Sindrome da sfiducia sulle sorti della lira

Ma per gli economisti «è sottovalutata» Ma per gli economisti «è sottovalutata» Sindrome da sfiducia sulle sorti della lira Temono anche gli operatori di Borsa Incognite all'orizzonte del reddito fisso MILANO. Tutti ad aspettare la riapertura dei mercati. Terrà la lira? La Borsa crollerà? Cosa succederà ai titoli di Stato? In attesa delle risposte sul campo, la Milano finanziaria, dopo il terribile pomeriggio di venerdì, si è concessa un weekend più breve del solito prima del lunedì che si annuncia faticoso. Cosa succederà? Per ora, la risposta passa di telefonino in telefonino. «Dipenderà dalla tenuta del governo e dalla capacità di Amato di sostituire i ministri dimissionari evitando la crisi», spiega Maurizio Pinardi della Sim Comit. E Amato? Amato non si sbilancia: «Stiamo lavorando, prima dell'apertura dei mercati saprete tutto», è l'unica dichiarazione che rimbalza da Roma in un sabato pomeriggio da gran consiglio. Instabilità, maledetta instabilità. Partendo per il breve weekend, non c'è banchiere, operatore di Borsa, gestore finanziario che non abbia portato con sé l'ultimo numero dell'«Economist», il settimanale londinese che ha dedicato la copertina al «caos in Italia»: un piatto di spaghetti tricolori con tre parole in evidenza, «Raccomandazioni, lottizzazione, mafiosi». Spara a zero sull'Italia, l'«Economist». E banchieri, uomini di Borsa, operatori rabbrividiscono: per i mercati finanziari ima copertina così, su una delle bibbie della finanza internazionale, vale una dichiarazione di sfiducia. Sfiducia sulla lira che venerdì ha toccato cambi da brividi, quasi 970 lire per un marco, 1570 per un dollaro. D'accordo, un evento straordinario legato all'effetto dimissioni di due ministri, già esorcizzato dalla Banca d'Italia con un: «(Abbiamo visto di peggio». E domani, lasciano intendere fonti vicine a via Nazionale, se alla riapertura dei cambi Amato sarà stabile in sella come tutto lascia prevedere, il terremoto Carlo Azeglio C ampi valutario potrebbe non ripetersi. Così la pensa anche l'economista Beniamino Andreatta, responsabile della politica economica della de, che auspica però anche segnali concreti. Quali? «Per esempio, la ripresa dell'iniziativa del governo per il risanamento della finanza pubblica e l'inizio in tempi brevi del processo di privatizzazioni partendo dalla Sme». E la Borsa? Per la Borsa, nonostante tutto, l'attesa è per qualche possibile contraccolpo negativo immediato che non dovrebbe fermare la tendenza al rialzo che un po' tutti (compresi gli analisti esteri) prevedono nel medio periodo. A conti fatti, dall'autunno in poi e cioè dalla crisi della lira a oggi, la Borsa ha già fatto segnare crescite importanti: stilando una classifica delle performance migliori il settimanale «Il Mondo» ha calcolato in un +204% la crescita della Mondadori risparmio, 163% quella della Saipem, 118% Rinascente, 94% Comit, 75% Sme, 72% Credit, 71% Fondiaria e 68% Mediobanca. Ma, promettono gli analisti, la corsa non è finita. Più cauti, molto più cauti, analisti e operatori lo sono sulle previsioni per i titoli di Stato. Soprattutto per i titoli di Stato a lunga scadenza. I crolli del venerdì nero, conferma chi sa, hanno accelerato le decisioni di disinvestimento dai Btp italiani che l'estero nell'ultimo periodo aveva ricominciato ad acquistare. Il rischio paese, spiegano da Londra, «potrebbe non valere più il rendimento» e così l'investimento è stato dirottato verso titoli del debito pubblico francesi o spagnoli. Un comportamento che, se confermato, potrebbe avere qualche effetto anche all'interno: sulle prossime emissioni (di marzo) di Bot, per esempio, per i quali di fronte ai prezzi in calo di Btp e Cct c'è chi non esclude un taglio nei livelli delle cedole, [a. z.] Carlo Azeglio Ciampi

Persone citate: Beniamino Andreatta, Carlo Azeglio Ciampi, Maurizio Pinardi

Luoghi citati: Azeglio, Italia, Londra, Milano, Roma