Sua altezza Casiraghi di Marco Ansaldo

L'attaccante juventino conquista Sacchi e la Nazionale grazie al suo fisico: è la torre che manca all'Italia L'attaccante juventino conquista Sacchi e la Nazionale grazie al suo fisico: è la torre che manca all'Italia Sua altezza Casiraghi «Vado a Oporto perfarefortuna» FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Nel suo caso è sottilissimo il margine tra l'essere considerato un inaccettabile intruso o l'esemplare di una specie in via d'estinzione, da salvare come il panda, l'aquila calva e l'orso marsicano. A difesa di quel confine sta l'Arrigo, l'impensabile sponsor di Pierluigi Casiraghi. Sacchi era al Milan quando Berlusconi dovette scegliere tra due ragazzi che aveva per le mani, Casiraghi e Simone. E preferì Simone. Oggi invece si scopre che per la Nazionale al sangiovese è meglio l'altro, il ragazzone che prese la Juve. E sarà lui al centro dell'attacco col Portogallo. «Non c'è nessuno come Casiraghi», ha spiegato venerdì il et, facendo sobbalzare anche Trap, che di tanto in tanto lo lascia a bagnomarìa. Quella di Sacchi è la risposta a quanti considerano il bianconero un intruso nel Gotha azzurro: appena un gol in campionato, pagelle domenicali da ripetente incallito, un va-evieni tra campo e panchina di una squadra che galleggia nella mediocrità. E' lui l'uomo di cui fidarsi a Oporto?, chiede la gente. Sacchi dice sì, perché il ragazzone forse vede poco la porta ma è l'unico che permetta un gioco diverso da quello dei bassotti. Baggio & Signori. Del resto la razza degli attaccanti d'urto è in crisi. D calcio si è muscolarizzato e le generazioni son cresciute di 10 cm in 40 anni, ma in campionato si contano su due mani le punte alte, potenti, che fanno male. «Uno che mi assomiglia è Riedle», dice Casiraghi. Cioè un tedesco. Italiani zero. Quindici anni fa avrebbe avuto come concorrenti Bettega, Pruzzo, Savoldi, Graziani, un Altobelli giovane. Oggi ha Silenzi e Saurini. E' un altro match. «Questa situazione mi avvantaggia - ammette il Panda del pallone - e mi ha permesso di restare in Nazionale anche nei momenti più bui. La massima stima Sacchi me la dimostrò convocandomi dopo la partita di Marassi col Genoa, in cui Trap mi aveva spedito in tribuna. Giocai l'amichevole di Zurigo e nella ri¬ presa fui persino capitano. Ma da allora son cambiate tante cose. Gioco anche nella Juve, dove la concorrenza è forte; ed è più facile avere un posto in Nazionale che in un grande club». Resta il fatto che se un mese fa gli avessero detto che sarebbe stato titolare a Oporto al posto di Vialli, avrebbe pensato «di essere sulla strada della pazzia. Forse Sacchi mi vede meglio di lui vicino a Baggio. Ma non sono migliore di Vialli, sono diverso». Come ha detto l'Arrigo, che accusa i settori giovanili di innamorarsi degli estrosi come Baggio e trascurare gli arieti. «Certo - dice Gigi - chi ha una buona tecnica è guardato in un modo speciale, anche se si aiuta un po' tutti a migliorarla. La tecnica è importante e si privilegia chi ce l'ha». Lo fa anche la Juve delle talentuose mezzepunte, obiettiamo. Ci volevano aggiungere Bergkamp rinunciando magari al Panda. «Ne ho avuto il sospetto - dice -. Ora non so cosa faranno, non vedo una chiarezza assoluta: cercavano un attaccante, quando forse abbiamo più biso¬ gno di difensori». E servirebbe un gioco più adatto a sfruttare Casiraghi in mezzo all'area. Altrimenti sarà sempre un intruso, nella Juve e in Nazionale. «Il guaio è che non si riesce più ad andar sul fondo per fare i cross. Il calcio totale ha reso tutti un po' più uguali» si difende, rimpiangendo un po' «il gioco di Zoff che privilegiava il contropiede rapido con Barros e Schillaci». Ci si chiede se questa convocazione cambierà qualcosa nei rapporti tra il Panda e la Juve. Forse se lo chiede pure lui, frastornato da richieste da fantamercato. L'ultima: lo vorrebbe l'Inter, per dare il colpo di grazia alle coronarie di Boniperti. «Ho due anni di contratto e al 90% resterò a Torino. Gli ultimi dubbi deve risolverli la società e tutto può servire in questo finale di stagione. L'esperienza con Zoff mi ha dimostrato che vincere una Coppa può cambiare certi giudizi. E così con la Nazionale: se andrò bene ad Oporto farò un grosso favore all'Italia e a me». 1 Marco Ansaldo