Tutti d'accordo: l'Eni sborsò troppi miliardi

Tutti d'accordo: l'Eni sborsò troppi miliardi Tutti d'accordo: l'Eni sborsò troppi miliardi ROMA. Tutti d'accordo, ormai: nell'acquisto di Enimont ci fu supervalutazione. E non di poco: centinaia di miliardi, a dire poco, sono stati «regalati» a Gardini. Chissà se alla fine si confermerà la previsione dell'inizio, quando si parlò di mille miliardi. Il giudice romano Ettore Torri ieri si è opposto alla perizia contabile. Anche per lui, è «lampante» la sopravvalutazione. Nei giorni scorsi, i suoi colleghi milanesi che indagano su Enimont erano stati anche più espliciti: «Lo sanno anche i sassi del prezzo gonfiato». L'ultima parola sulla perizia adesso spetta al Gip, Antonio Trivellali, che pare orientato per il «sì». La richiesta formalmente era stata avanzata da (la¬ briele Cagliari, presidente dell'Eni. E tutto lasciava pensare òhe i giudici romani accettassero la richiesta senza problemi. Poi, improvvisamente, lo stop. Spiega Torri: «Ritengo di essere già in possesso di prove sufficienti, documentali e testimoniali, che indicano come la supervalutazione delle azioni ci sia stata». Un riferimento trasparente, insomma, alle ultime testimonianze eccellenti: Gardini e Cragnotti al giudice hanno spiegato che la quota dell'Eni non superava il valore di 2000 miliardi. E aggiunto che erano orientati ad acquistare la parte pubblica, privatizzando tutta la chimica nazionale. Poi l'Eni offrì ai Ferruzzi la bella cifra di 2805 miliardi. E quelli accettarono l'affare di corsa, [f. g.l

Persone citate: Antonio Trivellali, Cragnotti, Ettore Torri, Gardini

Luoghi citati: Cagliari, Roma