lo ti guarirò parola di Linus

20 PRIME CINEMA «Il grande cocomero» di Archibugi lo ti guarirò parola di Linus E, UN fenomeno ancora appena accennato, limitato a pochi: alla degradazione delinquenziale della realtà italiana, all'eccitazione melodrammatica e volgare dei media, al cinismo dello scherno, alcuni registi reagiscono raccontando come protagonisti d'una Nuova Resistenza (e con tutti i rischi dell'edificazione) gente comune onesta, brava, che tra infinite difficoltà cerca testardamente di far bene il proprio lavoro, di conservare il rispetto di sé e l'affetto per gli altri. Sono Scola, Gianni Amelio, Ferreri alla sua maniera, adesso Francesca Archibugi con questo film bello e serio, commovente e divertente: un'autentica riuscita. Nei fumetti di Schulz, il Grande Cocomero è atteso come speranza, salvezza, utopia, soluzione, e nella notte di Halloween non si fa mai vedere da Charlie Brown né da Linus. Nel film invece arriva: ed è la guarigione d'una ragazzina ritenuta epilettica, da parte d'un giovane medico specialista in neuropsichiatria infantile, intelligente, generoso e sensibile come fu lo scomparso Marco Lombardo Radice, al quale il personaggio s'ispira umanamente e scientificamente. La storia del caso clinico porta a un'analisi dell'epilessia, che può essere malattia ma anche essere una manifestazione indotta di disagio esistenziale, una reazione all'ambiente familiare sconnesso e alla propria impotenza nel fronteggiarlo: la ragazzina è una bugiarda patologica, pare affezionata soltanto al suo cane battezzato Stronzo, resiste alla cura. Il racconto della terapia (psicoanalitica più che neuropsichiatrica) consente la descrizione del reparto ospedaliero, «in parte cronicario, in parte baluardo»: dove alcuni medici, infermieri e terapeuti, schiacciati dal superlavoro, pazienti e sfiniti, seguitano nel caos a curare come possono ragazzi anche salvabili. La vicenda permette il confronto tra due personaggi ugualmente soli e dolenti, il medico e la ragazzina, tra due attori diversamente eccellenti: Sergio Castellino sapiente e profondo, Alessia Fugardi dotata di bravura naturale. La regista fa un'apparizione in vesti di giovane mamma ed ex moglie, il produttore Leo Pescarolo fa un'apparizione in vesti di padre. Victor Cavallo interpreta con pudore e calore il personaggio d'un prete che si occupa di ragazzi in difficoltà. Laura Betti recita benissimo una di quelle caposala onniscienti, onnipotenti, prepotenti, che dominano il reparto con la praticità brutale d'un governante, senza la cui esperienza pare che tutto debba crollare: e invece quando infine se ne vanno tutto va avanti lo stesso, anzi un po' meglio, i Lietta Tornabu» ni IL GRANDE COCOMERO di Francesca Archibugi con Alessia Fugardi, Sergio Castellino Anna Galiena, Armando De Razza, Laura Bttli Victor Cavallo / Drammatico. Italia, 1992. I Cinema Etolle di Torino; inteo di Milano; Qulrlnetta di Romt Alessia Fugardi è una ragazzin i bugiardi patologi a affezionata soltanto al suo cane battezzato Stronzo

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