«Lo sculaccione è incostituzionale» di Paolo Guzzanti
Sentenza in difesa dei bambini. Ma le minacce di punizione sono peggio d'uno schiaffo Sentenza in difesa dei bambini. Ma le minacce di punizione sono peggio d'uno schiaffo «Lo sculaccione è incostituzionale» CARI genitori, e anche voi maestri, vicini di casa, nonne e zìi, è bene che perdiate alla svelta il viziacelo di prendere a schiaffi i bambini. Non stiamo parlando dei maltrattamenti, i gravi episodi di cui si occupa «Telefono Azzurro». No, parliamo proprio delle piccole e casalinghe punizioni corporali, compresi i tradizionali sculaccioni: da ieri, infatti, lo schiaffo è diventato definitivamente illegale e punibile con più d'un mese di reclusione. Questa la decisione del pretore leccese Angelo Sodo, chiamato a giudicare una mamma di 32 anni, accusata dal marito per l'uso continuo di schiaffi, ceffoni, manrovesci e sberle ai danni del figlio di soli cinque anni. n giudice ha motivato la sentenza dicendo: «I tempi sono cambiati, è cambiata la cultura, il mondo si è arricchito di nuovi valori che esaltano il rispetto di piante e animali, figuriamoci dei bambini. I bambini, benché vadano educati e allevati, restano co¬ munque cittadini che godono di tutti i diritti costituzionali, come gli adulti». E adesso che cosa succederà? Non è difficile prevedere: la sentenza «farà scalpore», e molti saranno i consensi. Eppure il giudizio sulla sentenza merita di non restare sepolto sotto una ipocrita lapidazione di consensi. Dure che non si devono picchiare i bambini è importante, che lo faccia un giudice in nome della legge è clamoroso, ma sarebbe un errore fermarsi ai soli schiaffi e sculacciate. Gli esperti dell'educazione dicono che la violenza esercitata sui bambini è cosa pessima, ma non altrettanto l'impiego dell'intransigenza (che implica divieti e castighi) di fronte a questioni fondamentali: l'incolumità, il rispetto delle norme che regolano la convivenza civile. Se lo schiaffo e lo sculaccione sono da evitare, più ancora sono da fuggire e condannare tutti gli atteggiamenti che servono a porre i bambini in uno stato di terrore, di temuto abbandono, di rappresaglia indecifrabile, di punizione terribile, temibile e implacabile. Per gli esperti ci sono due generi di sculaccioni: quello che il bambino si aspetta - e che ha messo in bilancio in una sua sistemazione mentale dell'equità - e quello che non si aspetta affatto, che lo raggiunge e lo scaraventa a terra senza un preavviso. E' una faccenda che ci riguarda tutti. Io, da bambino, ne ho prese come tutti quelli della mia generazione. E non ne ho date, come genitore, anche se i miei figli mi rinfacciano un paio di antichi sculac- ciamenti di cui devo aver perso la memoria. Non me ne pento e non me ne vanto. Inoltre si deve prender nota del fatto che cultura, sociologia e psicoanalisi non hanno modificato i comportamenti domestici: botte da orbi volano in casa, a Nord come a Sud, nelle famiglie borghesi, operaie, mercantili, di credenti e miscredenti. Il pretore anti-ceffone ha comunque dato un segnale clamoroso per ricordare che persino i bambini, oltre le otarie, le martore e i leprotti, non vanno cacciati e battuti. Neanche dalle loro mamme. Il vecchio e arrogante motto, secondo cui «questo è mio figlio, e lo prendo a schiaffi quanto mi pare e piace», va ammainato e sostituito con quest'altro: «Mio figlio, prima di essere un figlio, è un signor cittadino». Il nuovo diritto va dunque spiegato anche ai bambini. E poi, con sorridente affetto e per l'ultima volta, assestargli l'ultimo, nostalgico sculaccione. Paolo Guzzanti
Persone citate: Angelo Sodo
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