Terra, cielo, hostess e Juventus: la crisi non risparmia nessuno

Madre coraggio e il fratellino più sfortunato LETTERE AL GIORNALE Terra, cielo, hostess eJuventus: la crisi non risparmia nessuno Quelle ragazze bruttine un segno dei tempi Ho preso di buon mattino l'aereo per Parigi. Era un volo Alitalia. Partenza puntuale, servizio ineccepibile, gentili assistenti di volo. Ma tra loro due sole hostess, non più giovani e soprattutto bruttine, anzi brutte. Pazienza, mi sono detto, sarà per la crisi: la compagnia di bandiera è lo specchio della nazione; ci rifaremo con l'Air France. Ma l'indomani, il ritorno dal punto di vista estetico è stato una frana, se possibile ancora peggio che all'andata. Un tempo la parola hostess faceva subito pensare a belle ragazze, belle figure, belle gambe, bei sorrisi, celestiali creature desiderabili. Ora il mito è caduto e noi stiamo puniti, come davanti a certe telegiornaliste della tv di Stato: voce, stazza, garbo così lontani dalla gradevolezza e della femminilità. Perché? Se sono brutte si pagano meno? O scopriamo oggi superiori ragioni di giustizia per cui tutti devono poter fare tutto, anche se sono fisicamente sgradevoli, più adatti a uffici pochissimo frequentati che alla passerella d'una sfilata di moda? Chissà se qualcuno ha voglia di spiegare. Intanto, amici che viaggiano spesso, dicono che è così in tutta Europa e che in America è peggio. Allora viene il sospetto che davvero anche l'hostess brutta sia un segno dei tempi. dott. Gustavo Angeli, Perugia Un esempio di serietà allo sport italiano Scrivo come cittadino - come cittadino di Torino e come tifoso della Juventus - a proposito del caso Bergkamp, il calciatore olandese che l'Inter ci ha sottratto. Molti giornali hanno osservato che quanto è accaduto è un'ulteriore prova del declino della Juventus come società oltre che come squadra. lo ignoro ovviamente le ragioni vere della «sconfitta» della Juventus, ma se queste fossero dovute al rifiuto di pagare un prezzo ritenuto troppo alto, non potrei che compiacermene. La Juventus vive a Torino e Torino è, delle città del Nord, la più colpita da una crisi economica gravissima, che può diventare recessione. Come giustificare - dinnanzi a decine di migliaia di persone senza lavoro e di piccoli azionisti senza dividendi - l'impiego di risorse così imponenti per acquistare un calciatore? Questo vale anche per il Milan e per l'Inter, ma queste squadre hanno assetti proprietari diversi e un diverso radicamento sociale. La Juventus dovrebbe utilizzare questa situazione per riorganizzare il suo vivaio e per migliorare gli strumenti di osservazione dei giovani promettenti nella provincia italiana. Vinceremo meno di un tempo? Pazienza: prima che qualsiasi altra squadra abbia raggiunto i nostri primati, la situazione cambierà. Ma intanto avremo dato un esempio di serietà allo sport italiano, degno della grande tradizione piemontese. Nerio Nesi, Torino La disfatta dei cattivi e la regola del futuro Dopo tanti anni di trionfo, di corruzione clientelismo del denaro, del «look», dell'apparenza, che hanno sostituito i valori della vecchia civiltà contadina, è comprensibile il disorientamento di molti, la volontà di vendetta di quelli che non sono riusciti, per incapacità o per vigliaccheria, ad approfittare dell'onda favorevole e l'amarezza dei tanti che hanno rifiutato il sistema e che oggi contano con desolazione le perdite, economiche e non, subite nel periodo. Quanto sopra per valutare bene in fondo l'opportunità dj godere adesso della «disfatta dei cattivi». Ed è un'opportunità da valutare, perché in queste crociate potrebbe nascondersi il vero nemico della società civile, quei reali centri di potere che, attraverso i polveroni e l'agitazione trionfalistica di cartelli inneggianti alla «pulizia morale», potrebbero per¬ petuare il potere o, ancor meglio, sostituire il loro potere a quello uscente. E' indispensabile che da queste riflessioni