Killer in gara per uccidere Eltsin

Killer in gara per uccidere Elisili Scoperto perfino un complotto dei Tamil mentre il leader era in India Killer in gara per uccidere Elisili In un anno sarebbe già scampato a 6 attentati MOSCA DAL NOSTRO INVIATO A quanto pare c'è un sacco di gente che vuole ammazzare Boris Eltsin. Dentro la Russia, e fuori. Solo nel 1992 almeno sei attentati sono stati sventati sul nascere dalla Direzione Generale della Vigilanza della Federazione Russa. Così almeno rivela il suo capo, generale-colonnello Mikhail Barsukov, in un'intervista rilasciata ieri alla «Nezavizimaja Gazeta». Lasciando da parte il «pazzo» Ivan Kislov, militare di Khabarovsk, recentemente scoperto con un coltello nel sottotetto di uno dei palazzi della Piazza Vecchia («non lo si può considerare un vero attentatore»), Barsukov non si dà la pena di includere nel conto dei tentativi «seri» neppure quello - finora non noto - del cittadino di Ekaterinburg arrestato nella stazione degli Urali mentre si apprestava a partire per Mosca allo scopo di far pagare al Presidente di Russia la sua «politica antipopolare». «Un vendicatore individuale dice Barsukov - ha poche possibilità di successo». Si viene infatti a sapere che Eltsin è perennemente protetto da «tre barriere di sicurezza», pressoché insuperabili da una sola persona. I pericoli reali giungono da «formazioni di gruppo». E appunto tre di questi tentativi sono stati stroncati «quando già gli attentatori erano arrivati a Mosca». In altri due casi - rivela sempre Barsukov, con maggiori dettagli - i servizi segreti sono riusciti a scardinare il complotto sul nascere. Nel primo caso si trattava di una banda di 13 uomini formatasi «nel Caucaso del Nord». La Direzione Generale «ha intrapreso le necessarie iniziative in modo che i 13 non potessero giungere a Mosca». Nel secondo caso i killers erano 10 e la base di partenza era di nuovo il Cau¬ caso, precisamente «la zona del conflitto tra osseti e ingusheti». E hanno fatto la stessa fine. Ma il tentativo più serio di uccidere il presidente sarebbe stato progettato all'estero, in India, alla vigilia della visita di Eltsin nel gennaio scorso. Protagonisti i separatisti «Tamil», che si proponevano il duplice obiettivo di far parlare di sé in tutto il mondo e di ottenere dalle autorità indiane la liberazione di altri terroristi già arrestati. Come si sia giunti alla scoperta del complotto non viene rivelato. Barsukov si limita a riferire che il successo profilattico è stato il risultato della collaborazione dei servizi russi e indiani. Ma in quel caso il pericolo sarebbe stato grande, perché gli uomini impegnati nell'attentato «disponevano di una speciale preparazione militare» e «avevano acquisito esperienza di combattimento in Libano». Finora tutto è andato bene, anche se «quasi ogni giorno» la Direzione Generale riceve indicazioni di all'erta dai propri servizi informativi. Che non sempre e non necessariamente concernono il presidente. A quanto pare anche altre personalità governative sono state prese di mira da attentatori, per fortuna bloccati prima di poter entrare in azione. Nella graduatoria dei più odiati ci sarebbero i due vice-premier Gheorghij Khizha e Serghei Shakhrai e il ministro della Difesa, generale Graciov. Giulietta Chiesa I presidente Eltsin

Luoghi citati: India, Libano, Mosca, Russia