nel 1994. La durata della locazione, conformemente alla legge 392/78 sull'equo canone (che non viene cancellata: i nuovi patti sono «in deroga» a quelle norme), sarà di quattro anni. La firma del patto implica l'accettazione del rinnovo automatico per altri quattro. E' la certezza di poter restare nell'appartamento per un lungo periodo a facilitare l'accordo, con la disponibilità dell'inquilino a pagare somme più alte rispetto all'equo canone. I modelli proposti da La Stampa in questi giorni - venerdì e sabato abbiamo pubblicato il contratto tipo nazionale sottoscritto da Confedilizia, Su nia, Sicet e Uniat - sono tracce utilizzabili per definire poi liberamente il singolo contratto. Sulla trattativa devono vigilare, per legge, le organizzazioni di categoria. Differenti sono però, come evidenzia la lettura dei modelli pubblicati, i punti di vista dei sindacati che devono prestare assistenza alle parti. Il prototipo nazionale della Confedilizia inserisce, ad esempio, clausole sul diritto di prelazione in caso di vendita e sul subaffitto, volutamente ignorate dalla modulistica dell'Uppi-Uniat torinese. «Esiste una filosofia diversa spiega l'architetto Carlo Scalcione, segretario nazionale dell'Unione piccoli proprietari - di concepire la sostanza dell'assistenza e il perfezionamento dei "patti in deroga"». I piccoli proprietari riconoscono tre momenti nel processo per la definizione dell'intesa. 1) La messa a punto di diritti e doveri delle due parti e la possibilità di contrattare. In questa fase le associazioni possono essere consulenti alla stregua di qualsiasi professionista che proprietario e inquilino decidano di interpellare. 2) La seconda tappa riguarda un approfondimento sulla normativa dei «patti in deroga» che ciascun contraente può ottenere presso le rispetti¬ ve organizzazioni di categoria: questa è per l'Uppi e l'Uniat «l'assistenza» a cui fa riferimento la legge. 3) Infine proprietario e inquilino possono decidere come stipulare il contratto, in piena autonomia e libertà, confermando di voler instaurare un rapporto alle condizioni pattuite davanti ai rispettivi organismi sindacali. L'Uppi, in sostanza, non accet¬ ta il contratto tipo nazionale che toglierebbe la libertà contrattuale alle parti e non rispetterebbe le realtà locali caratterizzate da situazioni diverse. E subito partono le polemiche. L'Asia (Associazione inquilini assegnatari) protesta contro «l'assistenza teorica» delle organizzazioni di categoria. Maria Teresa Martinengo LA STAMPA i periidtu&m,

Persone citate: Carlo Scalcione

Luoghi citati: Torino