Agguato ai gangster con il colonnello 0-15

Una lunga notte sull'auto della polizia nelle strade violente della Mosca postcomunista Una lunga notte sull'auto della polizia nelle strade violente della Mosca postcomunista Agguato ai gangster eoa il colonnello 0-15 UNARONDA NELLA RUSSIA MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Si chiama «operazione Signal», segnale. Di che? Messaggio di guerra alla criminalità, organizzata e non, individuale e di gruppo, mafiosa e di racket, armata e vagabonda. E' cominciata all'inizio di febbraio e continua. Ho chiesto di parteciparvi, di vedere da vicino come il potere russo si difende. Perché questa è la parola giusta: difendersi da un dilagare d'illegalità che non risparmia più nessuno. E' venerdì sera, «la sera più difficile della settimana», mi dice l'accompagnatore, un colonnello del ministero dell'Interno che preferisce non essere nominato. Partecipo in incognito, per «non disturbare». Il che significa che vado con un'auto in affitto. Lui, «Ovest-15», sale al mio fianco con uno speciale radiotelefono («americano, naturalmente», sottolinea con un ghigno) che ci permette di ascoltare tutte le comunicazioni tra la centrale operativa e le 200 auto della «patrulnaja grappa». E si parte. L'aggeggio gracchia in continuazione. In un appartamento vicino a Ostankino un uomo sta picchiando la moglie. Andiamo a vedere? Non c'è tempo. C'è un'aggressione a mano annata all'altro capo della città, quartiere di Certanovo. E subito due furti d'auto in rapida successione. «Oriente-5» comunica con voce tesa che tre uomini «caucasici», armati, hanno costretto un conducente a cedere la vettura. «Adesso scatta il piano speciale», comunica distratto «Ovest15». Che poi altro non è che un sistema di posti di blocco già pronto a entrare in funzione. Non facciamo in tempo a correre sul posto. Li hanno già presi. «Se non li prendiamo subito, poi non li prendiamo più». Andiamo alla stazione Jaroslavskaja, dove hanno arrestato due minorenni: hanno assassinato un coetaneo per rubargli i vestiti. Ma il capo guardia non ce li fa vedere («non ho autorizzazione»). In compenso mi sento per un attimo protagonista: sono bastati 20 minuti di sosta nell'ufficio di polizia della stazione e, quando torniamo, scopro che mi hanno rubato i tergicristalli. Nevica forte, ma andiamo avanti lo stesso. E' scattato un altro allarme. Nel caffè Morozka, vicino al teatro Taganka, è in corso - pare una riunione di gangsters. Ma «loro» - chiedo - non sentono i vostri messaggi? «Ovest-15» scuote la testa: «Cambiamo frequenza molto spesso, e queste conversazioni sono codificate. Certo loro sono meglio attrezzati di noi, ma anche noi ce la caviamo». Arriviamo troppo presto al caffè Morozka. E forse combiniamo un guaio. Un'auto con targa gialla (stranieri), con due uomini a bordo, solleva inquietudine là dentro. Facciamo in tempo a vedere in controluce, come in un teatrino di ombre cinesi, un'ombra che corre a dare l'allarme. Marcia indietro. Una Zhigulì blu, con targa privata, due uomini a bordo, staziona sull'altro lato della strada. «Nostri o loro?». «Ovest-15» chiede all'aggeggio. Non lo sanno. In compenso arriva a gran velocità una Mo.skvit.ch con due della milizia speciale del ministero dell'Interno, mitragliette puntate, divisa mimetica, giubbotti antiproiettile. «Ovest-15», anche lui in divisa mimetica, deve uscire dall'auto per spiegare la situazione. Grandi risate e pacche sulle spalle. «Vi avevamo notati subito», spiega un ragazzone di due metri, capo della pattuglia. Meglio lasciare in pace il caffè Morozka, «l'operazione non è per questa sera». Sono le 22,45. Finora un solo assassinio («è la prova che l'operazione Signal sta dando i suoi risultati», commenta «Ovest-15»). Ma i furti d'auto sono saliti a 15. C'è un altro scasso di appartamento a Krìlatskoe. Presi? Non ancora. Una sparatoria nel quartiere di Tekstilshiki. Individuati? Non ancora. Dalle stazioni ferroviarie arriva uno stillicidio di piccoli episodi. Rubata una «sciapka» di pelliccia alla Kurkaja. Fermati due giocatori delle «tre tavolet¬ te» alla Leningradskaja. Rissa vicino al complesso olimpico. In un chiosco della zona - gracchia la voce di pattuglia - hanno trovato due coltellacci e due pistole a gas. «Finora è una serata tranquilla», commenta un Omon (milizia speciale) che incrociamo vicino alla via Sherbakovskaja. La città sembra vivere il suo ritmo normale, milioni di luci accese, di televisori in funzione. E un'altra vita, sotterranea, cupa, disperata, si dipana attraverso le onde radio che giungono fino a noi. Messaggi monotoni di delitti piccoli e grandi, tragedie che si consumano senza sosta. Davanti ai grandi magazzini Zum un vecchio ubriaco si rotola nel fango. Intorno nessuno. La pattuglia 22 arriva dopo di noi. Un'occhiata e un colpo di telefono. Ma passano decine di minuti prima che arrivi la camionetta del servizio «vitresvitel», soccorso agli alcolisti. Quanti ne muoiono così? «Tanti». Corriamo a Sokolniki, posto di polizia n. 15. Hanno arrestato due giovanotti di 19 e 22 anni, colti in flagrante mentre svaligiavano un appartamento al quinto piano. Uno si è rotto una gamba mentre cercava di fuggire dalla finestra. L'altro è indenne, ma ubriaco anche lui. Lo ti¬ rano fuori dalla cella per farcelo vedere. Incensurato. Non ha ucciso, ma ha picchiato selvaggiamente le vittime, ima ragazza di 16 anni e un suo compagno, che erano soli in casa. Resterà in cella per un massimo di tre mesi, fino al processo. E l'avvocato? Ce l'ha un avvocato? Il capo della seconda sezione, l'inquirente Bakhvalov, scoppia in una gran risata. «Avvocati non ce n'è. Dove vuole che li troviamo? In questo Paese senza leggi era la professione più screditata. Ci vorrà ima generazione per creare la categoria». E' già l'una di notte. Bakhvalov è ciarliero e gioviale. Due giorni fa hanno trovato, nel parco di Sokolniki, il cadavere nudo di una ragazza. Congelato, senza segni di ferite. I giornali ne parlano, pubblicano la foto, sperando che qualcuno venga a identificarla. «E' una zona allegra sghignazza - d'estate e in primavera è ancora più vivace. Ogni notte un omicidio, qualche stupro, qualche rapina. E le donne fanno sempre notizia, specie se le troviamo senza mutandine. Ma l'altro giorno, a duecento metri dal cadavere della ragazza, c'era un anziano signore morto, con un coltello in mano e una ferita al costato. Nessuno ne ha parlato». Al centro operativo della polizia ferroviaria c'è un grande via vai di agenti in borghese. Da qui si controllano le nove stazioni passeggeri di Mosca e una zona grande come la Francia. Hanno appena compilato il loro resoconto della notte: 24 delitti di varia entità, 12 dei quali - si vantano - subito «scoperti». Un solo esito mortale (deceduto in ospedale per ferite, rapina a mano armata). L'inquirente di servizio scuote la testa. «E' andata meglio del solito. Ma questa è una guerra in cui stiamo perdendo. Hanno voluto fare il capitalismo in dieci giorni e hanno ottenuto una società che si criminalizza a vista d'occhio. Dieci anni fa a Mosca si poteva passeggiare in qualunque posto, da soli, in piena notte. Ora lei lo farebbe?» Non lo farei. Le cifre che «Ovest-15» mi fa vedere con orgoglio dicono quasi tutto da sole. In 20 giorni l'operazione Signal (in corso a Mosca e regione e a Ekaterinburg) ha prodotto 5000 arresti, ha permesso di scoprire gli autori di 110 omicidi e di 650 aggressioni. Confiscate 1897 armi di vario genere, insieme a 93.000 dollari e 73 milioni di rubli. 335 gruppi criminali sono stati sgominati. Sembra un bollettino di vittoria. «Ma non lo è dice l'inquirente -, questi sono solo gli stracci che volano». E disegna un grande triangolo con le mani, con la punta verso l'alto: «Vede, questa è la vostra mafia, una piramide vera, con la base in basso. Da noi è il contrario. La mafia sta lassù, e lassù noi non possiamo arrivare con l'operazione Signal». Giuliette Chiesa La guardia sussurra «Al parco si trova un cadavere la settimana» La cattura di uno spacciatore in una strada di Mosca ipubufoto]

Persone citate: Bakhvalov, Giuliette Chiesa, Omon

Luoghi citati: Ekaterinburg, Francia, Mosca, Russia