scaturisca «la vigilanza civile», quel potere di controllo e di verifica dei comportamenti di tutti gli addetti al sistema, dai politici ai funzionari pubblici, e la denuncia, co¬ stante e quotidiana, di soprusi ed illegittimità. E' importante che si dia maggiore spazio alla persona e alla sua dignità e che si reintegri lo spirito del «collettivo umano» che tutela tutti del proprio privato. Come? Sicuramente chiedendo la «perfezione della Giustizia», attraverso una condanna più generale del vecchio, più morale che tecnica, e la fermezza di legittimare e sostenere procedure di verifica e controllo, anche retroattive, di «tutti» gli addetti ai lavori. Documentazione certa sulle posizioni, personali e familiari, di coloro che hanno gestito: e ciò non per punire ma per creare la «regola del futuro». Non ci sono «eroi» da elevare a proprio rappresentante, «tutta la società civile è ugualmente colpevole» per reato, complicità o connivenza. Tutta la società civile è da assolvere. Tutta la società civile deve essere in grado di scegliere le nuove regole. Anche con mille referendum, passando al setaccio più sottile tutte le soluzioni, le proposte, i suggerimenti di chi si presenta ad offrire, volontario, il proprio contributo ed il proprio aiuto. Così solo si farà trasparenza e solo così il collettivo potrà esprimere «realmente e regalmente» il proprio destino futuro. Antonio Silvestre, Bologna Prima che scoppi una guerra civile Sono nato a Castelgrande (Potenza) nel lontano 12-1-1915, un paese dove al vertice di ogni cosa era la moralità e la dignità, tramandata dai nostri antenati, oggi invece tutto al contrario, tutto è cambiato dopo il terremoto del 1980, un'accozzaglia di affaristi politici. Sono stato volontario della guerra civile di Spagna, richiamato, sono partito per l'Albania, ho combattuto sul cippo 14, all'assalto a corpo a corpo alla baionetta, fui decorato di medaglia di bronzo al v.m., riportai l'amputazione del braccio sinistro, e di conseguenza sono un mutilato di guerra. E' mai possibile che questa Italia, da tutte le nazioni anticamente definita il giardino d'Europa, oggi sia classificata una valle di serpenti, di uomini senza pudore e senza morale (autentici cannibali affamati)?. Una buona volta, dopo aver fatto con scrupolosità e coscienza accurati accertamenti, prendete tutti quelli che risultano in difetto e scaraventateli subito in galera. Ritengo però che sia giusto premiare tutti quei deputati o amministratori che con coscienza hanno fatto il sacrosanto dovere. Fate presto prima che scappino all'estero perché ogni giorno che passa va sempre peggio, siamo già sull'orlo del precipizio. Una guerra civile? Mi auguro di no! Pio Belmonte, Potenza Stragi del sabato sera ipocrisie dell'indomani Penso che dovrebbe finire, sulla Stampa come su altri giornali, l'ipocrisia degli articoli sulle cosiddette «stragi del sabato sera». Le persone intelligenti sono stufe di sentirsi dire che la colpa è dei giovani, etc. Si potrebbe fare la fotocopia dell'articolo del lunedì X per riprodurlo, cambiando nomi e luoghi - e spesso neppure i luoghi qualche settimana dopo. Indagando si scoprirà che: 1) le cinture di sicurezza non vengono allacciate; 2) i controlli sulla velocità non vengono fatti; 3) i controlli sull'alcol sono scomparsi. E che le cause sono: 1) nessun poliziotto o vigile fa più multe di questo tipo: la legge è caduta nel dimenticatoio; rende di più multare i camionisti...; 2) la polizia stradale è assente sulle strade, non solo nella notte di sabato ma anche di giorno e durante la settimana; 3) le poche macchinette per il controllo non sono in grado di funzionare, né vengono fatte funzionare. Saluti da un rappresentante che percorre 70.000 km l'anno sulle strade, e che, senza falsa modestia, potrebbe insegnare qualcosa a molti. rag. Roberto Francia, Milano

Persone citate: Antonio Silvestre, Bergkamp, Gustavo Angeli, Nerio Nesi, Pio Belmonte, Roberto Francia