Eltsin: un anno di tregua per risollevare la Russia
Eltsin: un anno di tregua per risollevare la Russia Dalla dacia il Presidente spiega in tv l'accordo Eltsin: un anno di tregua per risollevare la Russia MOSCA. Siamo tutti stanchi di tensioni e lotte. Ci serve stabilità, tregua. Boris Eltsin è apparso ieri sera in tv in «stile caminetto», nella sua dacia fuori Mosca, in pullover marrone, camicia viola aperta sul collo. Un po' provato dalla misteriosa causa che lo ha costretto a dodici giorni di riposo mentre la crisi politica ribolle nel Paese. Ma deciso e preciso nelle sue proposte. Io voglio - ha detto un accordo con il Parlamento, che stabilisca con precisione la divisione dei poteri. Il Presidente - questa la sua proposta s'impegna a non estendere i propri. Il Parlamento non deve sconfinare su quelli dell'esecutivo. In conclusione bisogna dare spazio al governo e non mettergli i bastoni tra le ruote. Per un anno all'incirca. Se si raggiunge l'accordo - ha continuato Eltsin - il referendum non sarà necessario. Ma ha aggiunto in tono secco - «la preparazione del referendum deve andare avanti, perché i fatti hanno dimostrato che questa è la garanzia per raggiungere un accordo». In altri termini Eltsin afferma che Khasbulatov e i deputati temono la consultazione popolare. Quali garanzie? Eltsin propone queste: se il Presidente viola i patti (tocca alla Corte Costituzionale stabilirlo), dovrà dimettersi. Se è il Parlamento che non mantiene la parola (di nuovo la Corte deve decidere), il Presidente scioglie il Parlamento. Un congresso straordinario deve riunirsi con un solo punto: ratificare questa tregua. Che implica anche rinuncia di tutti a modificare la Costituzione. Quanto alle elezioni anticipate, Eltsin le accetta. Ma alle sue condizioni: prima si rinnova il Parlamento (primavera 1994), poi si elegge il Presidente (primavera 1995). [g. c.l
Persone citate: Boris Eltsin, Eltsin, Khasbulatov
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