All'Onu rissa sugli aiuti

All'Orni rissa sugli aiuti All'Orni rissa sugli aiuti Ghali ordina ai suoi collaboratori «Comando io, riprendete i voli» ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Si accende sempre di più il diverbio all'interno dell'Onu per via della decisione dell'alto commissario per i profughi Sadako Ogata di sospendere gli aiuti umanitari alla Bosnia. Il segretario generale delle Nazioni Unite Butros Ghali ha mandato una nota scritta a Ogata in cui le dà disposizione di riprendere immediatamente l'azione umanitaria interrotta due giorni fa. Secondo le dichiarazioni di "alcuni funzionari dell'Onu l'alto commissario per i profughi ha preso la decisione senza consultarsi precedentemente con il segretario generale, contravvenendo così alla procedura abituale dell'organizzazione. «I soccorsi devono essere distribuiti» ha detto Ghali «si presume che sia io a dirigere questa operazione» senza nascondere il proprio disappunto per l'iniziativa personale di Ogata. Ma da Ginevra la portavoce dell'alto commissariato per i profughi Silvana Foa ha ribadito che Sadako Ogata rimane ferma nella sua decisione di non distribuire più i soccorsi alla Bosnia orientale e a Sarajevo finché le parti in guerra non permetteranno ai convogli umanitari di passare liberamente. «Il permesso che i serbi hanno dato a uno dei convogli diretti in Bosnia orientale è un buon segno» ha detto Foa. «Spero che questo sia un primo passo verso lo sblocco della vicenda». Dopo lunghe trattative con i comandanti locali delle milizie serbe il generale francese Philippe Morillon, comandante dei caschi blu di stanza in Bosnia, sarebbe infatti riuscito a far passare il convoglio per Gorazde, dove 45 mila persone stremate dalla fame aspettano il cibo e i medicinali. Quattro o cinque camion con i soccorsi umanitari dovrebbero separarsi dalla colonna per raggiungere la vicina cittadina di Zepa, dove le vittime della fame non si contano più. Intanto gli Stati Uniti stanno considerando la possibilità di far arrivare i soccorsi umanitari in Bosnia via aria, paracadutando i pacchi con gli aiuti nelle regioni assediate dai serbi. Ma in questo caso gli aerei da trasporto dovrebbero essere protetti dall'aviazione militare, ha dichiarato il portavoce del Pentagono, sottolineando che un'operazione del genere potrebbe essere irrealizzabile. Dopo la protesta del governo di Sarajevo che ha invitato il Consiglio di sicurezza dell'Onu a riunirsi d'urgenza per esaminare la decisione di Sadako Ogata di sospendere gli aiuti umanitari alla Bosnia, il presidente bosniaco Izetbegovic ha dato disposizione alla sua delegazione a New York di non partecipare alle trattative di pace finché i serbi non daranno garanzie sul passaggio dei convogli diretti verso le enclavi musulmane della Bosnia orientale. Il ministro degli Esteri Silajdzic, che è alla testa della delegazione bosniaca, porrà questa richiesta come condizione indispensabile per continuare in futuro qualsiasi negoziato. Da parte loro i serbi della Bosnia hanno annunciato che non andranno a New York perché il costo dei biglietti aerei e del soggiorno negli Stati Uniti è inaccessibile alla loro delegazione. In una lettera ai due copresidenti Vance e Owen i serbi chiedono.che le trattative vengano nuovamente rispostate a Ginevra. Ma in un colloquio telefonico con il presidente serbo Milosevic l'inviato speciale russo per la Bosnia, Vitali]' Curkin, avrebbe avuto assicurazioni che il problema delle spese dei serbi bosniaci verrà risolto con l'aiuto di Belgrado. Ingrid Badurina