E Maradona servirebbe ancora?

E Maradona servirebbe ancora? E Maradona servirebbe ancora? Gli azzurri sono quasi concordi: «Non è più lui» FIRENZE. «Incredibile, è una pazzia percorrere dodicimila chilometri per incontrare i miei compagni del Siviglia nello spogliatoio», ha detto Maradona ieri pomeriggio prima di partire da Ezeiza per la Spagna, in compagnia di Diego Simeone. Una trasvolata di dodici ore e, subito dopo, su un aerotaxi si recheranno a Logrono per presentarsi a Carlos Bilardo, in tempo utile per la partita di campionato con il Logrones. Ma quasi certamente resteranno in panchina. E lunedì mattina Maradona e Simeone si imbarcheranno su un altro aereo per tornare a Buenos Aires e rimettersi a disposizione del et Basile per la sfida intercontinentale in programma mercoledì a Mar del Piata tra l'Argentina campione del Sud America e la Danimarca. Ma che senso ha obbligare Maradona, con nei muscoli le tossine della partita con il Brasile, a compiere un viaggio così sfibrante? E' una questione di puntiglio ed è anche la conferma che il matrimonio tra Siviglia e Maradona sta per finire. Se al termine di questa stagione non gli sarà possibile trovare una sistemazione in Italia, Dieguito chiuderà la carriera nel Boca Juniors. Povero ex «Pibe de oro», non fa quasi più paura. Le sue gesta televisive non accendono più di tanto gli azzurri. Solo Sacchi (che continua a giurargli eterna ammirazione), Lentini, Casiraghi e Vierchowod credono ancora nelle sue invenzioni. Per gli altri, è un eroe che forse farebbe meglio a ritirarsi sull'Olimpo. Lentini quasi esorcizza il suo abbandono: «Fino a quando re¬ sterà in piedi sarà grande. Gli manca il ritmo, ma se lo ritroverà resterà fondamentale per il calcio mondiale». Casiraghi: «Lui può fare tutto, anche arrivare ad Usa '94, perché resta il più forte». Vierchowod: «E' Diego che sorregge il Siviglia». Ma poi c'è un coro di voci contrarie: anche se c'è chi cerca evitare l'accusa di lesa maestà. E così Rocca bisbiglia: «Non è perfetto fisicamente, così l'ho visto con il Brasile. Ma se a 32 anni ha superato certe difficoltà potrebbe ancora farcela...». Maldini non riesce a nascondersi: «Difficilmente sarà ancora utile per la sua Nazionale. Dovrebbe allenarsi con serietà e fare vita regolare. Ora lo sorregge il suo carisma. Forse arriverà negli Stati Uniti, ma non sarà mai quello dell'86». Tassotti lo consiglia: «Con la genialità che ha può fare grandi cose anche da fermo. Ma deve lavorare tanto per tornare ai suoi livelli. Per adesso può dare alla sua Nazionale 30 minuti di grande calcio, forse 40. Per essere vero protagonista ai Mondiali deve ritrovare l'antica condizione». Costacurta è meno clemente, anche se affettuoso: «Gli ho visto fare due o tre grandi giocate, ma per poter reggere avrebbe bisogno di avere accanto almeno sette o otto giocatori, a sua disposizione. Non è più il fuoriclasse di una volta. Può servire come esempio per fare crescere talenti straordinari quali Redondo. Lui sì che fa paura, spero proprio che resti nel campionato spagnolo e che non venga alla Juventus». Un altro colpo... basso arriva da Fuser: «Si vede che gli anni sono passati. Lui resiste grazie alla sua grande classe. Ma non ha più la forza fisica, quella resistenza allo sforzo, quella velocità che in Messico gli permise di fare 50 metri di corsa per poi deliziosamente mettere in rete». Anche Pagliuca scuote la testa: «Non è più il Maradona di due anni fa, non ha più velocità». Ancelotti: «No, non è più lui. E' sempre un grande giocatore, di livello internazionale. Però adesso è sullo stesso piano degli altri, solo un miracolo può portarlo negli Stati Uniti». Ecco l'ostacolo più grande. Diego Armando Maradona accetterà di sentirsi un giocatore come gli altri, e non il più grande giocatore di tutti i tempi? Alessandro Rialti