Sciolti i Comuni resta la mafia

Allarme della commissione parlamentare: i partiti locali alleati dei clan Allarme della commissione parlamentare: i partiti locali alleati dei clan Sciolti i Comuni, resta la mafia E le cosche si preparano al dopo-elezioni ROMA. Molti dei Comuni sciolti per mafia sono ancora in mano alla mafia. E c'è il rischio che anche dopo il voto di primavera le cosche continuino a comandare. L'allarme viene dalla commissione parlamentare antimafia, e il presidente Luciano Violante ha scritto a tutti i segretari di partito per metterli in guardia: «Le condizioni in base alle quali è stato disposto lo scioglimento possono rapidamente riprodursi all'indomani delle nuove elezioni». Questo anche perché «la regola di comportamento assunta quasi dovunque dai partiti politici locali si ispira al disinteresse a al boicottaggio nei confronti degli amministratori straordinari e della loro opera». I commissari sono malvisti, e i boss locali soffiano su tutti i fuochi che hanno a disposizione per alimentare il malcontento. A Mondragone, in provincia di Caserta, uno dei venti Comuni in cui si voterà a primavera, gli amministratori straordinari l'hanno detto nella relazione inviata al ministero dell'Interno. «L'attività della commissione scrivono - ha incontrato difficoltà operative derivate in particolare dalle ristrettezze dei mezzi finanziari a disposizione... Ciò ha comportato una politica di rigore che, se è valsa per fini di risanamento finanziario, può aver avuto un impatto non popolare nel contesto sociale». Ma questa situazione, se paragonata a quella di altri Comuni ugualmente sciolti per collusioni con la mafia, sembra davvero poca cosa. Ecco che cosa succede, ad esempio, a Campobello di Mazara, provincia di Trapani, 100 metri sul livello del mare e 14.000 abitanti, dominio del boss mafioso Mariano Agate. «Alcuni componenti del disciolto Consiglio comunale - denunciano i commissari - si sono fatti promotori e orchestratoli di un'azione mirata a porre in cattiva luce la gestione della commissione straordinaria, ...con lo scopo evidente di recuperare credibilità e stima e di preparare in tal modo un terreno favorevo- le al rientro nella gestione della cosa pubblica dei vecchi amministratori, anche di quelli maggiormente compromessi, per riprendere i vecchi traffici per la spartizione di ogni possibile vantaggio, ciò in cui consisteva, in questo Comune, la vera sostanza della cosiddetta attività politica». Il mezzo più usato per alimentare il malcontento dei cittadini è quello dei danneggiamenti: «Sono stati ripetutamente asportati i segnali stradali allo scopo di scompaginare il traffico, sono state trafugate le batterie di automezzi comunali, sono state messe fuori servizio le pompe di sollevamento dell'acqua, sono state più volte gravemente danneggiate le condutture idriche». A dare manforte agli ex amministratori, secondo i commissari straordinari, sono i dipendenti comunali a loro volta assunti con criteri per lo più clientelari: una sorta di «cupola» che a Campobello rappresenta oggi l'Antistato. «Sono tutti affiliati alla massoneria - avvertono i commissari - alla quale aderiscono i maggiori esponenti della classe dirigente locale. La più importante delle tre logge massoniche operanti in Campobello è nascosta dietro il paravento dell'Avis... Tale loggia massonica costituisce il maggior centro di potere occulto, e dispone anche di un computer in cui, secondo voci correnti, sono riversati dati prelevati dagli archivi elettronici degli uffici comunali». Da tempo la Usi locale tenta di riprendersi i locali dell'Avis per farne un poliambulatorio, ma senza successo. Ora ci stanno provando i commissari straordinari, ma devono fare i conti con le minacce che ricevono. Nei primi mesi di gestione, i rappresentanti del governo nazionale si sono occupati della distribuzione idrica, del depuratore costruito vent'anni fa e mai entrato in funzione, dell'abusivismo edilizio e di altre questioni urgenti. Tutte iniziative che non devono essere piaciute a chi teneva in pugno i precedenti amministratori. «Non è da escludere - scrivono i commissari - che l'azione svolta dalla commissione straordinaria abbia comportato il sacrificio di qualche interesse particolare, rimasto privo di protezione a seguito della estromissione dei politici dalla gestione della cosa pubblica. La reazione non si è fatta attendere, e si è manifestata con segnali intimidatori inviati ai commissari: missive anonime con minacce di morte e un plico contenente quattro proiettili calibro 38 special». Giovanni Bianconi Violante scrive «Stanno boicottando l'operato dei commissari straordinari inviati al Sud» Luciano Violante, presidente della commissione parlamentare antimafia, ha denunciato la preoccupante situazione in cui clan e logge riducono i Comuni del Sud

Persone citate: Campobello, Giovanni Bianconi Violante, Luciano Violante, Mariano Agate

Luoghi citati: Campobello Di Mazara, Caserta, Mondragone, Roma