I figli Forse nostro padre bruciò qualcosa rimane un giallo anche per noi

Hi I FIGLI Forse nostro padre bruciò qualcosa rimane un giallo anche per noi Hi GSTAAD ON è affatto vero che il 60 per cento è rimasto in Svizzera. Abbiamo dato l'intero archivio fino al 1946». Vittorio Emanuele non vede alcun mistero, e anzi sorride. «Non abbiamo ritenuto che fossero interessanti le fatture di mio padre, la sua corrispondenza con noi, ma se qualcuno lo desidera possiamo benissimo inviare tutto in Italia». E i documenti spariti che forse riguardavano il fascismo? «C'erano sei cartelle nello studio di mio padre. Mia sorella Maria Gabriella mi ha spiegato dov'e- rano, ma effettivamente le trovai vuote. Un cameriere di mio padre aveva detto che forse Umberto II poteva averle bruciate un anno prima della sua morte. Ma sono solo supposizioni». Da Ginevra, Maria Gabriella conferma: «La vicenda delle cartelline vuote resta un giallo anche per noi. Non erano di nostro padre: appartenevano a Vittorio Emanuele III, che le aveva titolate di suo pugno fino al '42. Mio padre mi aveva detto che contenevano ad esempio lettere del ministro Daladier al nonno. Ora è sparito tutto. Può darsi che il materiale sia stato distrutto da mio padre, insieme con altri documenti, pochi giorni prima di lasciare Cascais per l'ospedale di Londra. Può anche darsi che qualcuno l'abbia sottratto. Per quanto riguarda gli archivi dal '46 all'83, anni nei quali ormai papà era diventato un privato cittadino, li abbiamo conservati noi». Alain Elkann Vittorio Emanuele: «Non è affatto vero che abbiamo trattenuto materiale importante. Solo lettere private e cartoline»

Persone citate: Alain Elkann Vittorio Emanuele, Daladier, Maria Gabriella, Umberto Ii, Vittorio Emanuele Iii

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Svizzera