Mitterrand una Maginot in tv sulla Tangentopoli francese di Enrico Benedetto

Il presidente difende inquisiti e amici. Tapie? Insospettabile Il presidente difende inquisiti e amici. Tapie? Insospettabile Mitterrand, una Maginot in tv sulla Tangentopoli francese PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Agli oltre duemila francesi che gli domandavano lumi, per telefono, sulla corruzione politica e le bustarelle di regime, Francois Mitterrand ha opposto ieri sera in tv una vera e propria linea Maginot. «Ho preso informazioni. I parlamentari sotto inchiesta nell'intera legislatura risultano 58, 30 fra i quali del Centro-Destra. Inoltre appena 4 o 5 potrebbero essersi arricchiti con fondi pubblici. Gli altri finanziavano semmai i loro partiti, che è ben diverso». Delusi inoltre i numerosi telespettatori che speravano vedersi incrinare l'appoggio a Bernard Tapie e Pierre Bérégovoy. Del ministro businessman, che ha appena rifilato l'Adidas a un consorzio semipubblico, Mitterrand dice: «Uomo insospettabile». E rovescia le accuse contro il suo premier per quel prestito da 280 milioni a interesse zero concessogli dall'industriale-faccendiere Roger-Patrice Pelai nell'86. «Un ex titolare delle Finanze che non ha i soldi per acquistarsi un piccolo alloggio e se li fa dare da un amico: quale miglior prova che la sua probità è totale? Altri in vece sua - e li conosco - avrebbero avuto eccome i quattrini necessari». E' un messaggio per gollisti e giscardiani, ieri immersi negli affari oggi cassandre moralizzatrici. Il malcostume socialista, puntualizza l'Eliseo, è minoritario: 28 a 30, «malgrado i media quasi ignorino i secondi». Così anche stampa e tv hanno dovuto ribeccarsi un'accusa ormai normale: faziosità anti-ps. Morale &■ politica costituivano il piatto forte per il 2° rendezvous Ira Mitterrand e i cittadini sulle onde di «France 3». Come giovedì sera, grande teleconferenza attraverso il Paese, con dodici francesi selezionati tra le 27 mila candidature per interrogarlo. Il marchingegno è ferraginoso, non sfugge alle alchimie politiche, punisce l'inesperienza (e l'emozione) dei 12, premiando un fantastico attore quale Mitterrand. Una lorenese che aveva provato invano a incastrarlo sulla crisi economica, perde la calma. Lasciando lo studio, mugugna: «Non ha risposto, come sempre. Gli interessa l'Auditel e basta». Eppure, almeno ieri sera, il settantaseienne Mitterrand voleva apparire in sincero «filo diretto» con la sua nazione. All'inizio, abbozza persino un'autocritica: «Forse non ho convinto abbastanza, giovedì, i miei interlocu- tori. Peccato, ci avevo messo il cuore». Curiosa espressione per un leader iper-cerebrale, maestro nel dominare le emozioni. Poi affronta l'offensiva del pubblico sugli scandali. «Dommage», rammarico, è la parola che più spesso gli affiora sulle labbra. Ma il comprendere le inquietudini espostegli non vuole dire giustifi- carie. E contrattacca. «Sono il XXI Presidente della Repubblica, il solo che in due secoli abbia moralizzato la politica». Cita la legge sui finanziamenti pubblici alle varie formazioni e le normative contro l'«insider trading» borsistico. Solo merito del ps? «No, fece qualcosa anche Jacques Chirac quand'era premier» riconosce Mitterrand, aggiungendo perfido: «su mia indicazione». L'autodifesa non poteva essere più massiccia, un'arringa non d'ufficio con qualche slancio strappacore «mi fa male vedere sott'accusa un uomo come l'ex operaio rierre Bérégovoy». Gli spettatori - 6 milioni - parrebbero indecisi tra curiosità verso la nuova formula e insoddisfazione. Ma all'estero gli animi sono meno tiepidi. Downing Street gabella di «elettoralismo isterico» le critiche contro Londra su Maastricht espresse l'altro ieri, mentre il cancelliere austriaco rintuzza quelle per «concorrenza economica sleale»: «Monsieur Mitterrand è disinformato». Enrico Benedetto II presidente Mitterrand

Luoghi citati: Londra, Parigi