«La P2 esiste ancora» Trovati conti e 408 nomi

La crisi morale del Paese sui giornali stranieri L'indagine sui movimenti di Gelli, che nega e querelai «La P2 esiste ancora» Trovati conti e 408 nomi ROMA. Un giro di affari di decine di miliardi, scoperto partendo dai movimenti finanziari di Lido Gelli, e una serie di schede personali e Uste di nomi che fa già parlare di «nuova P2». Magistrati e investigatori sono al lavoro per cercare di capire che cosa si nasconde negli archivi sequestrati negli uffici e in casa di Giorgio Cerniti, 47 anni, «dominus» della Cgf, la Compagnia generale finanziaria che controllava società portate fino al fallimento dopo aver succhiato i miliardi che c'erano dietro. Cerniti è accusato di bancarotta fraudolenta assieme ad un'altra decina di imputati tra cui l'ex vicepresidente del Csm Ugo Zilletti, e si trova nel carcere di Ivrea con un doppio mandato di cattura firmato dai giudici piemontesi e romani. Negli uffici di Cerniti è stato trovato materiale definito «esplosivo» alla questura di Arezzo. I documenti svelano i rapporti ramificati di quest'uomo d'affari che gli investigatori ritengono legato a Lido Gelli. Relazioni che hanno a che fare anche con ambienti massonici: nell'ufficio che aveva presso la società Irveg, a Roma, Cerniti conservava fra l'altro un foglio di agenda con scritto «Gran Loggia femminile d'Italia» e altre annotazioni. Negli stessi scatoloni c'erano vari biglietti d'auguri e di ringraziamento, fra cui quelli di politici socialisti e de. Rapporti coltivati nel tempo attraverso favori e attività varie. In un altro ufficio della Cgf ecco comparire le pratiche di acquisto e di pagamento di una serie di telefoni cellulari, intestati a varie persone. Fra i nomi ne spicca qualcuno che ha attirato l'attenzione dei giudici: quello di un magistrato in servizio presso il ministero di Grazia e giustizia con un importante incarico e quello di un altro giudice, a suo tempo incappato nello scandalo P2 ; il suo nome compariva infatti negli elenchi degli iscritti sequestrati a Castiglion Finocchi. E poi d sono gli «schedati». Gli inquirenti di Arezzo - che continuano a lavorare su questa vicenda anche se hanno trasmesso buona parte degli atti alle procure di Roma e di Ivrea - parlano di centinaia di schede personali su imprenditori, uomini d'affari e finanzieri. Nei verbali dei sequestri operati dalla Digos di Arezzo si parla di 408 schede trovate in un archivio mobile, nell'ufficio personale di Cerniti. A tirare le fila della nuova trama, secondo gli investigatori toscani, «sono sempre i soliti». Il riferimento è ai tempi della P2. «Stavolta potrebbe finire in galera gente che non c'è andata dieci anni fa», aggiungono. Licia Gelli, da villa Wanda, nega tutto e annuncia querele, dopo che qualche giornale ieri mattina ha titolato «La P2 è viva, scoperti nuovi elenchi». «Smentisco completamente - dice l'ex Gran Maestro - e mi riservo la più ampia facoltà di prova. Si tratta di affermazioni che creano panico: evidentemente chi le ha fatte non si è reso conto delle conseguenze». Eppure tutta l'inchiesta è partita proprio dagli spostamenti di denaro attribuiti a Gelli, di cui parlò il ministro dell'Interno Mancino nel ferragosto scorso. Al vertice della Cgf Giorgio Cerniti aveva messo suo padre Sergio, il quale però nel primo interrogatorio ha già spiegato ai giudici che il vero «dominus» era suo figlio, il quale «elaborava le strategie» che a lui, molte volte, apparivano «discutibili». Come quella che ha portato a rilevare la Venturi Investimenti di Lecce, una società che aveva raccolto i soldi di circa 10.000 risparmiatori e che nel 1992 astata portata al fallimento, un crack valutato in circa 60 miliardi di lire. E' un frammento di un giro di denaro che - dicono i magistrati romani - non può certo far capo ad una sola persona. —1 -— Giovanni Bianconi Nella foto grande l'ex maestro venerabile della P2 Lido Gelli Qui a fianco: Ugo Zilletti (già vicepresidente del Csm) arrestato per il crac della Cfg

Luoghi citati: Arezzo, Castiglion Finocchi, Italia, Ivrea, Roma